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CAPITOLO 1: COSA SONO COLORANTI E ADDITIVI ALIMENTARI
1.1 GLI ADDITIVI
Il Regolamento (CE) n. 1333/2008 definisce additivo alimentare
"qualsiasi sostanza abitualmente non consumata come alimento in sé e non
utilizzata come ingrediente caratteristico di alimenti, con o senza valore
nutritivo, la cui aggiunta intenzionale ad alimenti per uno scopo tecnologico
nella fabbricazione, nella trasformazione, nella preparazione, nel trattamento,
nell'imballaggio, nel trasporto, o nel magazzinaggio degli stessi, abbia o possa
presumibilmente avere per effetto che la sostanza o i suoi sottoprodotti
diventino, direttamente o indirettamente, componenti di tali alimenti"
[Commissione Europea 2008].
Come possiamo comprendere dalla definizione, a tale categoria
appartengono sostanze eterogenee, che con le loro caratteristiche, possono
garantire importanti elementi che determinano la consistenza, conservazione,
colore e struttura degli alimenti stessi.
Gli additivi fanno parte e comprendono alcune delle seguenti categorie di
sostanza, che, secondo le normative, vengono classificati come additivi
volontari.
-Coloranti
-Antiossidanti
- Sali di fusione
- Agenti gelificanti
- Acidi
- Conservanti
- Antiagglomeranti
- Agenti lievitanti
- Agenti di resistenza
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- Gas per imballaggi
- Enzimi
Il termine “volontari” è collegato alle sostanze che, in una delle tante fasi
di processo, vengono aggiunte al prodotto alimentare, in funzione delle loro
proprietà, che li differenziano anche a livello di prodotto, o alle caratteristiche
che si vogliono ottenere.
Seppure, l’utilizzo di tale sostanza è consentito dalle norme, allo stesso
tempo si impone una serie di importanti parametri che, per ovvie ragioni,
devono essere rispettati.
L’utilizzo di tale sostanza deve rispettare le seguenti condizioni:
1. Qualora, attraverso la dimostrazione dell’esistenza di una necessità
tecnologica e quello che si sta cercando, non possa essere ottenuto in
altri modi dal punto di vista economico e tecnologico
2. Se non presentano un pericolo in termini di salute dei consumatori in
termini di dosi
3. Se il consumatore non viene indotto negli errori
Questo comporta che, prima di essere autorizzati all’uso, gli additivi alimentari
debbano essere sottoposti a rigide valutazioni di completa sicurezza. Questa
importante valutazione e azione di controllo viene effettuata e garantita dai
seguenti comitati scientifici:
Comitato Scientifico dell'alimentazione umana della commissione europea
(S.C.F), affiancato da “Comitato congiunto di esperti sugli additivi alimentari
(JECFA) che, a sua volta collabora con le massime autorità a livello
internazionale, parliamo dell’autorità europea per la sicurezza alimentare
(EFSA), dell’Organizzazione mondiali della sanità (OMS) e l’Organizzazione
per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).
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Lo scopo dell’autorità è quello di ottenere delle valutazioni che riguardano
l’impiego degli additivi alimentari; vale a dire che per ogni singola sostanza ci
deve essere una quantità di “dose giornaliera ammissibile” (DGA), cioè la
quantità di sostanza, espressa in mg/kg (relazione massa corporea), che può
essere introdotta giornalmente. Un altro fattore importante è quello di
controllare che non ci siano delle sostanze tossiche nei confronti dell’uomo,
tale procedimento viene determinato attraverso la somministrazione dei
campioni sugli animali, con l’osservazione su di essi, oppure somministrare
dei campioni su uomini, prima di concedere il loro uso al livello applicativo.
Si ha la certezza che la sicurezza di tale dose è garantita dal fatto che ha
dei quantitativi sicuri, grazie alle conoscenze scientifiche d’oggi e alle
moltissime attività di ricerca che garantiscono un importante margine di
sicurezza.
Il controllo riguardante la dose viene fatto dal comitato scientifico della
nutrizione umana, che ha il compito ben preciso di verificare il consumo degli
additivi e che il livello della dose non vada al di sopra del limite di sicurezza.
Nel caso in cui si viene ad usare in modo costante un dosaggio, che
supera il limite consentito, il comitato stesso, se lo ritiene opportuno, può
intervenire per abbassare il livello del dosaggio degli additivi, con i quantitativi
necessari che servono a garantire la conservazione del prodotto. Un altro
modo invece, è quello di limitare la gamma, presente in tali sostanze, in modo
da eliminare possibili effetti dannosi.
Un altro fattore importante è quello di garantire un'adeguata normativa
che faciliti la possibilità di commercio, definendo i limiti che sono stati stabiliti
per tutti, sia al livello comunitario che in quello internazionale.
Tra i requisiti necessari che gli additivi devono soddisfare per poter
essere utilizzati sono:
- L’additivo non deve essere usato per mascherare un eventuale alimento
alterato, traendo in inganno il consumatore;
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- L’additivo non deve essere usato per nascondere una frode
commerciale. È soprattutto importante ricordarsi che gli additivi alimentari
vengono usati per preservare il valore nutrizionale dell’alimento, garantendone
una lunga conservazione, evitando così che si formino delle tossine o
molecole pericolose per l’essere umano;
- Tutti gli additivi che vengono usati, devono avere permessi necessari,
dai massimi organi di competenza, che attestano il loro utilizzo, rispettando i
parametri della loro purezza (stabilito dalla direttiva 2008/128/CE)
[Commissione Europea 2008].
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1.2 ADDITIVI COLORANTI
Dopo aver parlato in modo generico su che cosa sono gli additivi
alimentari, addentriamoci più a fondo nell’argomento, parlando di cosa sono
gli additivi coloranti.
Il colore di qualsiasi alimento è un fattore molto importante, che
determina la presenza di molecole di varia natura, come per esempio
“cromofore”, che rappresenta la capacità dell’alimento stesso di assorbire e
riflettere una certa quantità di energia, ed è proprio grazie alla quantità
dell’energia che non viene assorbita che si determina il suo colore specifico.
L’aggiunta di una sostanza colorante ad un alimento non deve essere
per forza inteso come fattore di miglioramento estetico - esteriore del prodotto
stesso, ma si deve considerare tale aspetto come un'importante ripercussione
nella percezione di chi consumerà l'alimento stesso. Infatti, in questi casi, per
l’occhio umano, un alimento che appare ben colorato, è un sinonimo di qualità
e freschezza, associa una maggiore intensità di aromi e sapore e il
consumatore, in questi casi, è attratto di più da quel prodotto alimentare e dal
suo acquisto. Per questo motivo è facile comprendere l’importanza delle
sostanze coloranti che, una volta addizionati agli alimenti possono ripristinare
il colore originale, intensificare o anche riavviare il colore, che durante le varie
fasi di trasformazioni o conservazioni è andato perso. Nell’ industria di
trasformazione, inoltre, gli additivi possono essere usati come proprietà
pigmentanti, per garantire una certa standardizzazione del prodotto.
1.3 DEFINIZIONE DELL’ ADDITIVO COLORANTE
Con il riferimento al regolamento 1333/2008 dell’Unione Europea, per
colorante si intendono, sostanze in grado di dare colore agli alimenti o di
ricostruire la colorazione originale, includendo componenti naturali presenti nei
prodotti alimentari e altri elementi di origine naturale, normalmente non
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consumati come alimento né utilizzati come ingrediente tipico degli alimenti”
[Commissione Europea 2008].
Considerando la definizione, i coloranti sono delle preparazioni ottenute
dai prodotti alimentari o da altri materiali di origine naturale, ottenuti mediante
processi chimici e fisici che comportano l’estrazione selettiva dal pigmento del
mezzo.
Bisogna però ricordare che oltre ai coloranti estratti da una matrice
naturale, al giorno d’oggi si dispone anche dei coloranti sintetici, ottenuti
attraverso la sintetizzazione al fine di imitare alcuni pigmenti naturali.
Gli additivi coloranti vengono distinti in due categorie:
Coloranti Inorganici (Pigmenti Bruni: Ocra, Terra Ombra)
Coloranti sintetici o naturali (Antociani, Carotenoidi, Clorofille,
Betalaine)
La necessità che ha portato la produzione per sintesi di alcuni pigmenti
in passato è stata inevitabile, al punto che la loro produzione è stata
particolarmente intensa, nonostante le ottime proprietà che caratterizzano i
pigmenti naturali.
Il motivo è legato essenzialmente al fatto che questa tipologia di pigmenti
è in grado di garantire maggiore resistenza al deterioramento, dovuto alla luce
e resistenti ad eventuali processi che ne potrebbero derivare, garantire una
maggiore stabilità alle fluttuazioni termiche e alle variazioni del pH.
Bisogna ricordare inoltre che tali sostanze sono state sintetizzate a
partire da altre sostanze, che si erano dimostrate particolarmente nocive per
l’essere umano stesso (Rosso Sudan).
Grazie ai considerevoli passi avanti, fatti nell’ambito tecnologico,
l’industria alimentare potrebbe prendere in seria considerazione, di tornare ad
utilizzare i pigmenti naturali, permettendo un adeguato mantenimento del
prodotto (come, ad esempio, la catena al freddo).