Web Usability: un approccio multidisciplinare alla progettazione del Web
L’uso del computer sta prendendo sempre più piede nella vita di tutti i giorni. L’informatica invade ormai disparati campi di applicazione: dall’aiuto in contesti lavorativi fino alle comunicazioni mobili e all’intrattenimento.
Molti degli apparati che vengono quotidianamente usati dalla stragrande maggioranza delle popolazioni occidentali, contengono al proprio interno forme di intelligenza. Alvin Tofler ha detto infatti che nell’odierna costruzione di una nuova infosfera per la civiltà, stiamo infondendo nell’ambiente circostante non la vita, ma l’intelligenza. Oggi questi «pezzi» di intelligenza sono nelle mani di una buona parte degli abitanti del pianeta, e quindi il problema della loro facilità d’uso è importantissimo.
La nuova tecnologia sta rendendo possibile la creazione di una moltitudine di nuovi oggetti interattivi che pongono in modo pressante il problema della gestione, organizzazione e presentazione di grandi dimensioni di informazione.
Quante volte capita di non riuscire ad interagire con una pagina web ricercando una specifica notizia? O quante volte non riusciamo a comprendere la struttura delle funzioni del cellulare? Quanto è difficile riuscire a programmare un videoregistratore per una registrazione in differita? Tutto ciò, secondo Negroponte, è inutilmente complicato ed il gioco non vale la candela.
Questo non solo accade con le apparecchiature, ma succede anche con le stesse informazioni. Nella rete Internet ci sono aree specifiche che sono delle vere e proprie miniere di risorse in termini di informazioni; ma a dispetto di ciò, queste preziose risorse a volte non vengono utilizzate per il semplice fatto che non si fanno trovare.
Circa il 75% dei siti della Rete presenta, in differenti misure, problemi di questo genere; circa il 50% dei potenziali rapporti (commerciali e non) viene perso proprio a causa di questo motivo.
La scarsa usabilità degli apparati multimediali e delle risorse digitali in genere, provoca un utilizzo frammentato e limitato degli applicativi. In termini economici questo si traduce in costi di adattamento non previsti e tempi di apprendimento non giustificati.
Le aziende, prima del tracollo finanziario legato alla new economy avvenuto nel 2001, hanno continuato ad investire i loro patrimoni senza tener conto delle esigenze degli utenti e senza fare i conti con il nuovo modello reticolare di Internet. Dall’euforia per una ritrovata frontiera dell’oro si è passati al crollo del vecchio modello economico.
Ciò che in questa ricerca si tenterà di dire è che Internet, con la creazione di un nuovo modello, deve indurre le aziende e tutti noi ad un cambio di prospettiva. Una prospettiva più legata all’uomo, alla sua voglia di condivisione e comunicazione; una prospettiva costellata di miglioramenti dei mezzi informatici esistenti più che della loro moltiplicazione. Il programma, forse troppo pretenzioso, è quello di indicare i criteri essenziali per rendere più antropocentrico lo sviluppo tecnologico di Internet.
Il richiamo ai Tecnoribelli di cui parla Tofler è evidente. Anziché lasciare che sia la tecnologia a determinare i nostri obiettivi, i Tecnoribelli rivendicano un controllo sociale sulle direttrici principali del progresso tecnologico. Come i Tecnoribelli, saremo a favore di un progetto che preveda una gamma completa di «tecnologie appropriate» volte a fornire occupazioni a misura d’uomo. I Tecnoribelli non vanno certo considerati come luddisti informatici del terzo millennio; ma piuttosto come individui che prendono coscienza del fatto che le nuove tecnologie informatiche ed il mondo dell’informazione in generale, stanno modificando, o sono destinate a modificare, profondamente non solo le attività economiche, ma anche il modo in cui ciascuno di noi percepisce ed agisce nel suo mondo personale.
Domanda: Perché dunque si pone il problema dell’usabilità?
Perché fino a questo momento il rapporto interattivo con gli strumenti informatici è stato pressoché limitato. Con il crescente numero di operazioni e mansioni introdotte dal computer è aumentato di conseguenza il bisogno di aiuti e di supporti digitali da parte degli individui; questi ultimi si affidano sempre più ad apparati informatici che propongono via via informazioni maggiori e funzioni sempre più specializzate e complesse. Mediare queste esigenze è appunto compito degli studi di usabilità.
In questo senso è dunque opportuno recuperare la centralità dell’Uomo nel processo progettuale informatico. Il vizio comunemente presente nella progettazione è quello di uno scarso focus sui comportamenti degli individui e sul contesto operativo ed organizzativo in cui verrà inserita la soluzione tecnologica.
Il problema della usabilità, in definitiva, si pone perché esiste una qualche forma di interazione tra uomo e macchina. La necessità dell’usabilità emerge quando all’uomo si affida una parte nella costruzione del processo mediatico e comunicativo in generale.
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Informazioni tesi
Autore: | Paolo Szost |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2001-02 |
Università: | Università degli Studi di Macerata |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Scienze della Comunicazione |
Relatore: | Luigi Mattucci |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 182 |
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