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In questa tesi verranno affrontati temi come malnutrizione (cap. 1) e sottonutrizione
(cap. 2), analizzandone gli effetti e soprattutto cercando di definirne le cause. Sarà presa in
considerazione soprattutto la sicurezza alimentare, descrivendone i fattori che la
caratterizzano (disponibilità, accessibilità e utilizzazione degli alimenti) e i problemi
esistenti per la sua rilevazione statistica (cap. 3). Verranno presi in rassegna i principali
indicatori utilizzati dalle diverse Organizzazioni e descritti i requisiti che ognuno di essi
dovrebbe soddisfare (cap. 4) e verrà, infine, fatta un’analisi dettagliata dei due indicatori più
in uso: gli indicatori antropometrici (cap. 5) e i bilanci alimentari (cap. 6), attraverso la
descrizione del loro utilizzo, dei loro vantaggi e, soprattutto, dei loro limiti.
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1. LA MALNUTRIZIONE E I SUOI EFFETTI
1.1 L’IMPORTANZA DEL PROBLEMA
Il World Food Summit nel 1996 ha stimato che circa 840 milioni di persone hanno
una dieta ipocalorica. Tra queste, 11 milioni nei Paesi industrializzati, 30 milioni nei Paesi in
transizione e 799 nei Paesi in via di sviluppo.
Questo valore non si riferisce alla popolazione totale del pianeta, ma a quella
presente in 98 Paesi, scelti tra quelli in via di sviluppo, tenendo conto di un margine d’errore
del 5%. I 98 Paesi oggetto di studio, sono stati suddivisi nei seguenti sei gruppi, in funzione
della percentuale delle persone sottonutrite rispetto al numero totale della popolazione, negli
anni 1990-1992:
-FIGURA 1.1. STIMA DELLA POPOLAZIONE MALNUTRITA
Source: FAO - Committee on World Food Security, 25th Session (1999)
Elaboration Ce.S.I.A
¾ Gruppo 1: Paesi con più del 50% della popolazione sottonutrita
¾ Gruppo 2: Paesi con una percentuale di sottonutriti compresa tra il 38 e il 50%
¾ Gruppo 3: Paesi con una percentuale di sottonutriti compresa tra il 27 e il 37%
¾ Gruppo 4: Paesi con una percentuale di sottonutriti compresa tra il17e il
26%
¾ Gruppo 5: Paesi con una percentuale di sottonutriti compresa tra l’8 e il 16%
¾ Gruppo 6: Paesi con meno dell’8% della popolazione sottonutrita.
0,0
50,0
100,0
150,0
200,0
250,0
300,0
350,0
400,0
450,0
500,0
N
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(
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)
>50% 38-50% 27-37% 17-26% 8-16% <8%
Countries grouped by level of undernourishment
Population undernourished 1990-92
SS. Africa: Benin, Cote d'Ivoire,
Gabon, Guinea, Mauritania, Mauritius.
Asia: India, Lao PDR, Pakistan,
Philippines, Sri Lanka, Thailand,
Vietnam.
Latin America and the Caribbean:
Chile, Colombia, Ecuador, El Salvador,
Guatemala, Guyana, Honduras,
Jamaica, Nicaragua, Panama,
Suriname, Venezuela.
Near East: Iraq, Yemen, Rep.
SS.Africa: Botswana,
Congo Rep. Gambia,
Lesotho, Madagascar,
Mali, Namibia, Niger,
Senegal, Sudan, Togo,
Uganda.
Asia: Bangladesh,
Cambodia, Mongolia,
Nepal.
Latin America and the
Caribbean: Dominican
Republic
SS.Africa: Burkina
Faso, Burundi,
Cameroon, Congo
Dem. Rep., Ghana,
Kenya, Malawi, Nigeria,
Rwanda, Tanzania,
Zambia, Zimbabwe,
Latin America and the
Caribbean: Bolivia,
Peru
SS.Africa: Swaziland.
North Africa:Algeria,
Morocco
Asia: China, Indonesia,
Korea, Dem. Rep.,
Myanmar.
Latin America and the
Caribbean: Argentina,
Costa Rica, Cuba, Mexico,
Paraguay, Trinidad, and
Tobago, Uruguay.
Near East: , Kuwait, , Saudi
Arabia.
Oceania: Papua New
Guinea
North Africa: Egypt,
Libya,Tunisia
Asia: Hong Kong, Korea,
Rep., Malaysia. Latin
America and the
Caribbean: Brazil. Near
East: Arab Rep., Iran,
Islamic Rep., Jordan,
Lebanon, Syrian Arab
Republic, Turkey, United
Arab Emirates
SS.Africa: Angola,
Central African Rep.,
Chad, Ethiopia, Liberia,
Mozambique, Sierra
Leone, Somalia. Asia:
Afghanistan. Latin
America and the
Caribbean: Haiti
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Approssimativamente il 96% delle persone che vivono in uno stato d’insicurezza
soffre di deficienze alimentari croniche, il restante 4%, invece, è costituito da quelle
popolazioni che periodicamente devono affrontare un deficit temporaneo d’energia causato
da eventi naturali od indotti.
La maggior parte dei Paesi che soffrono d’insicurezza alimentare, si trova nelle zone
che presentano il reddito più basso, tra quelle in via di sviluppo (FAO, 2002).
La povertà è la principale causa dell’insicurezza alimentare e la sua eradicazione è il
primo obiettivo da raggiungere per assicurare l’accesso al cibo a tutti. La maggior parte delle
persone che soffrono di malnutrizione non produce autonomamente o non può permettersi di
acquistare una quantità sufficiente di alimenti. Questi individui non hanno solo difficoltà di
accedere al cibo, ma anche a tutti qui fattori che ne determinano la sua produzione, come il
terreno, l’acqua, le conoscenze adeguate, piante e semi, appropriate tecnologie. A questo si
aggiungono anche le guerre, i conflitti civili, i disastri naturali, la degradazione, i
cambiamenti del clima, che non fanno altro che peggiorare una situazione già di per sé
vulnerabile ( FAO, 1996).
-FIGURA1.2. UN QUADRO DELLA SITUAZIONE A LIVELLO MONDIALE
Da uno studio effettuato dalla FAO e dall'OMS si evince che, nei Paesi in via di
sviluppo, una persona su cinque soffre di sotto alimentazione cronica, 192 milioni di
bambini soffrono di MPE (malnutrizione proteico-energica) e più di due miliardi di persone
presentano carenze in micronutrienti. Inoltre, ulteriori malattie, non trasmissibili, legate
all'alimentazione, come l'obesità, le malattie cardiovascolari, il diabete o alcuni tumori
iniziano a rappresentare dei problemi di sanità pubblica in numerosi Paesi in sviluppo.
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Malgrado questa tendenza e le cifre allarmanti, il numero di persone che presentano
problemi nutrizionali è regredito e numerosi Paesi sono riusciti a diminuire notevolmente la
percentuale degli affamati e dei malnutriti. Nei Paesi in via di sviluppo, presi nel loro
complesso, il numero assoluto di persone che soffrono di sotto-alimentazione cronica è
andato incontro ad una costante diminuzione dagli anni 70 ad oggi. Tra il 1969 e il 1971 è
stato stimato che il numero delle persone cronicamente sotto alimentate era di circa 893
milioni, contro gli 809 milioni calcolati tra il 1990 e il 1992 e la percentuale della
popolazione colpita è passata dal 35 al 20%.
I dati della FAO e dell'OMS indicano che tra il 1980 e il 1990 lo stato nutrizionale è
sì migliorato, ma nel suo complesso e non in tutti i Paesi. Infatti, mentre Asia e America
Latina hanno incontrato un netto miglioramento, nelle regioni dell'Africa subsahariana la
situazione è andata deteriorandosi (Latham, 2001).
L’insufficienza di cibo, la malnutrizione e la povertà sono dei fenomeni strettamente
collegati. Paesi con un alto numero di persone sottonutrite, infatti, sono caratterizzati spesso
da un’alta prevalenza di bambini sottopeso che presentano inoltre una crescita ritardata. In
questi Paesi, un’elevata percentuale della popolazione vive in condizioni di estrema povertà
e, nelle zone dove un numero elevato di abitanti è sottonutrito, una comparabile alta quantità
combatte per sopravvivere con meno di 1$ il giorno.
Milioni di persone, inclusi sei milioni di bambini, muoiono ogni anno di fame. In
molti Paesi il tasso di mortalità di bambini sotto ai cinque anni è molto alto, così come è
bassa la loro aspettativa di vita, pari mediamente a 38 anni.
Relativamente pochi dei decessi prematuri sono causa di inedia. La maggior parte di
essi è la conseguenza di una persistente mancanza di cibo adeguato e di nutrienti essenziali
che determina, con il tempo, debolezza, sottopeso e vulnerabilità.
Quest’elevato tasso di mortalità, tuttavia, non può essere attribuito solo agli effetti della
fame, esistono molti altri fattori che, congiuntamente alla carestia e alla malnutrizione, sono
causa della morte precoce di dieci milioni di persone ogni anno ( FAO, 2003).
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1.2 EFFETTI DELLA MALNUTRIZIONE
La fame, che affligge un quinto delle popolazione nei paesi in via di sviluppo, è un grande
ostacolo al progresso degli individui e della società. Senza opportuni interventi la
malnutrizione, con le morti e le malattie conseguenti, si trasmette da una generazione
all’altra.
Dalla Dichiarazione di Roma sulla sicurezza alimentare è stato riconosciuto che ogni
uomo ha il diritto di poter assumere una quantità sufficiente di cibo sano e di buona qualità,
in ogni periodo dell’anno, per soddisfare tutti i bisogni nutrizionali necessari a mantenere
un’adeguata condizione fisica e a svolgere un lavoro, nonché alla propria crescita e sviluppo,
nel caso di bambini. Allo stesso modo, ciascuno deve poter essere in grado di digerire,
assorbire ed assimilare gli alimenti e i nutrienti che ingerisce (FAO, 1996).
La malnutrizione, d’altronde, non riguarda soltanto il povero né l’eccessiva
nutrizione è un “lusso” dei soli ricchi. La cattiva nutrizione oltrepassa l’aspetto economico e
provoca problemi di salute per chi mangia troppo poco (denutrizione), troppo (eccessiva
nutrizione) o segue una dieta alimentare sbilanciata, senza le sostanze nutritive essenziali per
una vita sana (deficienze micronutritive). L’assunzione di sostanze altamente energetiche,
l’abitudine ad una dieta povera e un metabolismo deficitario provocano una serie di
problemi del tutto differenti. La denutrizione come l'eccessiva alimentazione inducono alti
livelli di malattia e invalidità, accorciano l'aspettativa di vita e riducono la capacità
riproduttiva soprattutto per chi vive nei paesi in via di sviluppo.
L'impatto sulla salute pubblica è enorme: più della metà delle principali malattie nel
mondo è attribuibile alla fame, alla sovranutrizione e molto spesso alla deficienza di
vitamine e minerali. Paesi in via di sviluppo e paesi sviluppati pagano, comunque, un caro
prezzo per la malnutrizione. La Banca mondiale stima che all'India, per esempio, nel 1996 la
fame sia costata qualcosa come fra il 3 e il 9 per cento del suo prodotto interno lordo. E
l'obesità è costata agli Stati uniti, alla fine degli anni '90, il 12 per cento della spesa sanitaria
nazionale, qualcosa come 118 miliardi di dollari.
L’inedia priva le persone di una loro grande risorsa: la forza e la capacità di lavorare
produttivamente. Numerosi studi hanno infatti confermato che la fame inibisce seriamente
l’abilità di sviluppare le competenze e la produttività lavorativa. Nei bambini la fame
provoca il ritardo della crescita mentale e fisica e determina anche la diminuzione della
capacità di apprendere ed imparare. Gli adulti, per di più, con corporature magre e asteniche,
dovute ad un cattivo apporto nutritivo, non riescono a guadagnare salari sufficienti al loro
sostentamento e producono in quantità inferiore.
10
-FIGURA 1.3. EFFETTI DELLA MALNUTRIZIONE DURANTE IL CICLO VITALE
Le donne, che biologicamente e socialmente rappresentano un anello critico
nel benessere delle famiglie e delle comunità, sono spesso più vulnerabili degli uomini alla
malnutrizione.
Sebbene, essendo di costituzione più piccola, abbiano bisogno di diete meno
energetiche, necessitano di quantità uguali o maggiori di numerosi nutrienti, e quindi di
nutrirsi con più alta proporzione di apporti nutritivi. Le donne in gravidanza hanno bisogno
di 300 kcal al giorno in più, che salgono a 500 kcal giornaliere durante l’allattamento. Nella
gravidanza e nel parto la malnutrizione fa correre alle donne rischi più gravi, complicazioni
e morte. Fattori legati alla gravidanza sono la causa principale di morte tra donne di età
compresa tra 15 e 19 anni. Queste giovani, con un fisico non ancora completamente
sviluppato e spesso con deficienze nutritive, corrono un rischio di morte da 20 a 200 volte
più alto di quello di madri con età da 20 a 24 anni.
La malnutrizione minaccia anche i loro bambini. Ogni anno, la morte di oltre la metà
dei 12 milioni di bambini è legata alla malnutrizione, spesso dovuta all’insufficiente
alimentazione della madre durante la gravidanza. I dati mostrano che il tasso di mortalità
infantile per bambini di madri molto giovani è più alto (talvolta anche del doppio) di quello
di bambini nati da madri più anziane. Poiché i bambini sono il segmento più vulnerabile
della popolazione e, in particolare, costituiscono le prime vittime delle deficienze
micronutritive, le loro condizioni di salute sono un buon indicatore della salute dell’intera
comunità. Ogni anno fino a 500 000 bambini diventano parzialmente o completamente
11
ciechi per deficienza di vitamina A, che aumenta anche la vulnerabilità alle malattie, al
ritardo della crescita e dello sviluppo ed è responsabile dell’aumento del tasso di mortalità
per morbillo, dissenteria e malattie dell’apparato respiratorio.
La carenza di iodio, da sola, è la più importante causa degli evitabili danni cerebrali
nei bambini, e incrementa anche l’incidenza di aborti, feti morti e decessi da parto. Ci sono
più di 16 milioni di persone affette da cretinismo e circa 49,5 milioni colpiti da danni
cerebrali per la deficienza di iodio.
Altri studi affermano che un incremento dell’1% dell’indice di massa corporea (IMC,
dato dal rapporto tra peso e altezza elevata al quadrato, altre informazioni sull’indice sono
nel cap. 5) determina un aumento di più del 2% del salario per quelle persone che hanno un
IMC prossimo al limite minimo ( FAO, 2003).
Regimi alimentari scorretti ed alcune malattie sono spesso il risultato di una radicata
insicurezza alimentare a livello familiare, di un precario stato salutare (frequenti malattie) e
di pratiche alimentari inappropriate.
La malnutrizione e le malattie sono spesso fenomeni strettamente collegati tra loro. Le
persone deboli, o infette, hanno un regime alimentare inadeguato, spesso ipocalorico e sono
così soggette anche ad infezioni secondarie e la malattia può facilmente accelerare il suo
corso. Si verifica in questo modo un ulteriore peggioramento della loro situazione
nutrizionale, in quanto una persona debilitata può, se in grado, svolgere solo un lavoro
leggero, e quindi produrre in quantità molto inferiore rispetto a quella che produrrebbe in
uno stato di salute ottimale, con un regime alimentare più sano ed equilibrato (FAO, 1999).
L’utilizzazione degli alimenti non è solamente legata a fattori economici, sociali,
politici, tecnici, ecologici e culturali, ma anche alla mancanza di conoscenze adeguate, di
competenze e attitudini per il loro più giusto utilizzo. Fondamentale, per questo, è il contesto
culturale, che gioca un ruolo molto importante nell’utilizzo delle risorse e nella creazione e
nel mantenimento delle istituzioni, soprattutto a livello locale (VAM/SAF, 2000).
Questi fattori rappresentano anche le cause di uno stato di sottonutrizione e, insieme ad
altri, verranno meglio analizzati nel prossimo capitolo.
12
2. POVERTA’ E FAME: LA SOTTONUTRIZIONE E LE SUE
CAUSE
2.1. DEFINIZIONE DI SOTTONUTRIZIONE
Il termine malnutrizione si riferisce a tutti quei tipi d’alimentazione che non
soddisfano i fabbisogni fisiologici dell’organismo. Uno di questi è la sottonutrizione (e la
sovranutrizione) risultante da un’insufficiente (o un’eccessiva) assunzione di cibo, rispetto al
fabbisogno. Non bisogna, come invece spesso avviene, confondere la malnutrizione con la
sottonutrizione. Il termine malnutrizione è molto più ampio. Possiamo dire che la
sottonutrizione è un tipo di malnutrizione ma non l’unico: esistono, infatti, molte altre
tipologie di malnutrizione, come ad esempio, quella relativa alla deficienza di specifici
nutrienti o ad una dieta basata su proporzioni errate di alimenti. La gotta, lo scorbuto e
l’anemia sono tutte forme di malnutrizione causata da un’inadeguata ingestione di iodio,
vitamina C e ferro, rispettivamente. Non c’è quindi solamente la sottonutrizione alla base di
uno stato malnutrito, ma un insieme di fattori, come si può vedere dalla figura 1.
-FIGURA 2.1. FATTORI DETERMINANTI LO STATO DI MALNUTRIZIONE
La sottonutrizione è l’effetto di un’insufficienza alimentare di qualsiasi tipo, causata
principalmente da un inadeguato ingresso di cibo (energia), a prescindere se ci sia o no
carenza di uno specifico nutriente. La sottonutrizione è definita come un
approvvigionamento energetico sotto il livello minimo necessario per mantenere l’equilibrio
tra l’ingresso d’energia nel corpo e la sua utilizzazione (FAO/WHO/UNU, 1985).
13
2.2. I NUMERI DELLA SOTTONUTRIZIONE
Le ultime stime effettuate dalla FAO indicano che 798 milioni di persone nei Paesi in
via di sviluppo, 34 milioni nei Paesi così detti in transizione e 10 milioni nel mondo
sviluppato si trovavano in uno stato di sottonutrizione tra il 1999 e il 2001. Il totale di 842
milioni di sottonutriti nel mondo non ha presentato considerevoli cambiamenti nelle
valutazioni degli anni successivi (FAO, 2000).
-FIGURA 2.2. SOTTONUTRITI 1999-2000 (MILIONI)
La maggior parte delle persone sottonutrite, nei Paesi in via di sviluppo, vive in Asia
e nel Pacifico, considerando anche l’India e la Cina. Questa regione ospita il 60% del totale
della popolazione del mondo sottosviluppato, vale a dire circa i due terzi (505 milioni) dei
sottonutriti. Basti notare che l’India ne conta, da sola (214 milioni), più di tutta l’Africa sub-
Sahariana. Rispetto alla valutazione fatta gli anni precedenti, il numero dei sottonutriti si è
ridotto in Asia e nel Pacifico e in America Latina e nei Caraibi. Mentre continua a salire
nelle regioni dell’Africa sub-Sahariana, nel Vicino Oriente e nel Nord Africa (FAO, 2003).
Calcolare il numero dei sottonutriti non fornisce alcuna indicazione sulla severità
dell’insicurezza alimentare. Per una valutazione più precisa è necessario stimare, oltre alla
percentuale delle persone in deficit nutrizionale, la severità della sottonutrizione, non solo
all’interno di un Paese, ma anche a livelli più ristretti, in ogni comunità e famiglia. Il metodo
maggiormente utilizzato a questo scopo è quello di calcolare il deficit energetico di una
persona in stato di sottonutrizione e confrontarlo con i valori presenti nelle tabelle della
richiesta minima d’energia di cui necessita l’organismo. Bisogna però tener conto del fatto