Dall'umano al divino: la leva del corpo nei Cahiers di Simone Weil

Abbiamo affermato che, laddove lo sguardo umano sceglie di orientarsi al divino, alla trascendenza, nel pensiero di Simone Weil il corpo rappresenta una tappa obbligata nel percorso che ivi conduce. In effetti, risulta interessante notare come anche nell'addentrarsi in temi più strettamente spirituali e religiosi, particolarmente cari all'ultima Weil, il riferimento alla corporeità sembri emergere con tacita insistenza.

Le scelte operate dall'autrice dei Cahiers tali da suggerire un'attenzione sistematica nei confronti della fisicità, anche nell'indagare la dimensione metafisica del trascendente, risultano evidenti fin dalle copertine dei quaderni all'interno dei quali l'opera venne manoscritta. Esse sono infatti giunte a noi ricoperte di citazioni, molte delle quali trascritte da Simone Weil più e più volte, in instancabili ripetizioni. Nell'interpretare tali ermetici aforismi è di nostro interesse sottolineare come, tra questi, i più ricorrenti presentino spesso un rimando al corpo, agli aspetti fisici dell'esistenza, persino nel riferirsi a Dio stesso come "seduto" e "affaticato".*

È altrettanto singolare il riproporsi del tema corporeo all'interno della poesia che, per stessa confessione di Weil in una lettera all'amico e confidente spirituale padre Perrin, assunse un ruolo centrale nel proprio itinerario di scoperta della mistica, accompagnando il suo primo contatto "reale, da persona a persona" con Dio: Love, del poeta mistico inglese George Herbert. In essa, l'incontro umano con il divino, identificato come Amore, viene immaginato in maniera concreta, tramite un vero e proprio affettuoso contatto fisico. Attributi fisici umani come gli occhi, le mani, vengono richiamati in quanto frutto di creazione. All'interno del verso conclusivo della poesia, inoltre, ritorna persistente il riferimento al nutrimento sotto forma di un invito, rivolto da Amore all'essere umano, a sedersi e mangiare il cibo offerto. Sarebbe certamente ingenuo ritenere che i richiami al corpo e al nutrimento in tali riferimenti siano da intendersi in maniera letterale. Tuttavia, anche considerandoli sotto una luce metaforica, come nell'esempio di Love nel quale il nutrimento si presenta per l'anima sotto forma di amore divino, essi non mancano di rappresentare il valore, mai trascurabile, che Weil attribuisce all'esperienza vissuta. [...]

* A questo proposito, cfr. D. Pagliacci, "L'amore tra fragilità e speranza. L'esperienza di Dio in
Simone Weil" in Elaborare l'esperienza di Dio, Atti del Convegno, Parma, marzo 2009, disponibile su: https://mondodomani.org/teologia