10
1.LA RIVOLUZIONE
DELL’INFORMAZIONE
1.1 L’informazione: tra definizione e storia
In un mondo in cui l’informazione e i dati hanno ormai acquisito grande
rilevanza risulta fondamentale comprendere il significato di tale concetto.
Definire in maniera univoca l’informazione è complesso e ha generato molte
discussioni in ambito filosofico, epistemologico e tecnologico. L’informazione
è un argomento talmente vasto che è oggetto, ormai da secoli, di dibattiti
scientifici. A tal proposito, Claude Shannon
2
, il padre dell’informazione, autore
insieme a Warren Weaver di “The Mathematical theory of Communication”
(Teoria matematica della comunicazione), di cui si parlerà nel capitolo 3,
afferma:
‘Sono stati suggeriti vari significati della parola informazione da autori differenti
nell’ambito generale della teoria dell’informazione. È probabile che un certo numero
di tali significati risulterà sufficientemente utile in talune applicazioni da meritare un
approfondimento e un’attenzione costante. È difficile al contempo che un concetto unico
di informazione renda conto in modo soddisfacente delle sue numerose possibili
applicazioni in questo ambito generale’.
Egli riconosce la versatilità e la polisemia del concetto di informazione,
sostenendo che vari significati della parola sono stati proposti da diversi autori e
che alcuni di questi potrebbero essere utili per specifiche applicazioni. Tuttavia,
l'autore sostiene che è difficile che un concetto unico di informazione possa
rendere conto in modo soddisfacente delle molte possibili applicazioni in questo
ambito generale. Questa posizione riflette l'idea che il concetto di informazione
è complesso e polisemico, e che potrebbero essere necessari diversi approcci per
2
Shannon, Claude Elwood, (1993) Collected Papers, a cura di Neil Sloane e Aaron Wyner, IEEE
Press, New York.”
11
comprenderlo pienamente. A distanza di anni Bogdan
3
fornisce un’idea di
quanto il concetto di informazione sia ampio affrontando l’analisi
dell’informazione in maniera alquanto scettica riproponendo la stessa visione di
Shannon.
‘Il mio scetticismo nei confronti di un'analisi definitiva dell'informazione riconosce la
famigerata versatilità dell'informazione. La nozione di informazione è stata assunta per
caratterizzare una misura dell'organizzazione fisica (o la diminuzione dell'entropia),
un modello di comunicazione tra sorgente e ricevente, una forma di controllo e di
feedback, la probabilità di trasmissione di un messaggio su un canale di comunicazione,
il contenuto di uno stato cognitivo, il significato di una forma linguistica o la riduzione
di un'incertezza. Questi concetti di informazione sono definiti in varie teorie come la
fisica, la termodinamica, la teoria della comunicazione, la cibernetica, la teoria
statistica dell'informazione, la psicologia, la logica induttiva e così via. Non sembra
esistere un'idea unica di informazione su cui convergano questi vari concetti e quindi
non esiste una teoria proprietaria dell'informazione’.
L'autore sottolinea come la nozione di informazione sia stata utilizzata in molte
teorie diverse, tra cui la fisica, la termodinamica, la teoria della comunicazione,
la cibernetica, la psicologia e la logica induttiva. Tuttavia, sostiene che non c'è
un'idea unica di informazione che converga in questi vari concetti.
Esistono, dunque, molte definizioni diverse di informazione che variano a
seconda del contesto in cui vengono utilizzate. Generalmente, quando si pensa
all’informazione, è difficile non generalizzare e interpretare tale concetto
attraverso i media, digitali o analogici, da cui siamo circondati, impossibile non
pensare alle news che ci vengono “suggerite” dallo smartphone quotidianamente
o quelle che vengono mandate in onda durante il notiziario o più semplicemente
durante una trasmissione radiofonica. L’Enciclopedia Treccani
4
, in questo
contesto, definisce l’informazione come: atto dell’informare o dell’informarsi,
nel senso di dare o ricevere notizia intesa come libero accesso alla verità
3
Bogdan, R. J. (1994). Grounds for cognition: How goal-guided behavior shapes the mind.
Lawrence Erlbaum. Hillsdale, NJ.
4
Treccani, Vocabolario Treccani on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Disponibile a:
https://www.treccani.it/vocabolario/informazione/ , Ultimo accesso: 09 febbraio 2023.
12
attraverso i mezzi che interpretano e formano la pubblica opinione.
“Riduzione del tasso di natalità in Italia” È un’informazione di cui spesso si sente
parlare. Questa informazione risulta essere tale perché alla base sono state
effettuate delle ricerche che hanno prodotto dei dati inerenti a questo argomento.
Ci sono, dunque, dei dati che certificano e che confermano che in Italia sono
sempre di meno le persone che decidono di avere dei figli. Un esempio semplice
di come l'informazione può derivare dai dati è il seguente: un set di numeri grezzi
potrebbe rappresentare i risultati di un'indagine sulle preferenze di alcuni
consumatori. Tuttavia, solo quando questi dati vengono elaborati e organizzati,
possono fornire informazioni significative sui prodotti preferiti, sui prezzi
desiderati, sulle tendenze di mercato e altro ancora.
1.1.2 I dati: il linguaggio dell’informazione
Il dato non è altro che un valore grezzo, molto spesso un numero o una data, ma
anche immagini o grafici, che elaborati assumono significato e diventano così
informazioni a seconda del contesto. L’elaborazione di più dati consente
di ottenere una o più informazioni, che vengono a loro volta utilizzate per
raggiungere altri scopi, come compiere delle scelte. Nel contesto della tecnologia
dell'informazione (IT) e dell'informatica, i dati sono le informazioni che un
software raccoglie e registra e sono tipicamente archiviati in un database
accessibile per la manipolazione e il trasferimento di questi ultimi tra computer
differenti. I dati vengono raccolti da diverse fonti, come computer, sensori e
dispositivi e sono tipicamente utilizzati in ambito commerciale, scientifico e
ingegneristico. Generalizzando, dati e informazioni non sono la stessa cosa, ma
sono strettamente collegati. I dati si riferiscono a osservazioni numeriche e
qualitative. Le informazioni vengono create quando i dati sono presentati in
modo da avere un significato per il destinatario. Per trasformare i dati in
informazioni, è necessario elaborarli, organizzarli e contestualizzarli. Seguendo
questo filone, l’informazione, se utilizzata correttamente, può essere un input per
generare conoscenza. A differenza dei dati o dell’informazione, la conoscenza
però, non è misurabile ed è effettivamente soggettiva poiché è un atto legato alle
13
esperienze e all’interpretazione da parte di ogni singolo individuo.
5
Ogni
individuo, attraverso la consultazione di molteplici fonti può apprendere
qualcosa in merito ad un determinato campo, il problema si pone quando
l’offerta informazionale raggiunge livelli così elevati che alcune fonti diventano
inaffidabili.
Figura 1: Strutturazione dell'informazione su base di dati. da: Floridi (2010) p.34
Il filosofo dell’informazione Floridi
6
, nello schema illustrato nella figura 1,
spiega il concetto di informazione sulla base dei dati: alla base dell’informazione
ci sono i dati, questi ultimi possono essere di tipo ambientale o semantico.
L 'informazione, intesa come contenuto semantico, richiede la presenza di dati
precisi e significativi e può essere basata su fatti, indipendentemente dal fatto
che sia vera, falsa o istruttiva.
7
Nel caso in cui l’informazione sia fattuale,
dunque effettiva, può essere distinta in vera o falsa. Nell’ipotesi in cui
5
Iacono A. (2013) Verso un nuovo modello di OPAC. Dal recupero dell’informazione alla
creazione di conoscenza, JLIS.it. Vol. 4, n. 2
6
Floridi L. (2010). La rivoluzione dell’informazione. Bingley: Emerald.
7
Iorio E. (2022) Infoguerra, Guerre d’Informazione nell’Infosfera., p.78., Rubbettino Editore,
Soveria Mannelli.
14
l’informazione viene ritenuta “veridica” si parla di informazione che genera
conoscenza. In caso contrario bisognerà stabilire se tale informazione sia stata
veicolata in modo intenzionale o meno. Se un’informazione semantica falsa è
veicolata in modo intenzionale la si può definire come fonte di disinformazione,
nel caso in cui la veicolazione sia involontaria si parlerà di misinformazione
(Vedi Capitolo 2). Alla luce della complessità nel definire il concetto di
informazione la seguente definizione fornita da Floridi può essere fondamentale
per comprendere meglio tale concetto.
‘Negli ultimi decenni è diventato comune adottare la definizione generale di
informazione (DGI) in termini di dati + significato. La DGI è ormai uno standard
operativo, in particolare nei campi in cui i dati e le informazioni sono trattate come
entità reificate, ossia come cose che possono essere manipolate (si considerino, ad
esempio, le espressioni ormai generalmente invalse reperimento di dati o gestione
dell’informazione)’.
La DGI è una definizione generale come sottolinea lo stesso autore, in quanto
l’informazione può essere trattata sotto ogni aspetto e campo applicativo. Non a
caso lo stesso Floridi divide il suo scritto in differenti paragrafi inerenti alle varie
forme che può avere l’informazione a seconda del campo a cui viene applicata.
Attenendosi, così, alle citazioni precedenti. Data una definizione generale è
opportuno definire ancor di più i concetti enunciati fino ad ora con lo scopo di
chiarire maggiormente l’indirizzo di questo lavoro. Pertanto, il concetto di
informazione che verrà preso in considerazione sarà quello secondo cui
“L’informazione è tutto ciò che può essere digitalizzato (ovvero rappresentato
come una sequenza di bit [binary digit])”.
8
Verranno, prese in considerazione le
definizioni contenute all’interno del libro “Infoguerra” di Iorio secondo cui i dati
sono rappresentazioni grezze e non interpretate di informazioni, che possono
essere espressi in forma di simboli, numeri, testo, immagini o qualsiasi altra
forma espressiva legata a un qualsiasi supporto. Tuttavia, senza un contesto o
una interpretazione, i dati non hanno alcun significato. Le informazioni sono dati
che sono stati elaborati e interpretati per fornire una conoscenza più o meno
8
Shapiro C., Varian H. (1999) Information Rules, p.3. Etas, Milano.
15
esatta di fatti, situazioni o modi di essere. Esiste una relazione tra i dati, o tra
parti di dati, e altre informazioni, ma non viene fornita alcuna indicazione sul
motivo per cui i dati sono quello che sono, né sul loro cambiamento nel tempo.
La conoscenza implica la comprensione, l'elaborazione e l'assimilazione di
nozioni, e si differenzia dalla semplice informazione poiché richiede un processo
attivo di rielaborazione e apprendimento. Un modello di relazione tra dati e
informazioni può avere il potenziale per rappresentare la conoscenza, a
condizione che l'utente sia in grado di comprendere gli schemi e le loro
implicazioni.’.
9
1.2 L’ASCESA DELLA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE
Questo capitolo descrive e rappresenta nel dettaglio l’evoluzione della società nel corso
degli ultimi tempi partendo dal contesto post-industriale arrivando ad un nuovo
ambiente definibile come Infosfera.
La discussione sulla rivoluzione dell'informazione si colloca all'interno della
storia dello sviluppo tecnologico e del discorso del "progresso" tecnologico. In
secondo luogo, si parte dal presupposto che questa rivoluzione tecnologica,
come la precedente rivoluzione industriale, segni l'apertura di una nuova era
storica. Daniel Bell
10
è stato uno dei primi studiosi che ha descritto i
cambiamenti che si sono verificati nella struttura dell’economia e della società
occidentale. Secondo lo studioso la società stava passando da un'economia
industriale basata sulla produzione di beni materiali, ad un'economia basata sulla
produzione di servizi immateriali e sulla conoscenza. Questo tipo di assetto, che
l’autore definisce Post-Industriale, pone le sue radici nella crescente importanza
della conoscenza e della tecnologia, che si manifestano attraverso l'incremento
dell'istruzione e della specializzazione. Bell sosteneva che la società post-
industriale era caratterizzata da un'economia basata sulla produzione di beni
immateriali e sulla fornitura di servizi, che richiedono un alto livello di
9
Iorio E. (2022) Infoguerra, Guerre d’Informazione nell’Infosfera., p.51., Rubbettino Editore,
Soveria Mannelli
10
Bell D. (1973) ‘The coming of post-industrial society.’, Basic Books, New York.
16
conoscenza specializzata e di competenze tecniche. La società post-industriale,
inoltre, era contraddistinta dalla crescente importanza della ricerca e dello
sviluppo scientifico, che hanno portato alla creazione di nuovi prodotti e servizi.
In questo senso, si differenzia dalla società industriale, che era basata sulla
produzione di beni materiali e sulla forza lavoro specializzata in compiti
manuali. È bene precisare che la transizione dalla industria alla post-industria è
avvenuta gradualmente e fu resa possibile dalle macchine produttrici guidate dai
programmi (software). Una società post-industriale non è meno industriale. La
produzione industriale rimane importante, la differenza con la società precedente
consiste nella minore o nessuna partecipazione della manodopera.
11
L’economista britannico Colin Clark
12
, attraverso il modello settoriale, ha
contribuito a esaltare l'importanza dei servizi nell'economia moderna e ha
stimolato il dibattito sulla transizione verso una società post-industriale. Secondo
tale modello, l'economia di un paese si sviluppa attraverso tre fasi successive di
crescita economica, ciascuna delle quali caratterizzata dalla predominanza di
uno dei tre settori produttivi. La prima fase è quella agricola, in cui l'agricoltura
rappresenta il settore dominante dell'economia. In questa fase, la maggior parte
della popolazione è impiegata nell'agricoltura e l'industria e i servizi sono poco
sviluppati. La seconda fase è quella industriale, in cui l'industria diventa il settore
trainante dell'economia. In questa fase, la popolazione attiva si sposta
dall'agricoltura all'industria, mentre il settore dei servizi inizia a crescere.
L'industria continua a espandersi fino a quando raggiunge il suo massimo
sviluppo e si stabilizza. La terza fase è quella post-industriale, in cui i servizi
diventano il settore trainante dell'economia. In questa fase, la maggior parte della
popolazione lavora nei servizi, mentre l'agricoltura e l'industria sono meno
importanti. Questa fase è caratterizzata dalla crescita di settori come il turismo,
i servizi finanziari, l'istruzione e la sanità.
11
Wikipedia Contributors (2022) La Società Post-Industriale. Disponibile a:
https://it.wikipedia.org/wiki/Societ%C3%A0_post-industriale., (Ultimo accesso: 08 febbraio
2023)
12
Cornwall, J. L. (2023) Economic growth. Encyclopedia Britannica. Disponibile a:
https://www.britannica.com/topic/economic-growth., (Ultimo accesso: 15 Febbario 2023)
17
Figura 2. Modello settoriale di Clark da Wikipedia.com
Non a caso, l’Ocse
13
definisce le information society come quelle società in cui
più della metà del PIL deriva dalla information economy e più della metà della
forza lavoro è impiegata in essa.
14
Con la diffusione dei computer e con lo
sviluppo di sistemi di comunicazione in grado di presentare l'informazione nelle
sue diverse tipologie (voce, suono, testo, immagine), emerge un nuovo modello
organizzativo, improntato sulla centralità dell'informazione, che: “è la materia
prima della verità, della bellezza, della creatività, dell'innovazione, della
produttività, della competitività e della libertà”.
15
Robins e Webster
16
definiscono l’ascesa di tale società come la transizione da un periodo di vincoli
e limiti a uno di libertà, democrazia e abbondanza. Secondo questa prospettiva,
la diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) ha
abbattuto le barriere di accesso all'informazione e alla conoscenza, consentendo
a un numero sempre maggiore di persone di accedere a informazioni, dati e
13
OCSE: Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
14
OECD (2011) Guide to Measuring the Information Society, OECD Publishing, Paris,
Disponibile a: https://doi.org/10.1787/9789264113541-en. Ultimo accesso: 18 febbraio 2023
15
Maisonrouge J. (1984) ‘Putting Information to Work for People’, Intermedia, Vol. 12, no. 2.
16
Robins K. e Webster F., (1999) Times of the Technoculture from the Information Society to
the Virtual Life, Routledge.
18
conoscenze che erano precedentemente limitati solo a pochi. Ciò favorisce la
libertà di pensiero, l'innovazione e la creatività, creando le basi per una società,
teoricamente, più aperta e democratica. In questo quadro la nascita di internet
gioca un ruolo cruciale tanto che, si instaura una visione cyber ottimista agli
albori della rete. Questa "utopia cibernetica" rappresenta un'immagine
idealizzata della società che si basa sull'idea di una connessione permanente e
condivisa dell'informazione, sostenuta da un egualitarismo digitale e da un
libertarismo espressivo che sembra dipendere dalle proprietà intrinseche della
tecnologia di rete stessa. Questo ideale è spesso descritto, in particolar modo da
Pierre Levy
17
, come un paradiso virtuale dove le comunità digitali possono
rafforzare i legami sociali, ripristinando forme di solidarietà organica
premoderne e creando un sistema di tecno-democrazia. Sembra quasi instaurarsi
una visione escatologica della tecnologia nei confronti della società. Tuttavia,
questa immagine idilliaca della rete ha spesso mascherato i conflitti e le
disuguaglianze che sono presenti tutt’oggi nell'ambiente digitale. Di fatto,
Boccia Artieri e Bentivenga affermano che: “La visione cyber-utopica esaurisce
la sua spinta propulsiva nel momento in cui il progetto di globalizzazione politica
ed economica dell’Occidente a capitalismo avanzato volge il suo sguardo alla
rete come strumento di esportazione liberale della democrazia”.
18
In questa
circostanza è importante citare il discorso di Hilary Clinton in merito alla libertà
della rete. “Dobbiamo mettere questi strumenti nelle mani di persone che li
usino per il progresso della democrazia e dei diritti umani” Internet diventa
sempre più rilevante nel contesto politico degli stati, segnando una transizione
dalla cultura cibernetica ad una maggiore secolarizzazione delle tecnologie
dell'informazione; laddove secolarizzazione è intesa come l'idea che le
tecnologie dell'informazione, come internet, stiano diventando sempre più
integrate nella vita quotidiana delle persone e nelle attività politiche degli stati,
senza essere più viste come una sorta di culto o misticismo tecnologico.
17
Levy P. (2002) L’intelligenza collettiva. Per un’antropologia del cyberspazio. Feltrinelli,
Milano.
18
Bentivenga S. Boccia Altieri G. (2019) Le teorie delle comunicazioni di massa e la sfida
digitale. p.24 Laterza, Bari.
19
1.2.1 La Network Society
Le reti sono sempre esistite, ciò che cambia in questo caso, sono le tecnologie di
cui dispongono. Castells ha svolto parte della sua carriera dominando il dibattito
inerente alla società dell’informazione sorto intorno agli anni ’90 Introducendo
il concetto di Network society. Questa trasformazione, secondo lo studioso, ha
avuto origine tra la fine degli anni Sessanta e la metà degli anni Settanta, grazie
a tre fattori distinti che si sono sovrapposti nel corso del tempo, evidenziati,
peraltro, nello scritto
19
di Boccia Altieri e Bencivenga: l'emergere di un nuovo
paradigma tecnologico incentrato sulle tecnologie dell'informazione, una crisi
dei modelli socio-economici capitalistici e statalisti seguita dalla loro
ristrutturazione, e l'avanzamento di alcuni movimenti culturali che hanno
promosso valori sociali come la protezione dei diritti umani, la sostenibilità
ambientale e il femminismo. L’insieme di questi fattori dà luogo a “una nuova
struttura sociale dominante, la Società in rete; una nuova economia, l’economia
informazionale\globale; e una nuova cultura, la cultura della virtualità reale”.
20
L'informazione è diventata un bene prezioso che può conferire potere a chi la
possiede. Nella network society, il potere è distribuito tra diverse reti di attori,
tra cui imprese, organizzazioni non governative, governi e individui, che
collaborano e competono tra loro. Queste reti di attori sono in grado di utilizzare
l'informazione e la conoscenza per creare valore, innovare, adattarsi ai
cambiamenti e influenzare gli altri attori. Le reti più potenti e influenti nella
Network society sono spesso quelle che hanno accesso alle informazioni più
preziose, come le informazioni sui mercati, sulle tendenze sociali e sulle
tecnologie emergenti. Tuttavia, Castells sostiene che il potere di queste reti di
attori non è necessariamente basato sul possesso esclusivo di informazioni, ma
sulla capacità di elaborarle e utilizzarle per raggiungere i propri obiettivi. Si parla
in questi termini di capitalismo informazionale, un concetto che descrive
l'interconnessione tra la ristrutturazione capitalistica degli anni '80 e la
tecnologia dell'informazione, che ha portato alla nascita della "new economy".
19
Ibidem
20
Castells, M. (1998). End of Millenium, Volume 3 of the Information Age: Economy. Society
and Culture. Blackwell, Cambridge, MA.