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dell’individuo, le possibilità che gli vengono offerte, gli stimoli cui è sottoposto,
ecc. Tuttavia, occorre anche tener presente che, proprio in virtù della sua
mutevolezza, l’adolescente a volte può smentire ogni previsione circa il suo
sviluppo, scegliendo improvvisamente una nuova strada o mostrando inclinazioni
assolutamente inattese. Per questo motivo, quando un individuo entra in questa
fase nessuno può stabilire con certezza le modalità che assumerà il suo sviluppo,
né quale sarà il punto di arrivo di questo percorso di crescita, ovvero la sua
personalità di adulto.
Questa è una peculiarità che distingue l’adolescenza da qualsiasi altra fase
della vita umana, poiché è il periodo in cui l’individuo si forma e struttura la
propria personalità, si confronta con diverse realtà ed esperienze cercando di
individuare la propria strada e, in definitiva, intraprende un viaggio di scoperta
sia nell’ambito del mondo esterno che all’interno di se stesso. Tutto ciò fa sì che
l’adolescente sia solitamente molto sensibile e ricettivo, attento ad ogni stimolo
nuovo e aperto a molteplici possibilità di scelta. D’altra parte, questa grande
disponibilità mentale ed emotiva verso l’esterno lo rende anche molto vulnerabile
e influenzabile: basti pensare alle conseguenze drammatiche che un evento
negativo di scarsa importanza può provocare, o agli atteggiamenti pericolosi,
assunti soltanto al fine di emulare i propri idoli o i componenti del gruppo di
amici, o di seguire ideologie affascinanti.
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Per i motivi appena esposti, l’adolescenza deve essere considerata senza
dubbio un’età molto delicata che necessita di grande attenzione e prudenza, ma
deve anche essere vista come l’occasione unica e irrinunciabile di contribuire alla
formazione di un individuo, di aiutarlo nella sua crescita fornendogli tutti gli
strumenti, le conoscenze e l’esperienza di cui può aver bisogno e, in definitiva, di
sostenerlo con disponibilità e comprensione nel suo cammino di scoperta.
A nostro parere, e questa è la seconda motivazione che ha determinato la
scelta del tema in questione, nell’ambito del percorso di conoscenza e di crescita
dell’adolescente non può essere in nessun modo trascurata la formazione
spirituale e religiosa. Purtroppo, nel mondo odierno molteplici elementi
concorrono all’allontanamento dell’adolescente dalla Chiesa: in primo luogo, la
società complessa di oggi (ovviamente nei paesi industrializzati), proponendo
una grande varietà di modelli e di valori, ha annullato i privilegi di cui la Chiesa
in passato godeva, ponendo i valori di cui essa è portatrice sullo stesso piano
degli altri. Pertanto, l’uomo contemporaneo gode di una grande libertà di scelta
nell’ambito di tutto ciò che gli viene proposto e a cui può avere accesso.
Tuttavia, tale possibilità ha degli indubbi aspetti negativi, soprattutto per quanto
concerne gli adolescenti: essa, infatti, può rendere gli individui insicuri nelle loro
scelte, oppure indurre stati di apatia, in cui niente sembra più avere alcun
interesse, o ancora determinare un assorbimento totale e indistinto di tutti i valori
presenti, che vengono amalgamati fino a costituire un sistema unico.
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Quest’ultimo effetto si è verificato ultimamente proprio in ambito
religioso: i valori cristiani vengono mescolati ai precetti di culti e ideologie
completamente differenti, in quanto la religiosità di oggi spesso consiste soltanto
nella ricerca di un punto di riferimento e deve soprattutto rassicurare l’individuo,
cui non importa da quale fonte provenga il messaggio di speranza. Viceversa,
valori di chiara origine cristiana, come la solidarietà verso i poveri, il rispetto per
la persona, al di là delle differenze di cultura, di sesso o di appartenenza etnica, la
responsabilità verso l’ambiente, la ricerca della pace e dell’amicizia, pur essendo
condivisi da molti adolescenti, spesso rientrano in una visione del mondo che
non fa alcun riferimento alla Chiesa. Essa, infatti, viene considerata
un’istituzione che non accetta la modernità e che, di conseguenza, non può
comprendere la realtà giovanile. Perciò, molti adolescenti guardano con sospetto
alla Chiesa la quale, del resto, ha certamente contribuito al loro allontanamento
dalla religione.
Tuttavia, tenendo in considerazione le aspirazioni positive di gran parte
degli adolescenti e l’esigenza, da loro molto sentita, di avere delle risposte ai
propri dubbi esistenziali e una guida nel proprio percorso spirituale, è certamente
ancora possibile accostarsi al loro mondo e tentare di risvegliare in essi delle
domande religiose. Naturalmente, è compito fondamentale della Chiesa
adeguarsi alla realtà giovanile, adottando strategie e metodi che permettano di
avere più facilmente accesso alla oltremodo complessa psicologia adolescenziale
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e, soprattutto, di riuscire a stabilire un contatto con l’individuo, giungendo alla
sua interiorità più vera e profonda, che è alla incessante ricerca di una verità
spirituale e religiosa.
Ai fini di una comunicazione di contenuti religiosi e di
un’evangelizzazione rivolta ai giovani della società odierna, appare oggi evidente
come si renda sempre più necessario il ricorso alle nuove tecnologie: ciò appare
inevitabile se si considera che gli adolescenti di oggi sono nati e cresciuti in una
civiltà dotata di altissima tecnologia, abituati fin da bambini a destreggiarsi tra
televisori, videoregistratori, impianti stereo e computer. Pertanto, i loro
atteggiamenti, le loro modalità di socializzazione, la stessa successione dei
pensieri nelle loro menti, sono profondamente influenzati dal linguaggio
utilizzato dai mezzi tecnologici, caratterizzato essenzialmente da rapidità e
movimento, ma anche da un’innegabile superficialità nella trasmissione dei
messaggi.
Nel presente lavoro, ci siamo occupati del mezzo in assoluto più diffuso e
dotato della maggior capacità di penetrazione nella vita e nelle menti dei suoi
utenti, ovvero la televisione. A questo proposito, molti studiosi sostengono che
l’influenza di questo mezzo sia sui bambini che sugli adolescenti può essere
devastante, provocando pericolose devianze nel loro comportamento. In realtà,
tali giudizi sono spesso troppo affrettati, in quanto non esistono studi e ricerche
serie che possano provare una sicura correlazione fra l’influenza del mezzo
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televisivo e i comportamenti violenti o comunque disturbati. Ad ogni modo, si
può certamente affermare che oggi il consumo televisivo da parte degli
adolescenti è spesso eccessivo e solitario, data la costante assenza delle figure
genitoriali, e ciò non può non influire, in maggiore o in minor misura, sui
rapporti sociali dei giovani, contribuendo anche ad una omogeneizzazione dei
loro atteggiamenti e del loro modo di pensare.
Tuttavia, fortunatamente, il mondo giovanile non è stato ancora privato
della sua intensa carica emotiva e delle sue aspirazioni innovative e ancora oggi
gli adolescenti, nell’ambito del pubblico televisivo, sono senza dubbio gli
spettatori più esigenti e bisognosi di continui stimoli nuovi. Ciò deriva, oltre che
dalla natura e dall’atteggiamento tipici degli appartenenti a questa fascia d’età,
anche dal loro “datato” rapporto con la televisione, dall’avere ormai assistito
praticamente ad ogni genere di programma e di invenzione.
Pertanto, riuscire a sorprendere con idee nuove un tale pubblico è
senz’altro uno dei compiti più difficili per un autore televisivo contemporaneo
che, nel realizzare un programma rivolto agli adolescenti, deve riservare una
grande attenzione soprattutto al linguaggio da utilizzare, all’impianto musicale e
agli argomenti, il più possibile vicini al mondo dell’adolescente, da trattare.
Inoltre, oggi viene molto sfruttata la partecipazione attiva del pubblico in studio,
elemento che ha dimostrato di catturare l’attenzione degli spettatori. Forse
proprio le grandi difficoltà, che inevitabilmente sorgono nel momento in cui si
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intende realizzare un programma per questo genere di pubblico, hanno
ultimamente scoraggiato le emittenti italiane dal proporre nuovi prodotti diretti
agli adolescenti e la situazione attuale appare perciò piuttosto desolante.
Il panorama televisivo risulta poi ancora più sconfortante se ci si rivolge
all’ambito della programmazione religiosa in Italia, che non ha mai previsto
programmi rivolti agli adolescenti. Si è evitato, così, di affrontare il problema
della comunicazione di contenuti religiosi ad individui che attraversano una fase
così particolare, i quali, come abbiamo visto, necessiterebbero invece di un
costante sostegno anche dal punto di vista spirituale e religioso. Inoltre, a nostro
parere, si è finora persa un’occasione molto importante: il poter lavorare ad un
progetto senza dubbio molto faticoso, perché, ai problemi già citati, si aggiunge
anche la sfida di una comunicazione di contenuti religiosi attraverso i mass
media, ma di grande soddisfazione per la sua utilità, e perché lo sforzo creativo
necessario nell’ambito della comunicazione religiosa, potrebbe risultare utile
anche ai fini di un generale avvicinamento della Chiesa alla realtà odierna e al
mondo tecnologico, e di conseguenza di una più completa comprensione della
gioventù contemporanea.
La preparazione del nostro lavoro è stata caratterizzata da due fasi distinte.
In primo luogo, è stata compiuta una ricerca di tipo teorico sulle questioni appena
esposte: nel primo capitolo è stato affrontato il tema del rapporto tra gli
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adolescenti e la religiosità, con un’approfondita analisi della società attuale e
delle problematiche che essa comporta. Il secondo capitolo, invece, tratta delle
modalità con cui l’adolescente si accosta al mezzo televisivo e, inoltre,
dell’attenzione dimostrata da parte del panorama televisivo italiano, in passato
come anche attualmente, nei confronti del mondo degli adolescenti.
Ma la parte centrale del lavoro è stata rappresentata dall’ideazione e dalla
realizzazione del numero zero di un nuovo programma religioso per gli
adolescenti. Partendo dalle considerazioni esposte nella parte teorica, abbiamo
inteso presentare una nostra proposta di come potrebbe essere sviluppato un
progetto di questo genere.
Nonostante le limitazioni per quanto riguarda i mezzi e il tempo a
disposizione, abbiamo cercato di osservare le regole di base che avevamo potuto
rilevare nel corso delle nostre ricerche (il linguaggio, l’importanza dell’elemento
musicale, la partecipazione degli stessi adolescenti) e abbiamo realizzato un
programma composto essenzialmente da interviste, da video musicali e da
immagini tratte dalla realtà che ci circonda, ovvero da ciò che ci è sembrato
essere più vicino al mondo giovanile.
Tutto questo è stato naturalmente finalizzato ad una efficace
comunicazione di importanti messaggi religiosi, che abbiamo cercato di
trasmettere evitando imposizioni e, anzi, promuovendo il rispetto per la diversità
di opinioni e di scelte e incoraggiando ad osservare un valore fondamentale, in
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origine di matrice cristiana, ma divenuto ormai universale, come l’attenzione e la
comprensione per la persona, al di là di tutte le differenze e delle innumerevoli
divisioni create dalla società umana.