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ABSTRACT
La metafora è la figura retorica più usata, grazie alla sua potenza espressiva è
in grado di veicolare significati ed immagini rendendo chiari i concetti. Solo in anni
più recenti non solo linguisti, ma anche specialisti dei settori scientifici in generale,
ed economisti, in particolare, hanno mostrato interesse verso questo fenomeno.
Perdendo i connotati negativi del mero artificio stilistico, attribuitigli in epoca
Aristotelica, la metafora diviene elemento produttivo lessicale e sintattico che si
inserisce nel ventaglio dell’espressione e della comprensione linguistica, fungendo da
fulcro dell’attività cognitiva e comunicativa, di ogni essere umano caratterizzandosi
come parte costituente della lingua stessa. In un comparto linguistico apparentemente
sterile e mono referenziale come il linguaggio economico, gli elementi retorici e
metaforici, in realtà, sono estremamente numerosi. I linguaggi specialistici,
considerati obiettivi e impersonali fino a qualche decennio fa, non costituivano una
fonte privilegiata di studio per i loro aspetti stilistici e retorici. Tuttavia, grazie
all’esempio di altre discipline, è stato rivisto il ruolo svolto dai meccanismi sfruttati
dalla metafora nella comunicazione scientifica. Il merito di aver scoperto, o
riscoperto, e approfondito la funzione cognitiva della metafora va a due studiosi, il
linguista George Lakoff e il filosofo Mark Johnson, che trattano della teoria
cognitivista della metafora concettuale, ispirando numerosi studi sul linguaggio
comune e specialistico. I due studiosi si rendono conto dell’importanza che la
metafora ricopre in ogni ambito della nostra vita e quanto sveli sul nostro modo di
pensare e agire senza accorgercene.
Nel presente studio saranno presi in esame alcuni dei titoli di articoli di giornale
riguardanti il recente fenomeno della Brexit. I titoli riportati sono stati tratti da tre
delle principali testate britanniche quali: The Guardian, Financial Times, The
Economist, durante il periodo immediatamente precedente ed immediatamente
successivo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Scopo della ricerca è capire il tipo di metafore concettuali riscontrate maggiormente
nei titoli degli articoli economici riguardanti la Brexit, specialmente in un periodo di
crisi e di transito come quello vissuto dal Regno Unito.
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ABSTRACT
Metaphors are the most used rhetorical device, thanks to its expressive power.
Metaphors convey images, meaning and clarifying concepts. In recent years, not only
linguists, but also specialists in scientific fields and economists, in particular, have
shown their interest in this phenomenon. During Aristotelian time, metaphors were
characterized by negative attributes, because it was considered a merely stylistic
artifice, but then, at the beginning of the 20
th
century, it seemed to be regarded as a
more productive lexical element used in communicative and linguistic context, being
part of the language itself.
In this specific sector apparently sterile and monoreferential, as the economic one is,
rhetorical and metaphorical device are extremely present and productive. Specialist
languages, considered objective and impersonal until a few decades ago, were not a
particular source of study because of their rhetorical and metaphoric features.
Nevertheless, thanks to the examples of their subjects/disciplines, the role played by
metaphors was revised in scientific communication.
The merit of having discovered or re-discovered the function of the metaphors goes
to two academics, the linguist George Lakoff and the philosopher Mark Johnson.
They inspired several studies about common and specialistic languages. The two
academics applied the cognitivist theory to conceptual metaphors. Lakoff and
Johnson noticed how important and pervasive are metaphors in everyday life.
Furthermore, reveal a lot about our way of thinking and reacting to, without realizing
it.
This study examine some of the titles of newspaper article regarding the recent
phenomenon Brexit. The titles have been taken from three of the most important
British newspaper like: The Guardian, Financial Times and The Economist, before
and after the exit of Great Britain from European Union.
Aim of the present research is to understand which kind of conceptual metaphors
have been found/identified mostly in the newspaper’s economic articles regarding
Brexit, especially during the period of crisis and transition lived by Great Britain.
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Introduzione
Obiettivo del presente lavoro è rivelare la produttività e l’utilità dell’uso della
metafora in quei settori scientifici, apparentemente oggettivi e stilisticamente sterili,
come quello economico, non confinandola, quindi, al solo ambito letterario dove
viene utilizzata esclusivamente come mezzo retorico e linguistico da artisti e letterati.
Per dimostrare la pervasività e produttività della metafora concettuale in ambito
economico si è deciso di creare un corpus composto di soli titoli di articoli di riviste
economiche che trattano il recente fenomeno economico che ha visto protagonista la
Gran Bretagna, ovvero la Brexit. I titoli sono stati tratti da tre dei più importanti
quotidiani e riviste britanniche quali: The Guardian, Financial Time, The Economist,
durante il periodo immediatamente precedente e successivo all’uscita della Gran
Bretagna dall’Unione Europea.
Il primo capitolo prevede un breve excursus storico in cui viene sottolineata
l’importanza della metafora nella comunicazione, non solo a livello linguistico, ma
anche pragmatico e soprattutto cognitivo. Il breve excursus storico comincia dai
tempi di Aristotele, fino ad arrivare al secolo diciottesimo con il pensiero radicale di
Giambattista Vico e la sua opera Scienza Nuova, fino al secolo ventesimo, periodo
particolarmente fiorente per quanto riguarda le teorie sulla metafora. Da Chomsky,
con la grammatica generativista e il principio della composizionalità e della
calcolabilità, a Richards e la sua opera The Philosophy of Rhetoric, a Black, il quale
vede la metafora come uno strumento concettuale atto a creare la realtà e strumento
cognitivo rivelatosi essenziale, fino ad arrivare alla teoria cognitivista della metafora
concettuale di Lakoff e Johnson, ai quali si deve il merito di aver scoperto, o
riscoperto, e approfondito la funzione cognitiva della metafora.
Nel secondo capitolo, si vedrà come questa figura retorica svolga importanti funzioni
anche nel discorso non letterario, in quanto quest’ultima opera sintesi, semplifica,
chiarifica nel caso di comunicazione tra specialista e non specialista. Tale è la
ragione per cui molti economisti se ne sono interessati, da Adam Smith con
l’espressione metaforica “mano invisibile”, per poi andare ad attenzionare punti di
vista di diversi economisti quali McCloskey, Henderson, Bicchieri, Marshall e molti
altri. Molto interessante appare inoltre uno studio condotto nel 2000 da una studiosa
spagnola, Maria D. Lòpez-Maestre, la quale costituisce un corpus di metafore
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concettuali tratte dai titoli di articoli della sezione business del The Times, dal 1970 al
1990. Dallo studio si evince che il business viene concettualizzano nei seguenti
termini: il business è una guerra, il business è un viaggio, il business come un
organismo vivente, il business come un fenomeno fisico. Un breve paragrafo viene
dedicato alla presenza della metafora concettuale di tipo sportivo nel mondo del
business, in particolare con riferimento ad un contesto culturale americano.
La metafora concettuale dimostratasi più produttiva nel corpus del presente studio è
BREXIT IS A WAR/FIGHT, molto interessante è stato scoprire le ragioni che si
celassero dietro questa corrispondenza. Per tale ragione nel terzo e ultimo capitolo
del presente lavoro si è deciso di parlare di metafore, ideologie e discorso, spiegando
le ragioni che vedono la metafora come uno strumento veicolo di ideologie,
intrinsecamente presenti nel discorso socioculturale di tutti i giorni. Molto
interessante è stato notare come le donne vengano concettualizzate dagli uomini
metaforicamente, in quanto mediatrici del modo maschile di relazionarsi col mondo.
Si è deciso di concludere l’ultima sezione del presente lavoro investigando
sull’utilizzo della metafora da parte dei giornalisti per parlare di businessmen e
businesswomen, pertanto si noterà come la metafora possa essere impiegata per
collocare le persone entro certi ruoli di genere, rinforzare o sfidare stereotipi
esistenti, e ancora negoziare relazioni di potere tra gruppi asimmetrici. In tal senso, lo
studio non solo discute sulle espressioni metaforiche e sulle metafore concettuali, ma
anche su complessi metaforici coerenti.
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CAPITOLO I
La percezione della metafora nei secoli.
1.1 L’importanza della metafora nella comunicazione.
Prima di procedere con l’analisi storica della metafora, è importante spiegare
perché questa figura retorica abbia una rilevante importanza nel processo
comunicativo di tutti i giorni.
La metafora non è solo un fenomeno legato alla linguistica, ma è un fenomeno che
pervade ogni ambito della nostra vita. Proprio per questa ragione, gli studi sulla
metafora sono aumentati in modo considerevole a partire dal secolo scorso,
permettendo di analizzare questo fenomeno in un senso più ampio del solo senso
linguistico.
Qualunque sia, infatti, l’intento metaforico al quale si ricorre, quest’ultimo
rappresenta un potente strumento di comunicazione per trasmettere i valori di
un’intera società.
I termini che utilizziamo nel comunicare metaforicamente influenzano le dinamiche
di una conversazione dal nostro punto di vista, ma anche dal punto di vista
dell’interlocutore, soprattutto se appartenente ad una cultura diversa dalla nostra.
Non di rado, infatti, le metafore possono costituire un problema di comprensione e un
ostacolo per una corretta ed efficace comunicazione interculturale.
A questo proposito è interessante riportare quanto detto da Eco nella sua opera
“Semiotica e filosofia del linguaggio” : “È molto importante sottolineare come chi
fa metafore, letteralmente parlando, mente e tutti lo sanno
1
”.
Le metafore, quindi, a causa della sostituzione di un termine letterale con uno di
senso figurato ci obbligano ad un surplus di interpretazione per comprendere il
significato che si intende veicolare.
Nella comunicazione, il valore conoscitivo della metafora è ragguardevole, poiché
induce ad apprendere nuovi aspetti delle cose, stimola la riflessione su analogie,
associazioni o relazioni oppositive.
1
Eco, U., Semiotica e filosofia del linguaggio, Einaudi, Torino, p. 144, 1984.