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Quale futuro per le webradio indipendenti? La via del networking

Molti parlano di webradio ma in pochi hanno davvero cognizione di cosa sia o quantomeno hanno esperienza diretta e pluriennale in un progetto editoriale di questo genere.
Questa tesi nasce dall’analisi e dall’esperienza nel contesto webradiofonico del nostro Paese, che abbiamo voluto sistematizzare attraverso un seminario di studio tenuto da maggio 2010 a febbraio 2011 dai componenti di due webradio indipendenti, Fusoradio e Radiosonar, allo scopo di pianificare la creazione di un network.
Il contesto da cui siamo partiti è quello di un mezzo di comunicazione giovane, la cui identità è ancora in via di definizione, e che, come osserva Ortoleva, è stretto tra due fuochi: da un lato l’ambizione di farsi strumento privilegiato di un nuovo orientamento culturale e dall’altro la tendenza a divenire una voce tra le infinite voci nel sovraccarico informativo. Proprio per contrastare questa tendenza alla frammentazione, si è scelto di seguire la direzione di un lavoro di rete, ossia di creazione di un network che potesse non fondere bensì unire sulla base di principi condivisi, alcune delle realtà webradiofoniche indipendenti disseminate sul territorio nazionale.
Abbiamo fatto un ciclo di nove incontri in cui attraverso dei brainstorming sono stati esplorati sia i punti di forza del mezzo ma anche messe sul piatto le criticità incontrate in quasi 7 anni di esperienza sul campo, criticità molto spesso dovute alle caratteristiche stesse delle webradio indipendenti e che contribuiscono a tenerne elevati sia il tasso di natalità che quello di mortalità, come i bassi costi che diventano presto precarietà economica oppure gli oscillanti gradi di partecipazione e identificazione nel progetto.
La webradio, infatti, tuttora è considerata in termini pioneristici soltanto come il mezzo radio che si sposta dal canale “etere” a quello “internet”. In effetti pur essendo tantissimi gli aspetti mutuati dalla radiofonia, è risultato abbastanza riduttivo considerare Internet soltanto come un canale e non come un mezzo vero e proprio, dotato di possibilità infinite e finora poco esplorate come ad esempio quella del podcasting, che consente di oltrepassare i limiti spazio-temporali della fruizione radiofonica classica.
La radio resta però una ricchissima eredità culturale, in particolar modo per quanto riguarda le radio libere sviluppatesi negli anni ’70 con le quali la webradio condivide numerose affinità elettive come ad esempio il lavoro molto spesso in forma gratuita e volontaria oppure le difficoltà nell’affermarsi in un contesto legislativo ostile, com’era allora col monopolio.
Gli aspetti radiofonici vanno poi moltiplicati per quelle che sono le caratteristiche del Web, in particolare del Web 2.0 dove il bene più prezioso prima ancora dei prodotti offerti è diventato l’attenzione dell’utente, come si è visto sempre più frammentata e contesa da un’infinità di stimoli.
Dunque perché il network? La volontà di sperimentare la soluzione del networking nasce proprio dalla consapevolezza che, per coniugare in maniera produttiva e non apatica gli aspetti peculiari di Radio e Web, è necessario un lavoro di cooperazione tra tante piccole realtà webradiofoniche che da sole non sono state in grado di far fronte ai propri limiti siano essi economici, culturali o strutturali e dunque di sfruttare a pieno le potenzialità del nuovo mezzo in termini di produzione, fruizione ma anche di linguaggio e coinvolgimento delle comunità di interesse.
Dal lavoro svolto è emerso dunque che una convinta politica di networking comporterebbe anzitutto una ridefinizione dello status di Webradio, ossia una definitiva emancipazione del mezzo dai suoi progenitori, ma anche come abbiamo visto la possibilità di far sviluppare in maniera mutualistica e glocale le webradio indipendenti disseminate sul territorio nazionale attraverso l’aggregazione di contenuti e competenze e, non ultima, l’opportunità di convogliare la fame di informazione indipendente, libera e “dal basso” che sta influendo sui recenti avvenimenti politici e sociali verso un mezzo “vergine”, credibile poiché ancora non intaccato dalle logiche del mercato vigenti e che, sviluppandosi con Internet, è sempre in grado di rimediarsi ed autoregolamentarsi ogni qual volta è stato sottoposto a misure o provvedimenti di tipo repressivo.
In conclusione, questo lavoro guarda in prospettiva verso un futuro in cui la Webradio non sarà più soltanto una fusione sterile tra due media, un “ibrido mediale”, ma moltiplicando i vantaggi dell’uno e dell’altro attraverso una politica di networking, potrà aspirare ad essere un vero e proprio mezzo di comunicazione, in grado sia di riferire ma anche di costruire il mondo sociale che ci circonda anche, e perché no, in maniera più incisiva degli altri suoi colleghi proprio perché figlio dei cambiamenti storici che stiamo vivendo.

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7 Introduzione Questo lavoro rappresenta il culmine di un percorso lungo sei anni, durante i quali ho potuto applicare le conoscenze apprese dentro e fuori l’Università su un progetto di webradio indipendente, chiamato Fusoradio 1 . Nel corso di questo cammino sono state numerose le interazioni con persone, realtà, associazioni con le quali poterlo in varie misure condividere. Una di queste è stata Radiosonar 2 , altra webradio indipendente con la quale, dal settembre 2009, è stata avviata una proficua collaborazione, sfociata quest’anno in un progetto di più ampio respiro: un network che possa fungere da piattaforma per uno sviluppo maggiore delle realtà webradiofoniche autonome italiane. Da maggio 2011, tale proposito ha assunto una forma più strutturata grazie a un workshop consistente in dei brainstorming guidati durante i quali sono stati discussi e condivisi i cardini del progetto. Le volontà alla base di questa tesi, dunque, sono molteplici: non solo quella di documentare la nostra esperienza su un campo, quello delle webradio, ancora poco compreso e studiato, ma anche capire, attraverso l’analisi dei risultati dell’atelier, come questo mezzo possa definitivamente affermarsi facendo leva sulle necessità di aggregazione e cooperazione verso cui è spinto dall’attuale contesto sociale, economico e mediatico. Difatti, secondo delle recenti statistiche, l’economia di Internet in Italia ha raggiunto nel 2010 un valore di circa 31,6 miliardi di euro, pari al 2% del PIL, valore che nel 2009 era pari a 28,8 miliardi di euro, ovvero 1,9% del PIL 3 . Sebbene si presuma che solo nel 2015 questo dato sarà più che raddoppiato, negli ultimi anni numerosi modelli di piccola impresa fondata su un emittente webradiofonica hanno cominciato ad affermarsi, sia grazie a contributi provenienti da fondi pubblici sia all’iniziativa privata. 1 www.fusoradio.net, 2 luglio 2011. 2 www.radiosonar.net, 2 luglio 2011. 3 AA.VV., Comunicato Osservatorio TuttiMedia, Media Duemila e “Sapienza” Università di Roma sul convegno McLuhan: Tracce del Futuro. “The future of the future is the present”, Roma, 31 maggio 2011.

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