12
considerare e comprendere l’apprendimento. La nozione di
partecipazione dissolve la dicotomia tra attività mentale e
attività fisica, tra astrazione e esperienza: le persone, le azioni
e il mondo sono strettamente interrelati attraverso il parlare, il
conoscere e l’apprendere.
L’apprendimento quindi non viene più considerato e
rappresentato dalla diade insegnante/allievo, con la
trasmissione di un sapere formale e codificato e attraverso
l’acquisizione di knowledge trasmesso come istruzione.
L’apprendimento consiste invece nel progressivo entrare a far
parte di una comunità di pratiche di lavoro attraverso una
partecipazione “centripeta”.
Questa prospettiva, sottolinea i vantaggi che possono
derivare da un attenta politica di gestione delle risorse umane,
in quanto sono proprio le persone ad essere ritenute i
fondamentali artefici di quei successi che consentono alle
imprese, di reagire e adattarsi alle mutevoli situazioni esterne.
Ciò assume ancor più rilievo se si considera che il contesto
economico e sociale di riferimento è caratterizzato da
molteplici fattori che, da alcuni decenni, condizionano sempre
di più la vita e lo sviluppo economico delle imprese. Tra questi,
la globalizzazione e l’accresciuta complessità a livello
internazionale dei mercati, l’emergere di elementi immateriali
nella caratterizzazione e qualificazione dei prodotti.
13
All’interno di questo panorama, l’attenzione è stata catturata
da ETA SA (società dello Swatch Group), considerata tra le più
grandi produttrici mondiali di movimenti per orologi, dal
momento che rappresenta un esempio eccellente per quanto
riguarda la gestione dei rapporti con i suoi distributori,
rivenditori e orologiai riparatori nell’ambito di progetti di
qualità totale.
Nella realtà di quest’azienda il personale di vendita e
assistenza post-vendita è considerato parte integrante del
sistema di marketing e comunicazione e oltre ai compiti che
tipicamente gli competono, deve svolgere due ulteriori
importanti funzioni: una a vantaggio della clientela e una a
vantaggio dell’azienda. In primo luogo, infatti, sia il personale
di vendita che quello di assistenza rappresentano una fonte di
conoscenza e d’informazione per gli acquirenti: ogni individuo
ha una propria vita di relazione, sia nell’ambito lavorativo, che,
soprattutto, in quello extralavorativo, diventando in questo
modo un potenziale comunicatore nei confronti del pubblico
con cui si relaziona quotidianamente (colleghi, clienti, familiari,
amici abituali od occasionali) e verso il quale può trasmettere
messaggi utili alla promozione dell’immagine dell’impresa di cui
è esponente. In secondo luogo tali operatori sono, viceversa,
una fonte d’informazione di marketing per il management, in
quanto si trovano in una posizione tale da rappresentare una
14
sorta di intermediario tra l’azienda e il consumatore,
caratteristica che permette loro di essere una preziosa fonte di
utili e svariate informazioni provenienti da quest’ultimo.
Pertanto, quest’azienda ritiene estremamente importante che
venga costruito un rapporto di sinergia fra il marketing e la
funzione di vendita.
I benefici che derivano da tale alleanza comprendono: la
realizzazione di programmi di marketing più mirati; un maggior
numero di informazioni diversificate e accurate che
provengono dal mercato; tempi di risposta più brevi; relazioni
più solide con la clientela; una migliore assistenza post-
vendita; un ritorno di immagine positivo; un miglioramento dei
risultati economico-finanziari.
Tra le attività realizzate al fine di conseguire questo risultato,
e non solo, Swatch Group si preoccupa da anni di offrire
gratuitamente, presso l’ETA SA di Grenchen (CH), una serie di
corsi di formazione e perfezionamento di carattere teorico e
pratico, indirizzati a tutti i professionisti dell’orologeria.
Pertanto l’attività di ricerca si è svolta presso il Centro di
Formazione ETA, che fa parte della Divisione Marketing
dell’ETA SA, la quale ha concesso al ricercatore di assistere in
qualità di osservatore ad un corso di formazione rivolto ad
orologiai riparatori.
27
Capitolo 1
Tipologie d’impresa
1.1. Dalla società industriale al post-fordismo
Dopo aver raggiunto il culmine del successo negli anni
sessanta, il modello taylor-fordista, caratterizzato
dall’immagine della catena di montaggio, è entrato in crisi.
Appare ormai chiaro che la forza dell’impresa non deriva più
dall’utilizzo di soluzioni fondate esclusivamente sull’impiego
della tecnologia, ma si basa sull’introduzione di forme
particolari di organizzazione del lavoro, che hanno riconosciuto
la centralità dell’uomo nel contesto operativo al fine di
ottenere una migliore qualità del prodotto o del servizio.
Una risposta efficace, perciò dipende dalla mobilitazione
delle capacità e delle conoscenze, da processi decisionali
decentrati, da forme più collaborative e cooperative di
organizzazione del lavoro, da una più efficiente comunicazione
(sia interna che esterna) e da soluzioni informatiche progettate
per accrescere il controllo dell’utente e aumentare la
trasparenza dell’intero processo di produzione.
28
1.2. Cos’è un’impresa?
Con il termine impresa si indica qualsiasi sistema,
economico, sociale, culturale (organizzato in una forma
qualsiasi) che si pone liberamente degli obiettivi in relazione
con il mondo esterno.
Questi sistemi organizzati, inoltre, sono costituiti da individui
che operano per un medesimo fine, e che, con differenti mezzi
e metodologie, comunicano fra loro per coordinare gli sforzi
per il raggiungimento degli obiettivi comuni.
In base a quanto premesso, si può affermare che un’azienda
competitiva e moderna deve essere flessibile, orientata alla
qualità; partecipativa, orientata al cliente; vivibile/salubre,
basata sulle competenze; motivante e visibile 1.
1.2.1. L’impresa flessibile
La flessibilità è diventata un fattore critico di successo delle
imprese moderne. Consiste nella capacità di adattarsi
rapidamente al mutamento delle situazioni e della domanda,
ed è spesso decisiva per la sopravvivenza dell’impresa in
mercati turbolenti e in ambienti imprevedibili.
La risposta dell’impresa punterà quindi su:
1
Di Martino V., Corlett N., Organizzazione del lavoro ed ergonomia,
Franco Angeli, Milano, 1999.
29
• Flessibilità di prodotto – la capacità di creare e lanciare
prodotti o servizi innovativi, o di modificare quelli
preesistenti;
• Flessibilità di mix – la capacità di modificare la gamma dei
prodotti o dei servizi;
• Flessibilità di volumi – la capacità di modificare i livelli di
output;
• Flessibilità di consegna – la capacità di modificare le date
di consegna.
1.2.2. L’impresa orientata alla qualità
Per l’impresa è essenziale che i prodotti e i servizi offerti
rispondano alle esigenze di coloro che li utilizzano
effettivamente. In un mercato sempre più globale e
competitivo, caratterizzato dalla sempre maggiore
sofisticazione dei clienti e degli utenti, la qualità è un fattore
critico di sopravvivenza e di successo. Migliorando la qualità,
l’impresa può accrescere il fatturato, ridurre l’incidenza degli
scarti e il costo di rilavorazione dei pezzi difettosi, oltre ai costi
della difettosità non rilevata prima che i prodotti vadano in
mano ai clienti.
L’attenzione sulla qualità presuppone un approccio
organizzativo completamente nuovo e il pieno utilizzo di tutte
le risorse umane a disposizione. Così la qualità diventa:
30
• Un problema strategico – la qualità implica un
miglioramento continuo, che si può realizzare solo se la si
considera un problema strategico, centrale per la presa di
decisione in azienda;
• Un problema di management – per la sua natura
strategica, la qualità diventa un problema di management
che necessita del supporto del vertice, e del pieno
impegno di tutti i livelli manageriali;
• Un problema sistemico – la qualità diviene un elemento
essenziale della cultura e dell’organizzazione d’impresa,
che richiede preparazione e si estende all’intero processo
produttivo e a tutti i lavoratori dell’azienda;
• Un problema di partecipazione – la qualità richiede delle
comunicazioni aperte ed efficienti, un maggior
coinvolgimento dei lavoratori e la creazione di rapporti
altamente fiduciari all’interno dell’azienda. Dato che il
monitoraggio individuale della qualità è possibile solo sui
lavori di un certo livello di complessità, il lavoratore deve
essere qualificato, meglio se polivalente, e deve ricevere
un addestramento continuo ed estensivo.
31
1.2.3. L’impresa partecipativa
Il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati nel processo
continuo di aggiustamento e modificazione, gioca un ruolo
sempre più importante nella sopravvivenza di un’impresa
competitiva. Questo approccio vede la partecipazione come
uno strumento pratico che agevola il funzionamento
dell’organizzazione, il raggiungimento di livelli di produttività
più elevati, delle condizioni di lavoro migliori e un ambiente più
gradevole. Questo si addice perfettamente alla tendenza in
atto nelle imprese moderne, che puntano a forme
organizzative flessibili e decentralizzate.
1.2.4. L’impresa orientata al cliente
Nelle imprese di successo i clienti diventano, o stanno
diventando, parte integrante del processo produttivo. I
prodotti e/o servizi sono concepiti per soddisfare i bisogni dei
clienti attraverso una garanzia di alta qualità. Sta emergendo,
inoltre, un nuovo tipo di rivenditore pienamente integrato, non
solo nel mercato ma nell’azienda stessa.
Inoltre:
• si stabiliscono rapporti diretti tra l’azienda e i clienti;
• si ricerca attivamente l’opinione e la valutazione dei clienti
sui prodotti e servizi;
32
• si mantiene un flusso continuo di informazione e si
garantisce un sistema di comunicazione a due vie.
1.2.5. L’impresa salubre
Si sta diffondendo in tutto il mondo, l’idea di un’impresa
salubre, operante nel rispetto della sicurezza fin dall’inizio del
processo produttivo.
Ciò significa:
• impiego di materie prime non pericolose;
• acquisto di macchinari e strumenti produttivi sicuri;
• costruzione di ambienti di lavoro salubri e sicuri;
• crescente preoccupazione per la tutela dell’ambiente
esterno.
1.2.6. L’impresa motivante e basata sulle competenze
Un’organizzazione motivante e basata sulle competenze
richiederà una politica del personale finalizzata a promuovere
lo sviluppo continuo delle conoscenze e delle esperienze dei
lavoratori. Questa politica porterà all’introduzione di modelli
organizzativi che prevedono un addestramento costante e
integrato nell’attività stessa.
La competenza sarà promossa, inoltre, tramite:
33
• l’introduzione di gruppi di lavoro, la cui responsabilità va
spesso molto al di là della semplice esecuzione del
compito;
• la sostituzione delle gerarchie burocratiche con canali
aperti di comunicazione e riunioni di pianificazione;
• coinvolgimento e cooperazione di tutti i componenti
dell’organizzazione.
1.2.7. L’impresa visibile
Con l’espressione impresa visibile, ci si riferisce ad
un’organizzazione particolarmente attenta alla promozione
della sua immagine, dei suoi valori, nonché dei prodotti servizi
che produce e commercializza.
I pubblici cui questa comunicazione è rivolta, non sono
solamente i clienti finali, ma anche tutti i dipendenti
dell’azienda stessa, gli organi istituzionali e i mass media.
L’azienda, dovrà quindi essere attenta a rivolgere di volta in
volta i propri messaggi a questi differenti pubblici, utilizzando
specifici messaggi e strumenti, ma deve prestare molta
attenzione a non considerare queste aree indipendenti dalle
altre, in quanto è solamente attraverso un piano di
comunicazione integrata che è possibile raggiungere
determinati obbiettivi strategici e mostrare un’immagine
coerente all’esterno.
34
35
Capitolo 2
Modelli organizzativi
2.1. Dal modello Giapponese alla qualità totale
Nel post-fordismo acquista molta importanza sia il fattore
qualità che la personalizzazione dei messaggi e dei prodotti.
I meccanismi, i modelli, i concetti e le regole, che operano
nel modello giapponese, hanno invertito la logica del
taylorismo, ma senza mai ripudiare i suoi presupposti.
L’obiettivo della qualità è opposto a quello della quantità dei
prodotti, attraverso la ricerca di economie della diversificazione
opposte alle economie di scala ricercate nella fabbrica
taylorista.
La flessibilità delle mansioni nella fabbrica giapponese, è
nettamente opposta alla rigidità che invece si riscontra nelle
macro-organizzazioni per la produzione di massa. La gestione
delle risorse umane è centrata sull’incentivo piuttosto che sulla
disciplina e sulla sanzione.
Se nel modello taylor-fordista, sembrava impossibile poter
pretendere allo stesso tempo quantità e qualità, in Giappone
questo obiettivo viene realizzato. Nel modello giapponese, non
solo si incoraggia la polivalenza professionale, ma si stimolano
36
le osservazioni utili al fine di ottenere una cooperazione
intelligente.
Anche se questo modello è nato in Giappone (intorno agli
anni ‘50), quindi in un contesto socio-economico con delle
proprie caratteristiche specifiche, questa contestazione non lo
priva affatto della sua valenza generale e della sua
trasferibilità. Tutto l’Occidente, infatti, ha utilmente attinto a
quel modello per ibridarlo con i propri metodi di produzione e
anche di lavoro.
2.2. Il Total Quality Management
In un mercato globale, sempre più dominato da una
concorrenza agguerrita e dalla necessità di soddisfare nel
migliore dei modi i bisogni dei consumatori, diventa
indispensabile, tanto per le grandi multinazionali quanto per le
piccole aziende, trovare nuove strade da percorrere.
Molte organizzazioni hanno formalizzato il loro impegno nel
fornire prodotti di qualità intraprendendo un programma di
Total Quality Management (TQM).
Il TQM costituisce, nella sostanza, un impegno generalizzato
dell’organizzazione a soddisfare i consumatori tramite un
continuo miglioramento di tutte le attività aziendali che
portano alla fornitura di beni o servizi. Invece che limitarsi a
correggere i difetti quando si manifestano, le organizzazioni
37
che praticano il TQM addestrano il personale e lo inducono a
impegnarsi nella continua ricerca dei metodi per migliorare
ogni tipo di attività, in modo che i difetti e i problemi vengano
eliminati in partenza. Il risultato di tale processo è
l’ottenimento di prodotti di miglior qualità ad un costo
inferiore.
Questa strategia, come già accennato in precedenza,
coinvolge tutte le fasi delle attività aziendali, vale a dire dalla
produzione all’assistenza post vendita, questo per poter
garantire in qualsiasi momento la massima qualità dei propri
prodotti.
La qualità totale è:
• Soddisfare le esigenze dei
clienti interni ed esterni
• Performance eccellenti
• Prevenire gli errori
• Dare la priorità ai miglioramenti
• Confrontarsi con i bisogni dei
clienti
• Responsabilità di tutti
La qualità totale non è:
• Beni e servizi costosi, di lusso,
al top della gamma
• Performance soddisfacente
• Trovarli e porvi rimedio
• Rincorrere i problemi
• Andare a tentoni
• Responsabilità di tutti, ma solo
della funzione qualità
Tab. 1: La gestione della qualità – due immagini speculari (Di Martino,
Corlett, 1999).