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Drammatica bellezza. Estetica e storia in Hans Urs von Balthasar

Hans Urs von Balthasar (Lucerna 1905 - Basilea 1988) è stato uno dei più importanti e influenti teologi del XX sec., soprattutto per aver realizzato unʼestetica teologica che ha prodotto una svolta estetica nella riflessione teologica. La sua estetica teologica è stata a lungo maturata dai suoi studi di letteratura e filosofia allʼUniversità di Vienna e di Berlino. La sua formazione, prima che teologica, fu filosofica. Il compito che questa tesi si propone consiste nell'illustrare l’interessante e originale interpretazione della storia dell’estetica che Balthasar espone nel IV e V volume della sua più importante opera, Gloria. Il quadro che emerge dell’intera storia dell’estetica occidentale raffigura e narra una drammatica bellezza: una bellezza in azione sul palcoscenico della storia del mondo, la cui luce nell’antichità e fino al medioevo si diffonde ovunque, perché l’essere è bello e il tutto è glorioso. In epoca moderna, però, la luce di questa trascendentale bellezza si vede o concentrarsi completamente sul soggetto, nella contemplazione della sua stessa bellezza e gloria, oppure si vede impallidire posandosi qua e là su ciò che il soggetto ritiene di suo gusto, fin anche a spegnersi tragicamente nell’epoca contemporanea, in cui l’estetica, ormai divenuta una scienza particolare, può permettersi di confondere e identificare il bello con il brutto. L’interpretazione che Balthasar propone deve essere considerata del tutto originale, poiché non trova alcun paragone con altre opere di carattere storico sull’estetica. E proprio per questo motivo va ritenuta di somma importanza per uno sguardo diverso e alternativo sull’intero arco della storia dell’estetica occidentale. Questo mio studio, pertanto, si propone di rendere evidenti i punti più originali e rilevanti di questa interpretazione della storia dell’estetica.
La sintesi proposta nella prima parte di questo studio dei due volumi dedicati da Balthasar alla storia dell’estetica non ha lo scopo e l’ambizione di riassumere nei dettagli le lunghe e sottili analisi svolte sui testi dei vari autori in più di 900 pagine. Lo scopo di questo studio consiste invece semplicemente nel rilevare l’evoluzione del cammino che porta tramite degli snodi fondamentali dall’estetica trascendentale dell’antichità e del medioevo all’estetica della ragion trascendentale dell’epoca moderna. In modo particolare cercherò di rilevare nell’interpretazione, che Balthasar offre dell’estetica dei vari autori, due temi che ritengo degni di nota.
Innanzi tutto il primo tema da rilevare sarà quello della relazione tra ontologia ed estetica, tra la concezione dell’essere e l’idea della bellezza dei diversi autori presi in esame. Balthasar analizza tutti gli autori presi in esame dal punto di vista della quadruplice differenza ontologica, che egli espone in modo compiuto nella conclusione dei due volumi.
Il secondo tema da rilevare lungo il percorso sarà quello della relazione tra estetica e storia. Quest’ultimo tema sarà sviluppato nella seconda parte di questo studio. L’analisi di come Balthasar affronta l’estetica dei vari autori sarà utile per comprendere non solo il suo particolare punto di vista estetico, ma anche per cogliere quali siano stati i suoi punti di riferimento, gli autori più importanti dai quali ha attinto le idee fondamentali per la sua stessa estetica drammatica.
Nella seconda parte di questo studio, infine, cercherò non solo di riassumere l’interpretazione della storia dell’estetica di Balthasar, ma anche ciò che da essa egli stesso ne ha ricavato per una sua particolare e originale estetica drammatica della e nella storia, la quale a mio avviso è uno dei più pregnanti contributi che questo teologo e filosofo ha lasciato in eredità alla teologia e alla filosofia. Un’estetica drammatica nella storia perché, come si evince proprio da questi due volumi, essa è pienamente in azione nella storia, in un cammino che, come si è già anticipato, fino ad ora si è dimostrato «più che drammatico» tragico per le sorti della bellezza. Un’estetica drammatica nella storia anche perché rivela l’essenza drammatica della bellezza nella sua intrinseca e inscindibile relazione con il bene e il vero.

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3 Introduzione La fenomenologia della Gestalt di Hans Urs von Balthasar Quando Hans Urs von Balthasar pubblicò nel 1961 il primo volume di Gloria – Un’estetica teologica 1 si capì subito che egli non introduceva nel panorama teologico un’ennesima teologia del genitivo, una teologia della bellezza, ma compiva una svolta estetica in teologia 2 , una rifondazione della teologia nell’estetica, che si contrapponeva alla svolta antropologica di Karl Rahner 3 . Tale svolta era già stata anticipata dal libretto programmatico Solo l’amore è credibile 4 , ma soprattutto a lungo preparata dagli studi filosofici giovanili 5 fino alla sua opera più importante di carattere filosofico, Verità del mondo 6 , in cui Balthasar espone in modo compiuto la sua estetica filosofica. I sette volumi di Gloria sono solamente la prima parte della summa teologica di Balthasar composta anche dalla Teodrammatica in cinque volumi, e dalla Teologica in tre volumi. Questa trilogia è strutturata in base ai tre trascendentali dell’essere, pulchrum, bonum e verum, messi «secondo un ordine di serie insolito» 7 per la tradizione teologica. L’originalità di questa trilogia teologica consiste proprio nel porre il pulchrum come trascendentale iniziale su cui fondare la teologia. La rifondazione estetica della teologia è svolta in modo particolare dal primo volume di Gloria. Questo primo volume, La percezione della forma (Schau der Gestalt), affronta e imposta il metodo per una teologia fondamentale che ponga la percezione della rivelazione oggettiva di Dio come centro di tutta l’estetica teologica. Dio si fa conoscere anzitutto come il ‘glorioso’ (Gloria Dei). La gloria (Herrlichkeit) è quel divinissimum di Dio (Kabòd, doxa) che si irradia con la creazione del cosmo e che discende all’uomo con la rivelazione divina, e che dall’uomo si lascia percepire, vedere, contemplare. Questa epifania può essere percepita soltanto nella luce stessa di Dio, ossia nella fede, e induce l’uomo a rispondere con libertà e con amore all’Amore che si dona trinitariamente in Gesù Cristo. 8 Il secondo e il terzo volume di Gloria sono intitolati Ventaglio di stili 9 (Fächer der Stile), e sono dedicati agli «Stili ecclesiali» (Ireneo, Agostino, Dionigi l’Areopagita, Anselmo e Bonaventura), e agli «Stili laicali» (Dante, Giovanni della croce, Pascal, Hamman, Solov’ev, Hopkins e Peguy). 1 H. U. von Balthasar, Gloria. Un’estetica teologica, vol. I: La percezione della forma, Jaca Book, Milano, 1994. I volumi della trilogia (Gloria, Teodrammatica, Teologica, Epilogo) e i tre volumi dell’Apocalisse dell’anima tedesca verranno citati, dopo la prima ricorrenza, seguendo le abbreviazioni riportate a p. 134 di questa tesi. 2 Cfr. Desideri F., Cantelli C., Storia dell’estetica occidentale. Da Omero alle neuroscienze, Carocci, Roma 2008, pp.452-454. Ritengo degno di nota il fatto che Balthasar venga inserito da Desideri – Castelli a pieno titolo in una «Storia dell’estetica occidentale» come uno, anzi «forse l’unico» teologo che pone «la dimensione estetica come costitutiva della sostanza del suo pensiero teologico» (p. 453). 3 La svolta estetica di von Balthasar e quella antropologica di Rahner nella teologia del XX sec. oggi non sono più considerate come antitetiche ma complementari. Cfr. M. Schulz, Incontro con Hans Urs von Balthasar, Eupress, Lugano 2003. 4 H. U. von Balthasar, Solo l’amore è credibile, Borla, Roma 1982. 5 H. U. von Balthasar, Apokalypse der deutschen Seele. Studien zu einer Leher von letzten Haltungen, A, Pustet, 3 voll. ; vol. 1: Der deutsche Idealismus, Salzburg 1937; vol. 2: Im Zeichen Nietzsches, Salzburg 1939; vol. 3: Die Vergottlichung des Todes, Salzburg 1939. 6 H. U. von Balthasar Teologica, vol. I: Verità del mondo, Jaca Book, Milano 1989. 7 H. U. von Balthasar, La mia opera ed Epilogo, Jaca Book, Milano 1994, p. 117. 8 G. Marchesi, La cristologia trinitaria di Hans Urs von Balthasar. Gesù Cristo pienezza della rivelazione e della salvezza, Queriniana, Brescia 1997, p. 303. 9 H. U. von Balthasar, Gloria. Un’estetica teologica, vol. II: Stili ecclesiastici, 1985; Gloria. Un’estetica teologica, vol. III: Stili laicali, 1986.

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Parole chiave

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teologia
ontologia
metafisica
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bellezza
gloria
hans urs von balthasar
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