1
Introduzione
Negli ultimi anni si sono verificati profondi cambiamenti che hanno
travolto il contesto socio-culturale e, in modo ancora più incisivo, il mondo dei
consumi. Si parla di una società postmoderna caratterizzata da un consumatore
più informato, selettivo, imprevedibile, orientato al benessere e alla continua
ricerca del piacere e della realizzazione dei desideri.
Come afferma Fabris, infatti, «patchwork è una buona metafora della
società postmoderna, che ha come assi portanti il rifiuto di ideologie
totalizzanti, il pluralismo, il relativismo, il pensiero debole, l‟olismo,
l‟incredulità, l‟apparenza, lo spettacolo, il disincanto, l‟ironia, il gioco, il
sincretismo, l‟ossimoro, il flusso, la superficie, la citazione, il collage, il
recupero selettivo del passato, la quotidianità, l‟assenza di regole, la parodia, il
polimorfismo, il multiculturalismo, l‟irriverenza, la pluralità degli stili e dei
linguaggi, le coordinate plurime»
1
.
L‟imprevedibilità di questo nuovo scenario genera inevitabili
ripercussioni nel mondo dell‟impresa e nell‟utilizzo dei tradizionali strumenti
di marketing. Si verifica una transizione verso il Societing
2
dove le tradizionali
strategie di marketing vengono affiancate ed interagiscono con nuove strategie
non convenzionali come può essere l‟Experiential Marketing.
Come dimostra un‟indagine Eurisko
3
, la ricerca del benessere è
fondamentale nell‟odierna società dominata da una crescente insoddisfazione
per le principali aree della propria vita personale. Per uscire dalla quotidianità e
dalla routine di tutti i giorni, i consumatori ricercano esperienze gratificanti
all‟insegna di relax, evasione, coccole, rigenerazione, di situazioni che siano in
grado di aumentare il loro benessere psicofisico. Elementi pienamente
riscontrabili nel mondo della cosmesi e, con particolare riferimento al presente
lavoro, nei saloni di acconciatura. Questi ultimi, avendo compreso l‟importanza
1
Fabris, G., Societing. Il marketing nella società postmoderna. Egea, 2009, Milano, p.114.
2
Ibidem.
3
Fonte: Eurisko 2008 – Le nuove culture del benessere.
2
della shopping experience e della creazione di percorsi sensoriali, cercano di
fare leva su queste nuove tendenze.
Il presente lavoro nasce da un progetto di stage svoltosi nella Divisione
Prodotti Professionali di L‟Oréal Italia S.p.A., e dalla volontà di analizzare il
nuovo consumatore e il cambiamento in atto nei luoghi di consumo, con
particolare riferimento al mercato haircare e ai saloni di acconciatura partner
di L‟Oréal.
Il primo capitolo tratta del passaggio verificatosi nel corso del tempo,
dalla società “moderna” ancorata alle tradizioni e all‟idea di ordine e
precisione, alla società “postmoderna” caratterizzata dalla deregulation.
Elemento chiave del postmoderno è proprio il consumatore che mette in atto
comportamenti d‟acquisto del tutto inaspettati e soprattutto imprevedibili, al
punto di mettere in crisi le tradizionali strategie di marketing.
Nel secondo capitolo, infatti, si farà particolare riferimento al
cambiamento del comportamento d‟acquisto del consumatore ed alla shopping
experience, elemento di grande importanza al fine di soddisfare non più i soli
bisogni ma anche i desideri dei consumatori generando esperienze d‟acquisto
indimenticabili.
Il terzo capitolo, invece, sarà focalizzato sul mondo dell‟offerta, con
particolare riferimento all‟experiential marketing il quale, interagendo e
convivendo con le tradizionali strategie di marketing, offre alle imprese una
molteplicità di strumenti per far fronte alle esigenze di un consumatore sempre
più orientato alla soddisfazione dei desideri e alla ricerca di emozioni.
Nel quarto ed ultimo capitolo si effettua un focus nel mercato haircare
con particolare riferimento ai saloni d‟acconciatura. La parte empirica del
lavoro, grazie alla realizzazione di un‟indagine sul mercato torinese realizzato
dalla collaborazione con alcuni Hair Stylist partner di L‟Oréal, ci permette di
comprendere l‟evoluzione del mercato e come i saloni di acconciatura, seppur
in minima percentuale, cercano di intraprendere una nuova strada valorizzando
l‟importanza dell‟esperienza di consumo, della sensorialità e della creazione di
vere e proprie “salon experience”.
Verranno infine tratte alcune conclusioni sull‟intero lavoro.
3
Capitolo 1
DAL CONSUMATORE MODERNO AL
CONSUMATORE POSTMODERNO
Nel corso degli ultimi anni si è verificata una radicale trasformazione
della situazione economica, tecnica e sociale. Tale contesto ha avuto
ripercussioni particolari sul mondo dei consumi andando a modificare i
comportamenti d‟acquisto dei consumatori e, di conseguenza, gli assetti
strategici aziendali. Si ripercorrono di seguito le tappe più significative di
queste trasformazioni per arrivare a comprendere le dinamiche di quello che
oggi è definito “consumatore postmoderno”
4
.
1.1 Evoluzione nella società, evoluzione nei
consumi
«Il nostro è un tempo di deregulation… in cui il principio del piacere è il
giudice che presiede la corte»
5
. Con questa citazione Bauman lascia intendere
come la società, negli ultimi anni, è stata protagonista di intensi cambiamenti
che hanno segnato un superamento di quell‟epoca che lui stesso definisce
“moderna”. Tale evoluzione, come già detto precedentemente, ha coinvolto
soprattutto il mondo dei consumi; si analizzano di seguito le principali
caratteristiche.
1.1.1 La società moderna
Riprendendo la distinzione che autori come Bauman e Fabris fanno tra
l‟ormai antica società “moderna” e l‟attuale società “postmoderna”, possiamo
considerare la modernità come qualcosa che «ha a che fare con la bellezza, la
4
Fabris, G., Il nuovo consumatore: verso il postmoderno, Franco Angeli, Milano, 2003.
5
Bauman, Z., La società dell’incertezza, edizione il Mulino, Bologna, 1999, p.9.
4
pulizia e l‟ordine»
6
, dove tutto sembra semplice e comprensibile e dove la
razionalità regna suprema.
Con riferimenti al mondo della produzione e dei consumi, l‟era della
modernità è quella che inizia dalle prime trasformazioni che vedono
protagonista il mondo dell‟industria. Un‟epoca in cui tutto è più certo e
prevedibile dato che, essendo con il taylor-fordismo agli esordi di una
standardizzazione della produzione, molti dei bisogni dei consumatori non
erano stati ancora soddisfatti.
Il consumo, nella modernità, «dipende in tutto e per tutto dalla
produzione, rappresenta una sorta di variabile dipendente dagli obiettivi di
accumulazione e profitto che caratterizzano la società capitalistica»
7
. Da questa
citazione si può facilmente comprendere come al centro dell‟interesse
dell‟imprenditore c‟é il profitto e la possibilità di vendere il maggior numero di
prodotti.
Siamo in un epoca “product-oriented” dove il consumatore è considerato
“homo-oeconomicus”
8
e viene preso in considerazione per la sua sola funzione
di acquirente, infatti, nell‟ottica di questo pensiero tradizionale, il reddito si
configura come elemento fondamentale.
Nonostante questa primordiale situazione subisce un‟evoluzione, «anche
quando il fordismo lascia il passo ad altri sistemi di produzione, questa si fa
computerizzata e flessibile e l‟enfasi passa dalla produzione di beni a quella di
servizi, il primato della produzione non viene intaccato»
9
.
1.1.2 Il consumatore moderno
Il consumatore moderno si limita all‟acquisto dei beni di prima necessità
basandolo sulla relazione e sul consiglio fornito dal venditore della bottega che
aveva un ruolo di primo piano. Infatti, nella bottega, «i beni assumono gran
parte del loro significato… dal luogo e dalla relazione all‟interno della quale
6
Ibidem, pag. 7.
7
Fabris, G., Il nuovo consumatore: verso il postmoderno, Franco Angeli, Milano, 2003, p. 16.
8
Ibidem.
9
Ibidem, pag. 16.
5
sono venduti, si presentano personalizzati al consumatore, vestiti della
relazione sociale e dai significati particolaristici del venditore e del luogo di
vendita»
10
.
Le imprese, d‟altro canto, non ponevano alcuna attenzione sulla
comunicazione, sullo sviluppo di un‟identità di marca o sulla personalizzazione
dell‟offerta; la produzione era semplicemente di massa e rivolta in modo
indifferenziato ad un consumatore razionale e poco informato.
L‟Italia, in particolar modo, ha subito un rallentamento della sua crescita
a causa delle due guerre mondiali, infatti, una prima fase di sviluppo del
comportamento d‟acquisto dei consumatori la collochiamo solo negli anni ‟50.
In questo periodo l‟attenzione del consumatore comincia a spostarsi dal
venditore alla marca che, riprendendo le parole dell‟autore Lombardi, diventa
“funzionale”
11
con il compito di guidare le scelte dei consumatori facendo leva
sulla valorizzazione dei benefit tangibili di qualità e sicurezza dei prodotti.
Un‟ulteriore momento di passaggio lo collochiamo negli anni del boom
economico (anni ‟60) in cui i consumatori mettono in atto cambiamenti nelle
modalità d‟acquisto e dei loro stili di vita prestando maggiore attenzione ai
beni secondari (gli elettrodomestici e i primi beni di lusso cominciano ad
entrare nelle case degli italiani). Per far fronte a tale situazione, le imprese
tentano di fare i primi passi avvicinandosi ulteriormente al consumatore. Si
presta più attenzione alla marca che da “funzionale” diventa “aumentata”
12
, si
cerca di comunicare valori che vanno al di là della semplice vendita dei
prodotti e si fanno i primi tentativi per instaurare relazioni di fiducia e dialoghi
più maturi con i target di riferimento.
Le imprese cominciano a comprendere l‟importanza di personalizzare
l‟offerta e di puntare maggiormente sui benefit soggettivi dei prodotti ma,
nonostante tutti gli sforzi attuati, si resta ancora ancorati alla produzione di
beni e sevizi per la stretta soddisfazione dei bisogni del consumatore.
10
Secondulfo, D., Bottega e ipermercato: luoghi e non luoghi del consumo. In Aa.Vv. La casa
e il supermercato. Luoghi e comportamenti del consumo, G. Triani (a cura di), Elèuthera,
Milano, 1996
11
Lombardi, M., Il nuovo manuale di tecniche pubblicitarie. Il senso e il valore della
pubblicità, Franco Angeli, Milano, 2005, p. 21.
12
Ibidem, pag. 23.
6
Infatti, fino a questo momento gli studi sul consumatore riguardano
principalmente gli studiosi della teoria economica; questa considerava il
consumatore come essere razionale o meglio “homo oeconomicus” che
acquista il prodotto al fine di soddisfare un bisogno oggettivo. Tale bisogno, in
questo caso, è considerato come «stato di insoddisfazione che pone l‟individuo
in una situazione negativa, creando in lui degli stimoli»
13
e l‟acquisto dei beni è
proprio «l‟azione che produce la soddisfazione del bisogno»
14
. Tale teoria
prende in considerazione il solo processo decisionale del consumatore nella sua
oggettività e nelle cinque fasi standard
15
che verranno successivamente riprese
nel secondo capitolo:
1. «la percezione del bisogno manifestato;
2. la ricerca delle informazioni che possono portare ad individuare come
soddisfare il bisogno;
3. la valutazione delle alternative possibili;
4. l‟atto dell‟acquisto;
5. il comportamento successivo all‟acquisto».
Un passo in avanti, verso una maggiore considerazione della soggettività
dell‟individuo, è stato compiuto dalla scuola motivazionalista. Questa, a partire
dagli anni cinquanta, ha manifestato la volontà di comprendere le motivazioni
più profonde che spingono l‟individuo a compiere determinate azioni, infatti,
«la connotazione psicologica del bisogno di autorealizzazione dell‟ego assume
per i motivazionalisti il valore di una vera e propria fondazione antropologica
della necessità di autorealizzazione della personalità»
16
.
Una delle teorie più importanti di questi anni è quella della piramide dei
bisogni dello psicologo americano Abraham Maslow
17
(fig.1).
13
Morelli, M., Teorie e tecniche della comunicazione d’Impresa, edizioni ETS, 2003, p. 127.
14
Ibidem, pag.127.
15
Ibidem, pag. 127.
16
Perrone, F., Psicologia della vendita e comunicazione persuasoria, Utet, Torino, 2000, p. 2.
17
Maslow, A.H., Motivation and personality, Harper & Row, New York 1954 (trad. It.
Motivazione e personalità, Armando, Roma, 1973).
7
Figura 1 – La piramide dei bisogni di Maslow
18
I primi quattro livelli della piramide (bisogni fisiologici, di sicurezza, di
appartenenza e di stima) vengono definiti “deficit needs” e comprendono i
bisogni di prima necessità, indispensabili per la vita di qualsiasi individuo; gli
ultimi invece (bisogni di autorealizzazione), vengono denominati “growth
needs” e fanno riferimento ai bisogni di crescita interiore riguardanti la parte
più profonda e soggettiva degli individui. Tale gerarchia ha avuto ripercussioni
positive nel mondo dell‟offerta, portando per anni le imprese a considerare nel
loro rapporto con i consumatori:
«il livello di bisogno coinvolto dal bene offerto (bisogno
primario ecc.);
quali bisogni di livello più elevato il consumatore ritiene di
soddisfare acquistando quel bene;
sfruttare le strategie di marketing per collegare il prodotto ad un
determinato livello di bisogni»
19
.
18
Adattamento personale da: Morelli, M., Teorie e tecniche della comunicazione d’Impresa,
edizioni ETS, 2003, p. 129.
19
Morelli, M., Teorie e tecniche della comunicazione d’Impresa, edizioni ETS, 2003, p. 131.
8
Accanto alla piramide di Maslow si collocano anche altre teorie, come
quelle di Murray e McGuire, le quali continuano ad attribuire fondamentale
importanza ai bisogni degli individui. Mentre Maslow ha classificato in modo
gerarchico i bisogni, Murray tende ad illustrare il collegamento concettuale tra
i bisogni intesi come stati emotivi e la loro manifestazione esteriore attraverso i
comportamenti. McGuire, invece, distingue tra bisogni interni non sociali, che
prescindono dal rapporto di un individuo con le altre persone concentrandosi
solo sul rapporto individuo-ambiente, e bisogni esterni sociali con riferimento
al rapporto tra gli individui e tra questi ed il sistema sociale.
Figura 2 – La classificazione dei bisogni di Murray e McGuire
20
Tali teorie dimostrano come i bisogni degli individui siano stati a lungo
al centro dell‟interesse di numerosi studi. Esse hanno offerto contributi
interessanti anche al mondo dell‟impresa indirizzando le tradizionali strategie
di marketing, volte al soddisfacimento di tali bisogni, al raggiungimento della
customer satisfaction. Anche se nell‟attuale società queste teorie possono
essere considerate obsolete, rimangono il punto di partenza per gli studi sui
20
Adattamento personale da: Dalli, D., Romani, S.. Il comportamento del consumatore. Teoria
e implicazioni di marketing, pp. 138-143.
9
comportamenti d‟acquisto dei consumatori. I bisogni, infatti, sono alla base del
consumo in quanto consentono il crearsi di una situazione fondamentale per la
manifestazione della motivazione all‟azione
21
la quale troverà realizzazione nei
più soggettivi comportamenti d‟acquisto dei consumatori.
1.2 Dall’ “Era della Modernità” all’”Era della
Postmodernità”
L‟evoluzione sociale ha portato al superamento delle tradizionali teorie
sul consumo. «L‟era della modernità – di cui il consumatore, sia pure come
epifenomeno del mondo della produzione, è stato uno dei protagonisti – si
avvia al tramonto»
22
.
1.2.1 La società postmoderna
Nel paragrafo precedente abbiamo parlato della trasformazione che ha
colpito l‟Italia del dopoguerra; è importante entrare più nello specifico di
questa evoluzione al fine di comprendere meglio la configurazione della
società postmoderna e, quindi, del “consumatore postmoderno”
23
.
Riportando le parole di Morelli, possiamo dire che la capacità delle
odierne imprese di distinguersi dalla concorrenza e di avere «quel plus che le
avvantaggia da tutte le altre»
24
è «conseguenza di una realtà socio-economica
notevolmente diversa rispetto a quella con la quale le imprese si misuravano
solo alcuni decenni fa. Dagli anni 60-70 del secolo scorso ad oggi, infatti, si
sono verificati alcuni cambiamenti rilevanti nella società, che hanno finito,
inevitabilmente, con il produrre nuove esigenze da parte dei consumatori»
25
.
21
Per un approfondimento sull‟argomento si veda: Dalli, D., Romani, S.. Il comportamento del
consumatore. Teoria e implicazioni di marketing, pp. 133-134.
22
Vattimo, G., La fine della modernità, Garzanti, Milano, 1985. Op. Cit. in G. Fabris, Il nuovo
consumatore: verso il postmoderno”, Franco Angeli, 2003, p. 16
23
Fabris, G., Il nuovo consumatore: verso il postmoderno, Franco Angeli, Milano,2003.
24
Morelli, M., Teorie e tecniche della comunicazione d’Impresa, edizioni ETS, 2003, p. 20.
25
Ibidem, pag. 20.