Pareyson interprete della filosofia schellighiana della libertà
Nella presente elaborazione ho condotto un’analisi destinata all’approfondimento della interpretazione di Pareyson della filosofia della libertà di Schelling. A tal fine ho cercato di mostrare le influenze che la filosofia schellinghiana intrattiene con l’ultima riflessione pareysoniana. Per tale motivo questo lavoro è incentrato su una scelta tematica limitata sia rispetto alla vastità di pensiero di Pareyson, che abbraccia più di mezzo secolo, sia rispetto alla speculazione idealista schellinghiana.
Lo stesso Pareyson, nella quarta edizione di Esistenza e Persona, dà della sua opera una impostazione biografico-speculativa, sintetizzandola nei termini di un divenire teorico e di un bilancio personale. Infatti egli suddivide il proprio pensiero in personalismo ontologico, ontologia dell’inesauribile e ontologia della libertà. Tali definizioni rivelano la maturazione del suo pensiero e mostrano le tappe del suo percorso filosofico. Questa ripartizione mi è risultata utile per comprendere il suo pensiero e mi ha aiutata, in particolar modo, ad approfondire in maniera critica gli argomenti che si agganciano alla filosofia della libertà schellinghiana.
Prendere in esame la lettura pareysoniana della filosofia della libertà schellinghiana, ha comportato la considerazione di esigenze di diversa natura. Innanzitutto mi sono soffermata sui punti essenziali del pensiero pareysoniano, cercando di cogliere i nodi essenziali della sua speculazione. Ho inoltre inteso trattare i principi che Pareyson acquisisce dal confronto con l’esistenzialismo e che, ripensati secondo la sua concezione personalistica, rimangono basilari per tutta la sua riflessione successiva. Questo secondo periodo della meditazione pareysoniana è estremamente complesso, tanto da essere considerato dalla critica termine di arrivo della sua riflessione precedente e punto di fondazione per tutto quello che viene in seguito. Infatti la maturazione dell’esistenzialismo, nella forma del personalismo ontologico, e la teoria ermeneutica della verità inesauribile gettano le basi dell’ultima riflessione incentrata sulla ontologia della libertà.
È a questa ultima filosofia di Pareyson, che si concretizza nell’opera omonima Ontologia della libertà, che questa ricerca dedica maggiore considerazione, poiché costituisce il riferimento imprescindibile per capire la schellinghiana filosofia della libertà. L’obiettivo di questo lavoro è di capire fino a che punto Pareyson sia stato influenzato dalla concezione del male, di Dio e della libertà di schellinghiana memoria, cercando di giungere a vederli come momenti della stessa indagine, d’una indagine fortemente polemica nei confronti della metafisica ontica, razionalizzante ed oggettivante, in forme d’una ontologia che legge Schelling come l’unico pensatore moderno che ha il merito di essere chiamato, nonostante la sua collocazione storica, posthegeliano e addirittura postheideggeriano.
Per un recupero della libertà Pareyson riflette sulle categorie della modalità che, come è noto, sono tre: possibilità, realtà e necessità. La più importante è quella della realtà, sciolta e leggera, gratuita e priva di sentore anteriore come nella possibilità, priva di pesantezza interiore come nella necessità; né annunciata dal possibile né fondata dal necessario. “Della realtà che sia pura realtà non si può dire né che è perché poteva essere, né che è perché non poteva non essere; ma unicamente che è perché è”. La realtà non è fondata, anzi è un abisso, non ha fondamento, essa è pura libertà.
È importante, per me, cercar di far vedere attraverso Schelling una realtà pensata diversamente, una realtà dialettica, non di sintesi e conciliazione, ma di opposti e lotta, in cui ogni uomo si ritrova in bilico tra i due grandi abissi: quello dei supremi ideali e quello della degradazione e della sofferenza umana. La genialità del pensatore idealista consiste nel non sottovalutare l’aspetto nascosto in noi e in Dio. Nell’osare un pensiero che spezza le catene da ciò che era, abbandonando l’idealismo fino ad accettare un divenire divino che si fa con piena libertà, che supera i propri limiti negativi, che vuole essere con sofferenza e che dona. Un pensiero che pensa l’impossibile, a ritroso da ciò che vediamo, dove nessuno con coraggio torna a pensare.
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Informazioni tesi
Autore: | Emanuela Dioguardi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Filosofia |
Corso: | Filosofia |
Relatore: | Giuseppe Modica |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 209 |
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