La realtà come errore nella speculazione tragica di Emil Cioran
L’obiettivo di questa tesi è di ripercorrere le manifestazioni della realtà, secondo l’indagine kantiana Dio-Anima-Mondo, enucleandone gli errori e gli orrori che emergono nella speculazione tragica di Cioran. Proprio Dio è il punto di partenza della trattazione, nel primo capitolo, infatti, mi soffermerò sulle prerogative che lo designano come malvagio e sulle intenzioni che l’hanno spinto a creare l’universo e l’uomo; quest’ultimi, inoltre, provenendo dal dio funesto, saranno contaminati dal male, dalla contraddizione e dal non-senso. Il discorso poi verterà sull’uomo, in particolare sull’istinto sospetto che ha ereditato, ossia il fatto di voler creare, generare altri esseri umani.
«A questo mondo, non c’è un criterio accettabile né un principio solido», «Che altro rimane se non il nulla?», «Cercare un senso a qualcosa è non tanto da ingenuo quanto da masochista», «Che peccato che il nulla sia stato svalutato dall’abuso che ne hanno fatto i filosofi indegni di esso!». Queste sono alcune delle asserzioni con le quali Cioran sostiene l’illusorietà del nostro mondo, in cui tutto appare irrisolto e incompiuto. Un senso risulta essere concepibile solo in un universo finito, in cui si possa arrivare a qualcosa, in cui vi siano dei punti di riferimento sicuri e precisi, il nostro, invece, essendo infinito, non ha senso ed in esso tutto è provvisorio.
L’uomo, allora, tenta invano di trovare una spiegazione alla sua condizione precaria, dubita di tutto eppure continua a vivere, come dipanare, dunque, il corso della sua esistenza?
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Informazioni tesi
Autore: | Sofia Riela |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università degli studi di Genova |
Facoltà: | Filosofia |
Corso: | Filosofia |
Relatore: | Paolo De Lucia |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 36 |
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