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Crisi post disastro naturale e fase di ricostruzione: il ruolo del Marketing Territoriale nella strategia di management degli enti locali. Il caso sisma Aquila 2009.

Quando un disastro naturale colpisce una regione, un comune, una popolazione, le ferite che si creano sono tante, profonde e di diversa natura. I danni si ripercuotono a più livelli, e i costi possono essere altissimi e svariati, diretti (come la perdita di vite umane, le case e le fabbriche distrutte, le infrastrutture danneggiate e inutilizzabili) e indiretti, che a volte causano un secondo impatto ancora più devastante e catastrofico (come l’improvvisa mancanza di investimenti, l’economia stagnante, il calo della produzione e dell’erogazione dei servizi etc.).

Immediatamente dopo, il desiderio più forte e impellente è il voler tornare alla normalità, a quello che si era e che si aveva prima, alle proprie abitudini sociali e alla propria routine, alla vita prima della catastrofe, e non sempre ciò è possibile, considerando che per la ricostruzione si possono impiegare anni, a volte decenni, e in Italia, purtroppo, abbiamo molti tristi esempi di questo tipo. La recovery stage è incredibilmente importante e fondamentale dopo un disastro naturale, perché si decidono e si mettono in atto quelle azioni che andranno a influenzare e decidere il futuro della zona interessata, sia economico sia sociale. La nostra ricerca si impegna ad analizzare in che modo il Marketing Territoriale, e quello Turistico, possono essere impiegati dagli enti locali per favorire la fase di ricostruzione e la rinascita economica in situazioni post catastrofiche. Per far ciò è necessaria l’analisi del mondo dell’industria turistica, il cui mercato rappresenta un’enorme business globale, dove le sue dimensioni reali e percettive contribuiscono alla sua creazione come un’esperienza ludica, che colpisce e parla innanzitutto all’immaginario del consumatore. Grazie alle definizioni di Turismo propriamente detto, ma anche di Regione Turistica e di Turista, affronteremo l’analisi dei meccanismi del comportamento turistico, molto somigliante al comportamento di consumo, seguendo e subendo numerose variabili, quali quelle economiche in primis, ma anche quelle psicologiche e sociali.

Questo poiché la pratica del turismo si è ormai caricata di un plusvalore emozionale, mentale e psicologico, che la fa diventare nella nostra epoca un simbolo di status e di prestigio, facilmente accessibile ai più. Inoltre, illustriamo brevemente la storia del turismo, partendo dal Grand Tour praticato dalle élite europee, per passare al fenomeno della villeggiatura negli anni ’50, fino ad arrivare alla massificazione del turismo negli anni ’80 e al cambiamento di paradigma poi dei giorni nostri, dove al fenomeno di massa viene preferito un turismo che si preoccupi della sostenibilità ambientale, culturale ed economica, con un forte riguardo agli aspetti più identitari e folkloristici dei territori. Visto tale cambiamento, verrà poi naturale analizzare il cambiamento dei consumatori dell’industria turistica, i quali attualmente vengono attratti maggiormente dai viaggi vissuti come esperienza estetizzante, dall’intellettualizzazione e cosmopolitismo degli incontri personali, da un’offerta personalizzabile dove essi si sentano i protagonisti. Attraverso il comportamento turistico, nelle sue componenti logico-razionali e emotivo-irrazionali, arriviamo al processo decisionale, dove la ricerca di informazioni, la percezione della qualità e del rischio, una probabile fedeltà alla marca, le aspettative e la soddisfazione finale possiedono un incredibile importanza nelle scelte future.

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I INTRODUZIONE Le conseguenze di un disastro naturale possono essere innumerevoli e, in base alla gravità e all’intensità dell’avvenimento, possono avere effetti devastanti che si propagano nel tempo. Chiunque non abbia vissuto una tale esperienza in prima persona non può immaginare le cicatrici che tale evento può provocare, cicatrici che possono essere di natura fisica, economica, psicologica, sociologica. Le catastrofi naturali colpiscono il territorio e le persone senza avvertire, di conseguenza spesso il loro grado di incidenza dipende innanzitutto da quanto il territorio e la popolazione siano preparati ad “assorbire” il colpo, le conseguenze, dalla loro cioè resilienza e vulnerabilità, e da quanto, in un secondo momento, siano disposti a reagire, con quale e quanta forza, e con quale disponibilità di mezzi, economici e non. Grazie alla collaborazione con un network internazionale di volontariato fotografico, Shoot4Change, ho avuto la possibilità di andare più volte in Emilia Romagna dopo il terremoto del 20 maggio 2012 1 , con l’obiettivo di scrivere alcuni articoli per un reportage fotografico che contribuiva al progetto ideato dalla suddetta associazione, progetto nominato Shoot4Emilia 2 . Il nostro obiettivo, come volontari, era quello di far conoscere alle persone la vera situazione della popolazione emiliana, attraverso la narrazione semplice e diretta di storie reali, concrete e che avessero un risvolto positivo, escludendo il taglio giornalistico, ma puntando di più sulla narrazione enfatica ed empatica degli eventi, delle situazioni e delle persone che conoscevamo in prima persona, durante i nostri pernottamenti nelle zone terremotate. Ancor di più, volevamo che i riflettori non si 1 Il terremoto dell'Emilia, Lombardia e Veneto del 2012 è un evento sismico costituito da una serie di scosse localizzate nel distretto sismico dell pianura padano-emiliana, prevalentemente nelle province di Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia, Bologna e Rovigo, ma avvertiti anche in un'area molto vasta comprendente tutta l'Italia Centro-Settentrionale e parte della Svizzera, della Slovenia, della Croazia, dell'Austria, della Francia sud-orientale e della Germania meridionale. Già tra il 25 e il 27 gennaio si ebbero in zona fenomeni significativi, ma le 2 scosse più forti (alla fine riunite in una sola), rispettivamente di magnitudo M 5,9 e M 5,86 sono state registrate nello stesso istante il 20 maggio 2012 alle ore 04:03:52 ora italiana, con epicentro nel territorio comunale di Finale Emilia (MO), con ipocentro a una profondità di 6,3 km. Il 29 maggio alle 09:00 una nuova scossa molto forte di magnitudo M 5,8 e M 5,66 è avvertita in tutta l'Italia Settentrionale, creando panico in molte città come Ferrara, Modena, Reggio, Emilia, Bologna, Mantova e Rovigo, Brescia, Piacenza, Parma, Verona, Padova, Vicenza, Venezia, Milano e Firenze; l'epicentro è situato nella zona compresa fra Mirandola, Medolla e San Felice sul Panaro. [FONTE: http://it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_dell'Emilia_del_2012] 2 http://www.shoot4change.net/s4emilia/

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