3
Introduzione
«Immagini e video possono racchiudere migliaia di parole, vero. Ma non possono
sostituire la scrittura»
1
.
Racconto spesso che, quando scoprì che con il computer non si poteva solo
giocare ma anche scrivere, pensai che avessero fatto la scoperta più bella del
mondo. Internet è stato il passo successivo: gli esperti potrebbero definirmi una
nativa digitale, inserita in una generazione di quanti sono cresciuti con gli
strumenti digitali che hanno modellato il mondo. Credo abbiano proprio ragione:
ho visto come si sono evoluti i personal computer, ho imparato a navigare con
connessioni sempre più veloci e a ridurre la lunghezza dei miei testi per poterli
leggere sullo schermo.
Proprio dalle due cose che amo di più, la scrittura e Internet, è nata questa tesi, che
ha richiesto cinque mesi di lavoro, diverse ore di interviste e molti prestiti
bibliotecari. Le fonti sono indicate in bibliografia e sono richiamate laddove ne
abbia fatto riferimento; chiaramente una tesi che parla di scrittura digitale non
poteva non avere un elenco di fonti sul web, per questo motivo ho utilizzato
moltissimi siti web, blog, ricerche e articoli online che fossero il più aggiornati
possibile (anche se in Internet tutto diventa obsoleto in fretta e questo sicuramente
conferisce una maggiore difficoltà nella stesura di un testo destinato alla stampa
come questo).
Il punto di partenza di questo lavoro è stato la consapevolezza che la scrittura ha
subito un processo di de-strutturazione profonda. Dai libri di Gutenberg alle guide
sul web, sintassi, retorica e tecniche stilistiche si sono succedute e hanno
intrapreso molteplici direzioni, accorciandosi e arricchendosi, allungandosi e
impoverendosi. Socrate la considerava dannosa in quanto insidiava il dialogo in
piazza, per lui sola vera fonte di dibattito, sapere, democrazia
2
. La capacità di
instillare un dialogo è oggi chiaramente visibile negli effetti che i social media e i
loro strillanti messaggi hanno determinato: da Barack Obama nella campagna del
2012 a Beppe Grillo nel suo continuo tentativo di denunciare quanto avviene
1
Riccardo Esposito, Prontuario di sopravvivenza per giovani webwriter, 23 maggio 2013,
mysocialweb.it
2
Gianni Riotta, Il web ci rende liberi?, Einaudi, 2013, pag. 21
4
dentro e fuori il Parlamento italiano. Il testo fruito al computer non è più
solamente dedicato all'intrattenimento o alla comunicazione informale, ma assume
significati sociali rilevanti.
La scrittura digitale ha inoltre modificato le potenzialità della mente umana, della
conoscenza e dell'organizzazione sociale
3
. Lo scrittore statunitense Nicholas Carr
4
- che citerò diverse volte in questa tesi - individua il rischio di una modifica nel
pensiero umano, nella direzione di un'incapacità della memoria di assorbire
informazioni, assuefatta da Google. Oltre ad una memoria meno allenata, l'uso di
Internet influisce, secondo l'autore, anche sulla concentrazione e sulla produttività.
Il nostro cervello è in grado di eseguire bene solo un'operazione alla volta, a
livello di neuroni questo si traduce in lasciare da parte un'azione e predisporre
tutto per eseguirne un'altra attivando e disattivando diversi centri neuronali
5
. In
questo indebolimento del cervello, la scrittura va a condizionare la mente umana,
così come affermava Friedrich Nietzsche: «i nostri strumenti di scrittura hanno un
ruolo nella formazione dei nostri pensieri»
6
. Secondo Carr fu proprio la nuova
scrittura veicolata dalla tecnologia permessa dalla macchina da scrivere a
condizionare lo stile della scrittura di Nietzsche verso la forma aforistica che
caratterizza le opere successive
7
. In realtà, questa asserzione è falsa: come ha
ricordato il filosofo italiano Maurizio Ferraris, in realtà Nietzsche usò la macchina
per scrivere solamente per redigere poche lettere, tutte le opere filosofiche
continuarono ad essere scritte a mano nella sua calligrafia quasi indecifrabile
8
.
Dall'altra parte, invece, c'è chi tesse le lodi della nuova scrittura in formato
digitale, che si è arricchita di significati e non si è impoverita della grazia
tradizionalmente attribuita alla scrittura su carta. Ne sono un esempio i
professionisti che sull'argomento dedicano libri e spazi online, come l'italiana
Luisa Carrada, giornalista e scrittrice dei due testi «Il mestiere di scrivere» (2008)
3
Mauro Ceruti, Origini della scrittura: genealogie di un'invenzione, a cura di Gianluca Bocchi,
Bruno Mondadori, 2002, pag. 1
4
Nicholas Carr, saggista e collaboratore dei prestigiosi «New York Times», «The Financial Times»
e «Wired», è divenuto noto per i suoi testi dove riporta ricerche che dimostrano le conseguenze
negative che Internet ha apportato al nostro cervello.
5
Riccardo, Gli effetti di Internet sul nostro cervello, 14 maggio 2013, http://blog.lateatnight.org
6
Scambio epistolare tra il filosofo e il suo amico Koselitz citato da Carr in Internet ci rende
stupidi?, Cortina Raffaello, 2011
7
Redazione, Internet ci rende stupidi? - di Nicholas Carr, 1 giugno 2011, cyberbouquiniste.com
8
Ibidem
5
e «Lavoro, dunque scrivo!» (2012) che richiamerò diverse volte nella mia tesi,
sopratutto nel capitolo 4
9
. A suo giudizio, è importate imparare a scrivere per
Internet, senza vederne nelle sue logiche di sintetizzazione del testo una «bestia
nera» da condannare, anzi: la scrittura diventa nuovo strumento di business, con
cui ogni azienda deve fare i conti, e anche nella comunicazione di impresa ogni
strumento deve avere il suo linguaggio
10
. Di conseguenza, sono nate delle figure
professionali che devono conoscere le regole della scrittura digitale, ma anche
saper posizionare correttamente le immagini, scegliere i link adeguati e saper
inserire le giuste keywords, compiti per nulla scontati.
Certamente, la scrittura online ha comportato l'evoluzione di un pensiero sintetico,
schematico, essenziale
11
. Nel momento in cui si tramuta in scrittura digitale ne
consegue una modifica dei nostri modi di elaborare un testo, di leggerlo e di
scriverlo. La scrittura online, affermano gli esperti di usabilità, deve essere
sintetica, precisa, semplice e chiara, perché la lettura sullo schermo è più faticosa,
ma anche perché vi sono altri siti concorrenti «a portata di click» e il rischio di
confondere e disorientare l’utente è maggiore rispetto agli altri media
12
. Ma le
conseguenze vanno oltre la mera capacità di produrre contenuti scritti. Tutto
diventa immediato, veloce e connesso, la mente si abitua a fruire di informazioni
in real time.
Così come cambiano i modi di produzione di un testo scritto, cambiano le regole
della cortesia linguistica, tant'è che è nato un neologismo per definirla: netiquette,
unione delle parole inglesi net (rete) ed etiquette (etichetta). Ne è un esempio l'uso
delle maiuscole per «gridare» qualcosa in forum, blog, chat, o e-mail
13
. Una sorta
di galateo cibernetico da applicare negli usi quotidiani che ognuno fa di Internet.
Le potenzialità rese possibili da Internet vanno oltre la singola creazione di testi
scritti. La produzione di contenuti su Internet, sia testuali che multimediali, può
9
Luisa Carrada, Il mestiere di scrivere, Apogeo, 2011. Luisa Carrada, Lavoro, dunque scrivo!,
Zanichelli, 2012
10
Luisa Carrada, Scrivere per il web, mestierediscrivere.com/scrivere_web
11
Luca Paolini, Come cambia la scrittura nell’era crossmediale, 12 marzo 2010,
http://ieducazione.blog.testimonidigitali.it
12
Estratto della Tesi di Laurea in Scienze della Comunicazione dell'Università degli Studi di Trieste
Imparare a Comunicare nell’era di Internet: le proposte di alcuni corsi di scrittura on line di
Jonathan Pochini, 22 Marzo 2004, www.thanx.it
13
Francesco Screti, Differenze tra la scrittura analogica e quella digitale, in «Comunicazione
scritta in rete e insegnamento dell'italiano L2», Anno 2 - Numero 1
6
essere soggetto a lavori di crowdsourcing, ovvero di produzione collettiva di
contenuti, lo svolgimento di un progetto o la realizzazione di un'idea demandata
da un'azienda o un'istituzione. È usato sempre più come modello di business e
spesso viene esplicitato in forma di crowdfunding, un termine che indica la
richiesta fatta alle persone comuni da parte di singoli, aziende o enti solitamente
abbastanza noti di finanziare un progetto, che non prevede certo la fisica creazione
collettiva di qualcosa, ma che rende tutti partecipi di quanto verrà creato. Un
esempio è quello dei finanziamenti richiesti per i film: l'attore americano Zach
Braff, divenuto celebre per la serie televisiva «Scrubs» ha recentemente chiuso un
progetto di raccolta fondi collettiva sul sito kickstarter.com
14
incassando in solo
un mese la cifra di oltre 3,105,473 dollari per finanziare un film - Wish I was here
- che potrà dirigere senza dover tenere conto degli investitori e delle loro pretese,
grazie quindi all'appoggio dei suoi fan e di quanti ritengono interessante il suo
progetto
15
.
Questi esempi sono la dimostrazione che il web può incentivare i lavori di gruppo
in modo tale che gli individui possano apportare il proprio contributo, economico
o di co-creazione. Del resto, sfruttare la folla - la crowd - per ottenerne il massimo
beneficio possibile, è quello che fanno i content market, piattaforme che
permettono ad utenti da casa di produrre contenuti testuali per il web, ma
arricchiti da immagini ed elementi paratestuali utili (link, grassetti, ecc).
Quindi, come cambia la scrittura con il web?
Ho fatto questa domanda ad Andrea Santagata, CEO di Banzai Media, una realtà
digitale molto importante in Italia che ha dato avvio da un paio d'anni ad un
progetto, O2O, che analizzerò nell'ultimo capitolo
16
. A suo parere il web non
migliora la scrittura, in quanto è un mercato povero e sovraffollato. La vera
devastazione del web, secondo Santagata, si chiama Google, perché ha guastato lo
«user generated content», ovvero il contenuto generato dagli utenti, il fondamento
del web. La rete infatti nasce nel 1994 perchè chiunque potesse pubblicare i propri
contenuti, una facoltà che «esplode» con la digitalizzazione degli strumenti e con i
14
Kickstarter.com è un sito di crowd funding nato nel 2009 per progetti creativi. Tramite esso
sono stati finanziati diversi tipi di imprese, tra cui film indipendenti, musica, spettacoli teatrali,
fumetti, giornalismo, videogame e imprese legate all'alimentazione. Non è possibile investire su
progetti Kickstarter per trarne un guadagno in denaro, ma solo supportare un progetto in cambio
di una ricompensa materiale o un'esperienza unica nel suo genere. Fonte: Wikipedia
15
Progetto disponibile al link www.kickstarter.com/projects/1869987317/wish-i-was-here-1
16
Intervista ad Andrea Santagata, 10 giugno 2013, Banzai - Milano
7
Content Management System molto semplici da utilizzare
17
. Tuttavia, il blog era
davvero creazione di contenuto, fino a quando Google non ha creato un modello
per l'indicizzazione dei contenuti tale per cui il migliore è considerato quello
maggiormente cercato dalle persone; tuttavia pertinenza e ricercabilità non
possono essere criteri di qualità. Google ha creato un circuito perfetto in cui viene
indicizzato il traffico che viene monetizzato ma indipendentemente dalla qualità
del proprio lavoro. Questo ha messo in crisi anche chi produceva in maniera
diversa, che si è trovato in una competizione scorretta e si è dovuto adeguare: per
cui adesso chi scrive deve stare attento al SEO
18
(per il quale funziona ciò che è
cercato ma anche di qualità rispetto a quanto cercato) e ai social (dove funziona
ciò che è «strillato»). Google deve riuscire a capire che non solo il contenuto
maggiormente cercato è il migliore ma è anche quanto è pertinente e interessante
perchè visitato più a lungo o perchè oggetto di commenti e segnalazioni. La
scrittura in parte si è corrotta con questi meccanismi, ma dall'altra parte si è
arricchita di una possibilità, quella di una democratizzazione della creazione di
contenuti, che porta a poter scrivere gratuitamente e in qualsiasi momento su uno
dei tanti CMS diffusi sul web.
Per quanto riguarda la struttura, questo lavoro di tesi è stato realizzato dal
generale fino al dettaglio, dalla teoria agli esempi concreti e mano a mano che
affrontavo argomenti più specifici ho utilizzato sempre più fonti sul web.
Parlare di scrittura digitale implica avere chiaro come è nata la scrittura, per
questo il mio primo capitolo tratta della sua nascita come strumento di ausilio alla
memoria e del suo primissimo sviluppo in sistema alfabetico; dopodiché ho
ritenuto importante analizzare i rapporti che la scrittura ha intrecciato con la
stampa e la pubblicità, campi che hanno fatto del testo un elemento chiave.
Nello sviluppo della storia della scrittura possiamo certo evidenziare le tecniche e
gli strumenti che si sono succeduti, mentre le critiche, gli entusiasmi, gli
scetticismi che hanno provocato sono dovuti alla concezione lineare che la società
17
Un Content Management System, in acronimo CMS, (in italiano sistema di gestione dei
contenuti), è uno strumento software, installato su un server web, il cui compito è facilitare la
gestione dei contenuti di siti web, svincolando il webmaster da conoscenze tecniche specifiche
di programmazione Web. Fonte: Wikipedia
18
La SEO intesa come ottimizzazione è un’attività che consente di migliorare la qualità di un sito
web per fornire un'informazione quanto più attinente possibile (e che rispecchi la realtà)
all’informazione cercata da un utente. Fonte: http://seoblog.giorgiotave.it/seo
8
ha dei media. Ma «nulla c'è di lineare nella storia della comunicazione»
19
. Perché
si scateni una rivoluzione tecnologica non basta soltanto l'invenzione in sé, ma
devono esserci contenuti rivoluzionari. Perciò, nonostante in Corea già dall'inizio
del Trecento inventarono un carattere mobile simile a quello di Gutenberg, non ci
fu una rivoluzione della stampa e della comunicazione come invece è avvenuto in
Germania e poi in Europa
20
. Questo implica ovviamente contesti storici e sociali
innovativi e persone che usino i nuovi mezzi per creare nuovi linguaggi. Per
questo, nel primo capitolo viene ben chiarito il contesto che permise la nascita
della stampa in Europa.
Nel capitolo due ho voluto integrare alla storia della scrittura la storia di Internet,
la sua nascita come sistema di collegamento militare a sviluppo come Rete delle
Reti e la nuova società che è andata delineandosi con la sua diffusione, la
cosiddetta network society. È importante, infatti, prima di capire il rapporto che la
scrittura ha con il web, comprendere quali siano le implicazioni dell'utilizzo della
Rete: per questo motivo ho voluto implementare il discorso teorico con analisi e
ricerche condotte da Istat, Banca d'Italia, Cefriel e Commissione Europea. Le
conseguenze socio-economiche della presenza della banda larga sono indicate nel
paragrafo sul digital divide, ovvero il divario digitale che interessa ancora il
nostro paese. Gli usi di Internet in Italia sono davvero molteplici e ciascuno di noi
ha una propria influenza, come sottolineato da Jeff Bullas, un consulente
americano molto noto che aiuta a massimizzare la presenza delle imprese online
21
.
Infine, un fenomeno nato con la diffusione di Internet è quello delle comunità
online che condividono interessi e passioni e si scambiano messaggi e punti di
vista: ad esso è dedicato l'ultimo paragrafo.
Nel capitolo tre comincio invece a legare la scrittura a Internet, illustrandone il
rapporto che nel tempo hanno intrecciato, con le conseguenze che una nuova
lettura al computer comporta, individuate in primo luogo da Jakob Nielsen
22
; ho
19
Gianni Riotta, Il web ci rende liberi?, Einaudi, 2013, pag.69
20
Ibidem
21
Jeff Bullas lavora con le aziende per ottimizzare la loro presenza on-line attraverso il marketing
digitale, i social media e le tecnologie web e mobile. Il suo blog - www.jeffbullas.com - tratta
proprio di Social Media e Web Marketing e delle modalità con cui usare Twitter, Blogging,
Facebook, YouTube, LinkedIn, Search Engine Optimization (SEO) e il content marketing. Fonte:
http://www.jeffbullas.com/bio/
22
Jakob Nielsen è il fondatore, insieme a Donald A. Norman, del Nielsen Norman Group, creato
nel 1998 che si occupa di ricerche su user experience e Web usability.
9
quindi analizzato nello specifico blog e forum come primo esperimento di
scrittura «dal basso» che la Rete ha reso possibile, ma anche come nuove forme di
comunicazione d'impresa; dopodiché ho ritenuto rilevante affrontare la tematica
dei giornali digitali, ovvero di come il giornalismo cartaceo ha dovuto affrontare
l'avvento di Internet e quindi nuove forme di fruizione del testo. La scrittura
digitale prevede infatti nuove regole di composizione e a tal proposito parlo in
seguito di usabilità, la disciplina che si occupa di quelle proprietà di un sito web
che lo rendono «facile» da navigare e usare
23
.
Il capitolo quattro è il più «tecnico»: ho voluto infatti fornire una sorta di guida
alla composizione di un testo per il web, in quanto articolista da diversi anni,
illustrando esempi di testi correttamente scritti e altri a cui apportare modifiche
tali da renderli più fruibili. Il mio personale punto di riferimento è stata la
professionista Luisa Carrada, i cui testi mi sono stati molto utili e mi hanno aiutata
a elaborare le correzioni ai testi analizzati. In particolare ho esaminato le parole e
la loro struttura, i collegamenti ipertestuali e la scelta delle immagini, componenti
a mio giudizio fondamentali da considerare in sede di scrittura di un testo per il
web.
Con il capitolo cinque, invece, introduco il crowdsourcing, inteso come creazione
collettiva di contenuti digitali. Dal momento che il primo esempio di progetto di
questo tipo è stato Wikipedia, ho ritenuto fondamentale dedicare un paragrafo ai
wiki e al concetto di intelligenza collettiva, che l'enciclopedia online sfrutta e
supporta. Inoltre, avendo partecipato ad un'esperienza europea dove si richiedeva
la collaborazione singola all'interno di un gruppo, con lo scopo di ideare una
presentazione che convogliasse tutti i contributi, ho inserito questa occasione nel
capitolo, arricchita da una survey che ho proposto ai ragazzi che hanno lavorato
con me e che sono stati così gentili da compilare
24
. Al fine di indagare le modalità
di fruizione dei contenuti online ho quindi creato un ulteriore questionario online i
cui risultati vengono illustrati nell'ultimo paragrafo di questo capitolo; il suddetto
è stato diffuso sui social network e tramite email.
Il capitolo sei affronta, invece, le tematiche delle professionalità legate alla
gestione dei contenuti online, con specificazioni su quelle che gestiscono le parti
23
Emanuela Gugnelli, Prime definizioni di usabilità, 17 marzo 2006, html.it
24
L'esperienza cui faccio riferimento è la Bright Conference 2012 tenutasi ad Amsterdam alla
quale ho partecipato in quanto rappresentante dell'Università degli studi di Milano
10
testuali, proprio perché il web ha introdotto nuove conoscenze e competenze che
meritano un riconoscimento, in Italia ancora mancante se non per un primo
tentativo, da me analizzato, di IWA Italy
25
. Non basta infatti saper scrivere:
bisogna conoscere le regole base del SEO, saper guardare il mondo del web con
curiosità ed essere sempre pronti a nuove sfide.
Infine, l'ultimo capitolo tratta l'argomento più specifico della tesi, a mio personale
giudizio il più importante, in quanto si riferisce a due content market place, che
rappresentano l'esempio più lampante di crowdsourcing di contenuti testuali
circolanti sul web. Populis Create e O2O sono infatti due servizi che conosco bene
in quanto collaboro con queste piattaforme da diverso tempo e per ottenere
informazioni rilevanti che potessero aiutarmi ad avere un quadro generale di come
funzionano realtà digitali di questo tipo mi sono avvalsa, oltre che della mia
esperienza, anche di tre interviste, una telefonica e due dal vivo. I contributi di
Antonella Dilorenzo, content specialist di Populis Create, quelli di Valerio Donati,
responsabile di O2O e di Andrea Santagata, CEO di Banzai Media, sono stati per
me motivo di ispirazione e mi hanno aiutata moltissimo in quest'ultima importante
parte della tesi.
25
IWA Italy è un’associazione professionale che raggruppa tutti coloro che operano nel Web, con
qualsiasi inquadramento lavorativo, con il fine di valorizzare le competenze degli associati e
garantire il rispetto delle regole deontologiche, agevolando la scelta e la tutela degli utenti nel
rispetto delle regole sulla concorrenza. Fonte: www.iwa.it