Tatuaggio e Shoah: Un'identità segnata
La complessità del fenomeno del tatuaggio unito a una delle tematiche più discusse e crudeli che la storia ricordi: La Shoah.
Nella prima parte dell’elaborato verrà analizzato il tatuaggio nella sua complessità, approfondendo diversi aspetti importanti al fine di comprendere il suo potere comunicativo e la sua rilevanza come forma di espressione individuale.
Nonostante le molteplici sfaccettature presenti in questa pratica, come lo stile del tatuaggio, le culture di provenienza, e le varie motivazioni che spingono un soggetto a incidersi permanentemente un segno sul corpo, il tatuaggio permette alla pelle di comunicare un qualcosa, di significare, di raccontare il passato, presente e futuro del suo “portatore”, la sua identità; consente in sostanza di creare una sorta di maschera attraverso cui può essere compreso o supposto il significato del segno tegumentario, insieme alla personalità e alla cultura dell’individuo che lo possiede.
Nella parte successiva dell’elaborato verranno invece analizzati due aspetti particolarmente significativi del tatuaggio: il suo utilizzo nei campi di sterminio nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale e il tatuaggio come memoriale per la progenie dei sopravvissuti alla Shoah.
Il tatuaggio nella Germania nazista rappresentava infatti una delle pratiche più atroci e disumane della storia dell’umanità. I prigionieri nei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau venivano marchiati con un numero che li privava per sempre della loro dignità e identità, disumanizzandoli e segnandoli per tutta la loro esistenza. Tali segni numerici , oltre a rappresentare una delle forme più atroci e spietate di repressione e deumanizzazione adottate dal regime nazista, provocavano un trauma duraturo che avrebbe accompagnato i sopravvissuti alla Shoah per il resto dei loro giorni.
Tuttavia, molti parenti dei sopravvissuti hanno deciso di onorare i loro antenati replicando il loro tatuaggio numerico, funzionando come simbolo commemorativo in ricordo dello sterminio ebraico e della sofferenza da loro subita, e continuando a mantenere vivo il ricordo di tale evento catastrofico, che non deve essere mai dimenticato.
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Informazioni tesi
Autore: | Michael Santini |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2021-22 |
Università: | Università degli Studi di Bergamo |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Media e cultura |
Relatore: | Valentina Pisanty |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 55 |
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