Significato e Uso in L. Wittgenstein

Considerando ciò che è stato detto nel paragrafo precedente se sostituissimo la parola “proposizione” con la parola “immagine” per Wittgenstein non farebbe alcuna differenza, infatti ogni teoria sulla proposizione resta vera se ad essa sostituiamo un'immagine.
Come abbiamo accennato precedentemente una proposizione avendo valenza raffigurativa può essere
considerata un'immagine della realtà in quanto descrive uno stato di fatto di proprio pugno con la stessa forza con cui può rappresentarlo un'immagine è vero infatti per Wittgenstein che analizzando completamente una proposizione riscontreremmo che ad ogni suo elemento corrisponde un elemento della realtà, cioè ogni concatenazione di nomi corrisponde al posto che gli oggetti descritti occupano nel mondo, da qui la natura raffigurativa delle proposizioni: “la possibilità della proposizione si fonda sul principio della rappresentanza d' oggetti da parte di segni”. Per chiarire perché Wittgenstein consideri le proposizioni alla stregua di immagini bisogna concepire le immagini del Tractatus non solo come quadri, fotografie o disegni, egli infatti considera un'immagine della realtà ogni rappresentazione, sia essa bidimensionale che tridimensionale (come ad esempio carte geografiche o sculture), capace di descrivere il mondo. La teoria raffigurativa delle proposizioni è quindi una teoria della rappresentazione in generale infatti Wittgenstein estendeva l'uso della parola immagine anche allo spartito musicale e paragonava il segno proposizionale ad un tema musicale proprio perché era convinto che entrambi avessero la stessa valenza raffigurativa ed in effetti sia le note segnate su uno spartito che le parole tracciate su un foglio si riferiscono a suoni.