Il decollo del culto solare nella Roma imperiale
Il Deus Sol Invictus Elagabalus, più noto come il Sol Invictus, era una divinità originaria di una ricca e fiorente cittadina della Siria continentale posta ai limiti del deserto arabo, Emesa, l'attuale Homs.
Dal 218 al 222 d.C. Roma ebbe come imperatore il siriano Sesto Vario Avito Bassiano, figlio di Caracalla e sommo sacerdote del suddetto culto, sotto il nome di Marco Aurelio Antonino, più noto come Eliogabalo. Questo condusse nella capitale il betilo sacro, una aerolite cuneiforme all'interno del quale abitava il dio del sole Elagabalo e lo collocò nel tempio lui dedicato sull'Aventino. Da qui sarebbe divenuto il sovrano della città e del cielo di Roma. Il tentativo fallì però quando l'imperatore venne brutalmente ucciso e il betilo rispedito in Siria.
Negli anni successivi Elagabalo, attraverso il romanzo Le Etiopiche di Eliodoro e la filosofia neoplatonica di Porfirio, subì un graduale processo di “incivilimento” grazie al quale venne privato del carattere arabo che lo denotava tanto vistosamente.
Sotto Aureliano, nel 274 d.C., divenne la divinità principale dell'Impero romano. In suo onore venne eretto sulle pendici del Quirinale un immenso tempio e creato un nuovo corpo sacerdotale.
L'Imperatore Costantino, che la tradizione patristica rese baluardo della fede cristiana, era stato, come il padre Costanzo Cloro, un seguace del dio del sole. Molte delle attestazioni letterarie e artistiche lui inerenti comprovano la vicinanza dell'Imperatore al culto di Elagabalo: sulla monetazione costantiniana ricorre spesso la dicitura “SOLI INVICTO COMITI” e ai margini esterni del suo Arco di Trionfo sono effigiati il sole e la luna.
L'imperatore Giuliano, che tentò una disperata restaurazione della religiosità pagana in un mondo già totalmente cristianizzato, dedicò all'astro del cielo il suo Inno al Re Helios. Il sole, da signore incontrastato dell'Universo qual'era stato presso gli emesiani e sotto Aureliano, venne subordinato ad una nuova entità spirituale assolutamente trascendentale: l'Uno della filosofia neoplatonica.
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Informazioni tesi
Autore: | Alessandro Armari |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Filosofia |
Corso: | Filosofia |
Relatore: | Luciano Albanese |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 120 |
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