L'elaborazione delle politiche energetiche in Italia dal dopoguerra alla fine degli anni Ottanta
Nella prima parte la tesi delinea lo sviluppo industriale e dei consumi energetici dal periodo del "big spurt" italiano al momento del primo shock petrolifero.
Il fattore energetico fin dalle prime fasi del processo d'industrializzazione si configurò per l'Italia come un "vincolo" allo sviluppo economico. La mancanza di carbone e petrolio sul proprio territorio costrinse l'Italia a seguire un processo di industrializzazione diverso da quello dei primi paesi industrializzati, specializzandosi in settori e tecnologie ad alta intensità di lavoro e meno dispendiosi dal punto di vista energetico.
La soluzione innovativa rispetto al periodo precedente al problema dell'approvvigionamento fu uno dei fattori che consentì la grande crescita del "miracolo economico". Questa soluzione fu realizzata grazie alla straordinaria attività degli enti energetici pubblici (Agip ed Eni) che operavano nel settore degli idrocarburi.
Il tentativo di raggiungere l'indipendenza energetica attraverso l'istituzione degli enti pubblici energetici (Eni, Cnen ed Enel) non ebbe però successo. La crisi petrolifera colse l'Italia nel momento della massima compenetrazione dell'energia nell'economia e di estrema dipendenza dalle importazioni di petrolio.
Nella seconda parte della tesi vengono analizzate le risposte che i governi cercarono di dare alle due crisi petrolifere (1973 e 1979) e che si concretizzarono nell'elaborazione delle indagini conoscitive sulle fonti d'energia (1974-1976), nel piano petrolifero e nei piani energetici nazionali (1975, 1977, 1981, 1985). In questa fase, l'attenzione della ricerca è stata posta sul dibattito parlamentare tenutosi intorno all'approvazione di questi documenti. Sono state messe in evidenza le posizioni dei partiti sulle strategie da perseguire e le modifiche apportate per ragioni politiche ed economiche ai piani.
Nell'ultima parte, si è tentato di analizzare le cause del fallimento della politica nucleare italiana, il cui sviluppo avrebbe dovuto costituire la risposta allo storico vincolo energetico del nostro paese. Il primo ordine di ragioni della mancata realizzazione degli intendimenti espressi nei documenti programmatici è da individuare nel particolare clima d'instabilità politica che attraversava l'Italia a metà degli anni Settanta. Il secondo ordine di ragioni è l'opposzione che si levò a livello di enti locali contro la localizzazione delle centrali nucleari. Fino al 1986 infatti in Parlamento il consenso sulla politica nucleare fu massimo. Solo dopo l'incidente di Chernobyl la posizione dei partiti mutò decisamente fino a portare l'Italia fuori da questa tecnologia.
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Informazioni tesi
Autore: | Jacopo Luigi Stissi |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Storia contemporanea |
Relatore: | Claudio Pavese |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 228 |
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