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Radio Futuro. Tecnologie digitali e recupero della memoria. Il caso Rai-Radioscrigno

La dissertazione intende dimostrare come uno dei futuri possibili della radiofonia sia costituito dal recupero della memoria storica e artistica attraverso l’utilizzazione delle nuove tecnologie. In particolare si è analizzato il caso di Radioscrigno, la struttura della Rai che si occupa del recupero e della valorizzazione del patrimonio fonografico dell’Audioteca dell’azienda.

Il mondo della radio plasma la sua forma tecnologica e culturale proponendosi sempre al passo con i tempi. Non è casuale che ai cambiamenti della società italiana abbiano corrisposto cambiamenti della radio. Ed è naturale che sia così, in virtù dell’alta permeabilità del mezzo radiofonico con il cambiamento sociale e con l’innovazione tecnologica. L’elaborato prende inizio dal 1990, un anno che ha aperto un periodo denso di cambiamenti sociali e tecnologici. Vengono esaminati gli ascolti, aumentati fino agli attuali 35 milioni di persone al giorno; i formati, sempre più diversificati; la legislazione, che ha caratteristiche particolari; e i linguaggi, che si sono modificati sia sul versante dell’informazione e che su quello dell’intrattenimento. Ad una struttura così articolata del mezzo corrisponde un’altrettanto articolata struttura dei pubblici, che si è preferito definire al plurale per sottolineare il carattere plurimo degli ascoltatori, che si differenziano considerevolmente per usi e aspettative nei confronti del mezzo.

Dopo aver passato in rassegna gli snodi sociali e tecnologici fondamentali degli ultimi anni, si mostra come la convergenza fra la radio e le tecnologie digitali abbia prodotto risultati come Radioscrigno, al quale è dedicato un capitolo realizzato con metodologia qualitativa. Attraverso una osservazione diretta sono state esaminate le pratiche produttive che conducono alla realizzazione dei quattro programmi radiofonici e del sito web - www.radioscrigno.rai.it - curati dal gruppo di lavoro. Ed è importante rilevare il felice e solo apparente ossimoro tra le nuove tecnologie della comunicazione ed il recupero della memoria radiofonica. Chiudono il lavoro quattro colloqui con professionisti della comunicazione - Francesco Carlà, Carlo Massarini, Dario Salvatori, Massimo Cotto - che hanno analizzato il mondo della radio secondo prospettive differenti, segno della varietà di idee sul mezzo e dell’ impossibilità della loro riconduzione ad una prospettiva univoca. Tecnologia e cultura sono gli elementi che danno forza comunicativa al medium che unisce la seduzione del suono con l’applicazione delle più recenti tecnologie della comunicazione. La radio ha una doppia anima: cuore antico e cervello giovane, che conducono gli ascoltatori verso l’essenza della radio che è il viaggio verso altri mondi rimanendo allo stesso tempo ancorati alla realtà. Questa è la cifra distintiva della radio, che grazie alla voce riesce a toccare il profondo dell’anima.

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5 Introduzione Cuore antico e cervello giovane. Questa è la doppia anima della radio, che accoglie le innovazioni generate dalle tecnologie digitali senza perdere il suo originario e persistente fascino legato alla dimensione uditiva. Dalla specificità della radio bisogna partire per capire come questo mezzo abbia attraversato tutti i cambiamenti sociali, culturali e tecnologici del Novecento, informando ed intrattenendo una vasta fetta di umanità. Insistiamo sulla specificità e sull’autonomia della radio in quanto essa è stata per lungo tempo percepita, studiata ed interpretata in rapporto alla televisione, se non in contrapposizione ad essa. E tanto più in Italia, dove i media hanno avuto logiche di sviluppo particolari rispetto al contesto europeo. Ma negli ultimi anni la radio ha conosciuto un proprio rinnovato vigore. Mezzo saldamente ancorato alla sua storia ma proiettato nel futuro, la radio si è nuovamente rinnovata grazie al connubio con le tecnologie digitali affermatesi nel corso degli anni Novanta, in primo luogo con Internet, che ha addirittura allargato ontologicamente i confini di ciò che può essere definito “radio”. Non c’è dubbio che, nel rapporto con Internet, la radio abbia ottenuto risultati migliori di altri media, dimostrando ancora una volta la sua capacità di ibridarsi con nuovi linguaggi della comunicazione e di essere in sintonia con lo spirito del tempo. E questo lavoro prende le mosse dal 1990, un anno che ha aperto un decennio molto interessante per la radio italiana. In questi anni, infatti, assistiamo alla crescita e al consolidamento del settore radiofonico privato, che raggiunge dimensioni nazionali, e alla polverizzazione dei formati radiofonici, che ci induce a parlare delle radio, piuttosto che della radio (capitolo 1). E parlando di radio al plurale, non possiamo fare a meno di riferirci ai pubblici della radio, che presentano caratteristiche particolari. La radio è percepita, infatti, come un medium la cui

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