Una questione etica: la rete tra potenzialità virtuali e pericoli reali
I leoni da tastiera: il ruggito dei conigli
Ad ogni abituale frequentatore di una piazza virtuale, dai social network ai forum, sarà capitato di imbattersi nei cosiddetti odiatori del Web, ossia persone che, spesso nascoste dietro finti profili o nickname, tendono ad insultare, denigrare ed inveire contro una determinata persona, il più delle volte senza un preciso motivo. Le vittime predilette di questo tipo di utenti sono generalmente persone in vista, come cantanti, musicisti, personaggi pubblici, e la lingua anglosassone anche in questo caso ha offerto la possibilità di identificare i soggetti pronti a colpire con la tastiera attraverso il lemma “hater”, derivante dal verbo to hate (per l'appunto “odiare”).
Se ci si sofferma qualche istante sulle caratteristiche di quanti, con il proprio nome e la propria faccia, decidono di ergersi a giudici della vita altrui e a moralisti della domenica, si può chiaramente notare come il più delle volte si tratti di individui restii ad esprimersi nell'ambito di un'interazione vis-a-vis, ma dotati di un'apparente soprannaturale capacità critica e d'invettiva nel momento in cui si trincerano dietro lo scudo dello schermo. L'incontrollata libertà d'espressione concessa dal cyberspazio ha originato l'illusione che quest'ultimo sia equiparabile ad uno spazio privato e lontano da occhi ed orecchie indiscrete, favorendo giudizi ed atteggiamenti superficiali e spesso diffamatori, che minacciano l'integrità morale del destinatario dell'invettiva del giorno.
Si è già analizzata la tendenza degli utenti di un social a rifiutare le opinioni differenti dal proprio punto di vista e le critiche, anche qualora costruttivamente espresse, onde evitare uno svilimento del Sè virtuale, alimentato da protagonismo e desiderio di ovazione. Questo principio disperde l'ultimo barlume di speranza legato alla possibilità di considerare le piazze virtuali come fattori di potenziamento della democrazia, lasciandoli in balia dell'anarchia ideologica dei cosiddetti leoni da tastiera. Secondo Fabris, affinché si possa realizzare un salutare e costruttivo dialogo ogni persona deve mettere in gioco se stessa, aprendosi senza calcoli a tutto ciò che l'Altro può comunicare e disposto a riconoscerne le buone ragioni. Il docente di Filosofia Morale, infatti, scrive:
“Ogni dialogante sa che la sua posizione non è mai assoluta, definitiva, immodificabile. Non sarebbe vero dialogo, d'altronde, quello nel quale chi parla […] lo facesse solamente per motivi, per così dire, “narcisistici”: utilizzando cioè l'interlocutore come uno “specchio” in cui riconoscere se stesso. Infatti nell'intreccio dialogico le ragioni dell'altro non sono affatto funzionali, semplicemente, alla riconferma delle proprie tesi, ma sono capaci piuttosto d'indurre a un reale mutamento di idee”.
Si spiega così al meglio il costruttivo effetto di una dinamica dialogica degna di questo nome, la quale, in pieno spirito democratico, riesce anche a far mutare idee e concezioni di un uomo che, in quanto tale, non può ambire alla perfezione e alla ragione assoluta.
In questo contesto si assiste poi ad una drastica involuzione della lingua italiana, messa a dura prova dal numero di caratteri limitati di Twitter e dal desiderio di dire tutto e farlo subito, senza dispendio di tempo. L'incapacità di sapersi esprimere, soprattutto per iscritto, in una forma corretta è uno degli aspetti più diffusi tra gli adolescenti di oggi, i quali, anche all'interno di compiti in classe e documenti ufficiali, non lesinano tachigrafie, abbreviazioni ed acronimi come “sn” (sono), “gg” (oggi), “x” (per), “xké” (perché), “qnt” (quanto), “C 6?” (ci sei?), “dv” (dove), “dgt” (digiti), “asp” (aspetta), “risp” (rispondi), “imp” (importante), “TVB” (Ti Voglio Bene”), “TADB” (Ti Amo Di Bene), “SLMV” (Sei La Mia Vita); e poi ancora “8bre” (ottobre), “9bre” (novembre), Xbre (dicembre) e allora “Happy Xmas!” (Happy Christmas!).
A tal proposito, è interessante l’articolo pubblicato dalla docente universitaria Vera Gheno, nonché componente della redazione di consulenza linguistica dell'Accademia della Crusca, in cui si analizzano le principali abitudini linguistiche contemporanee legate non soltanto ad un'eccessiva esposizione ad Internet, ma anche ad una scarsa propensione alla lettura degli italiani; il tutto nella piena consapevolezza che la mancanza di capacità di scrittura implichi inevitabilmente un'incapacità di pensiero logico e razionale: non casuale, infatti, è la correlazione esistente tra gli haters o i divulgatori di fake news e la propensione ad un pressapochismo linguistico, fonte di errori grammaticali, ortografici e sintattici. [...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
Una questione etica: la rete tra potenzialità virtuali e pericoli reali
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Informazioni tesi
Autore: | Cesare Zampa |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Michele Indellicato |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 124 |
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