2
ξ Il gradimento nei confronti della
comunicazione Fiorucci.
ξ Il ricordo dei contenuti della pubblicità di
salumi Fiorucci e della concorrenza.
La ricerca Eurisko è stata condotta all’interno
del servizio STP – SINOTTICA TRACKING
PUBBLICITA’. La metodologia della ricerca si basa
su:
ξ Interviste personali presso domicilio.
ξ Campione 500 casi (rappresentativo della
popolazione italiana dai 14 anni), di cui 200
responsabili d’acquisto.
ξ Il periodo di rilevazione è la settimana che va
dal 3 al 9 maggio 2004.
Tale ricerca ha dimostrato come Fiorucci ha
saputo sfruttare le sue potenzialità sul mercato
alimentare, puntando su una comunicazione
aziendale efficace, comunicando un’immagine di
marca seria e affidabile, e venendo incontro alle
esigenze dei suoi consumatori.
Ho evidenziato anche i cambiamenti relativi
all’introduzione di un nuovo management a partire
dal 2002 e i problemi che questa azienda si è trovata
ad affrontare nella comunicazione esterna. Infine ho
analizzato il media mix della stessa, per sottolineare
l’uso dei diversi mezzi nella comunicazione esterna
dell’impresa Fiorucci.
3
1.
Introduzione alla
comunicazione d’impresa.
1.1. Di cosa si occupa
La comunicazione d’impresa può essere
definita come “l’insieme di tutti gli strumenti con
cui l’azienda si presenta sul mercato”.
Con questa definizione ci si riferisce a tutti
quegli strumenti, che l’azienda ha a disposizione per
comunicare, sia all’esterno sia all’interno. Per
quanto riguarda i mezzi che permettono all’azienda
di comunicare al suo esterno, possiamo menzionare:
la pubblicità, le promozioni, le relazioni pubbliche,
il packaging, le sponsorizzazioni e il direct
marketing.
Quando invece parliamo di comunicazione
interna, ci riferiamo alla gestione sistematica e
controllabile di tutti i processi, le attività e i
fenomeni che riguardano i rapporti con il personale
interno
1
.
1
Marco Castellett, Marketing di relazione, Il Sole 24 ore.
4
In questo caso gli strumenti che l’azienda ha
a disposizione sono: i focus group, le lettere o le
circolari, telefono, posta elettronica, intranet,
portale pubblico e newsletter.
Si può affermare che spesso le aziende non si
rendono conto dell’importanza di una
comunicazione d’impresa efficace, sottovalutando
l’importanza strategica degli strumenti che ha a
disposizione.
Spesso, infatti, le imprese fanno scarso uso
della comunicazione, con conseguenze negative per
la loro immagine.
Questo può comportare conseguenze anche
molto serie, che minano l’identità di una qualsiasi
organizzazione, che non ne fa un uso adeguato. Si
parla di organizzazioni perché la comunicazione
d’impresa non riguarda unicamente le aziende, ma
anche gli enti pubblici (come regioni, province e
comuni), i quali si servono delle stesse tecniche di
comunicazione impiegate della aziende, anche se
queste ultime restano le committenti maggiori.
Quando parliamo di comunicazione aziendale
possiamo cadere nell’errore di pensare che questa
comunicazione si rivolga esclusivamente ai
consumatori. In realtà i pubblici a cui le aziende si
riferiscono sono molteplici, sia interni sia esterni ad
esse.
Nel caso che analizzerò inseguito mi
soffermerò sulla comunicazione aziendale
dell’impresa Fiorucci verso il suo consumatore, e
5
sulle sue strategie comunicative per rafforzare la
sua immagine all’esterno.
1.2. Il Packaging.
Sul mercato esistono un numero enorme di
prodotti, anche molto simili tra loro. Per questo una
buona strategia comunicativa non prevede solo spot
pubblicitari, cartelloni o promozioni, ma anche una
buona comunicazione visiva, che possa rendere il
prodotto chiaramente identificabile con una
determinata azienda o marca.
Soprattutto nei supermercati, dove una grande
varietà di prodotti si trovano sullo stesso scaffale, è
importante orientare la scelta del consumatore verso
il proprio prodotto, anziché verso quello della
concorrenza.
Non è un’impresa semplice, dato che il
consumatore non è più visto come un individuo
passivo, di fronte agli innumerevoli prodotti da
scegliere. Non è più l’azienda che produce
un’offerta da adattare poi alla domanda. Oggi i
consumatori selezionano con attenzione i prodotti ed
i servizi di cui servirsi, sanno quello che vogliono, e
conoscono i propri bisogni.
Molte ricerche hanno sottolineato come per i
consumatori le confezioni dei vari prodotti
assumono una grande importanza. Basti pensare che
molte persone preferiscono acquistare prodotti le cui
confezioni siano poco inquinanti, o poco
ingombranti, che siano attraenti ma allo stesso
tempo non troppo complesse.
6
Ad orientare l’acquisto dunque non è solo il
prodotto, ma anche l’involucro che lo avvolge.
Perciò un’impresa deve tener conto di molti fattori,
tra i quali il packaging appunto. Vengono inoltre
richieste maggiori informazioni sulle confezioni,
come ad esempio etichette che riportino
comunicazioni importanti sul prodotto e sulla
confezione stessa
2
.
Si può quindi notare come, soprattutto negli
ultimi anni è aumentata la consapevolezza, da parte
dei consumatori, di poter acquistare e scegliere i
prodotti non solo in base alle loro caratteristiche
intrinseche, ma anche in base all’impatto ambientale
che possono avere una volta consumati.
Le imprese, coscienti di questa nuova
consapevolezza delle persone, hanno effettuato
sempre più ricerche psicografiche, che
permettessero, cioè, di tracciare un profilo più
definito dei consumatori, del loro atteggiamento e il
loro comportamento. Sono sempre più attenti alla
propria salute e all’ambiente e attenti non più
soltanto alle caratteristiche aggiuntive di un
prodotto o di un servizio rispetto ad una altro.
La confezione, o packaging, deve quindi saper
comunicare allo stesso modo della comunicazione
verbale. L’abilità sta qui nel saper utilizzare la
comunicazione visiva per attirare l’attenzione del
consumatore, soprattutto all’interno di supermercati,
2
Gian Luigi Falabrino, la comunicazione d’impresa,
Carocci, 2005
7
che vedono affiancati diversi tipi di prodotto, e dove
i consumatori selezionano attentamente il prodotto
che ispira loro maggiore fiducia
3
.
1.3. Il direct marketing.
Il direct marketing è una tecnica di marketing
attraverso la quale l’impresa comunica direttamente
con utenti specifici, che possono essere i clienti
attuali (cioè coloro che acquistano i prodotti o
servizi offerti da quella determinata impresa) o
quelli potenziali (cioè quelli a cui l’impresa rivolge
la propria comunicazione e che vuole attrarre verso
la propria offerta).
Questa tecnica di marketing, quindi, si rivolge
ad un pubblico mirato, per ottenere risposte
misurabili, attraverso strumenti interattivi, tra cui
l’invio di materiale pubblicitario via posta, o anche
tramite telefono.
Questa strategia ha lo scopo di mettere in
contatto il produttore o il distributore, direttamente
con il consumatore. Si tratta di una forma di
pubblicità, che a differenza di altri mezzi, anche le
piccole imprese possono permettersi, per i suoi costi
relativamente bassi.
La caratteristica del direct marketing è
soprattutto quella di comunicare direttamente con il
cliente e di ricavare da questo non solo ordini ma
3
P. Barile, P. Caretti, La pubblicità e il sistema
dell’informazione, ERI.
8
preziose informazioni per migliorare le vendite. Per
un’operazione efficace di direct marketing è
opportuno, per un’azienda, conoscerne sia i vantaggi
che i limiti.
Innanzitutto più il target è indefinito e più
questa tecnica è sconveniente. Se non si conosce il
pubblico al quale rivolgersi il direct marketing porta
solo a risultati negativi. Perciò per una strategia di
successo bisogna avere un profilo dei propri clienti
specifico e mirato al raggiungimento di un
determinato obiettivo.
Il direct marketing può ridurre di molto i costi
i tempi di risposta, tuttavia c’è ancora molto
scetticismo nei suoi confronti, soprattutto in Italia,
ma questo dipende in larga misura dal cattivo
utilizzo che se ne fa
4
.
1.4. La pubblicità.
La pubblicità è il più noto strumento usato
dalle aziende e dalle organizzazioni, per
comunicare. Molto spesso si cade nell’errore di
ridurre la comunicazione d’impresa a questo
strumento. In realtà è solo uno dei tanti mezzi che
un’impresa può utilizzare per raggiungere
determinati obiettivi comunicativi
5
.
4
http://www.romaexplorer.it/marketing/business/direct-
marketing.htm
5
E. Gabardi, “La visione strategica. Contributi e percorsi
per incrementare l’efficacia della pubblicità”, Ed. Franco
Angeli.
9
La pubblicità è una forma di comunicazione
argomentativa, questo significa che il discorso
pubblicitario ha come obiettivo quello di accrescere
e provocare l’adesione delle menti ad una tesi (come
l’eccellenza di un prodotto). Ed è anche un discorso
persuasivo, in quanto non ha validità universale per
tutti. È compito dell’impresa saperla utilizzare nel
migliore dei modi per accrescere appunto l’adesione
delle menti al messaggio che vuole trasmettere
6
.
Perciò il fine ultimo della pubblicità non è quello di
vendere il prodotto o sevizio, come si pensa spesso,
ma quello di attirare innanzitutto l’attenzione e
l’interesse delle persone. Solo inserendo questa
comunicazione all’interno del più ampio contesto di
un buon piano di marketing, si riuscirà a
raggiungere l’obiettivo finale, che è appunto,
vendere.
La pubblicità può passare attraverso diversi
mezzi, come ad esempio la televisione, i cartelloni
pubblicitari, la radio, la stampa.
L’impresa può decidere di utilizzare solo uno
di questi strumenti, di usarne più di uno o anche
tutti quanti. Questo dipende da molti fattori. Può
dipendere dal budget che ha a disposizione, dalla
strategia che ha deciso di attuare, dal tipo di
pubblico a cui vuole indirizzare la comunicazione.
Se l’attuale consumatore di un’azienda non ascolta
la radio, ma utilizza maggiormente la televisione,
sarà più semplice raggiungerlo attraverso
quest’ultimo mezzo.
6
Marco Vecchia, Hapù, Ed. Lupetti, 2003.
10
Se l’impresa vuole allargare la sua
comunicazione a nuovi potenziali consumatori, potrà
decidere di acquistare anche uno spazio in radio, e
così via
7
.
Se voglio persuadere una persona devo
comprendere i suoi gusti, le sue abitudini, le
opinioni, i valori e gli atteggiamenti. Ma non è
facile applicare questa strategia ad un universo di
individui, poiché mi troverò davanti a un universo
molto eterogeneo.
L’obiettivo della comunicazione pubblicitaria
va ovviamente formalizzato. Si deve cioè esplicitare
ciò che si vuole che il consumatore pensi di uno
specifico prodotto dopo aver recepito il nostro
messaggio. Bisogna, in altre parole, cambiare il suo
atteggiamento nei confronti del prodotto
pubblicizzato.
L’elemento importante del messaggio
pubblicitario è innanzitutto la main promise, cioè la
promessa, il vantaggio (o benefit) che il nostro
consumatore deve aspettarsi. Questa promessa deve
rispondere ai suoi bisogni, alle sue motivazioni, alle
sue attese. Naturalmente una comunicazione
pubblicitaria non deve ingannare il consumatore. Il
prodotto deve essere in grado di mantenere le
promesse che vengono fatte, altrimenti si rischia di
perdere la sua fiducia, che è essenziale se si vuole
mantenere con lui un rapporto duraturo.
7
G. Fabris, la pubblicità: teoria e prassi, Ed Franco Angeli.