Crisi dei Consumi e Nuovi Scenari. Il Factory Outlet come strategia di contenimento
Il presente lavoro sceglie la Moda, e in particolare il consumo di moda, come ambito concettuale, nel quale rintracciare la problematicità che contraddistingue l’attuale mercato, attraversato da una profonda crisi culturale ed economica. La Moda rappresenta un punto d’osservazione privilegiato, da cui è possibile cogliere i segnali di un cambiamento più generale, di cui l’ultima tendenza sfilata in passerella è prima, provvisoria manifestazione.
Le macro trasformazioni, che percorrono il divenire del sistema sociale, modificano e plasmano di continuo e inevitabilmente le micro esistenze di ciascuno. Ogni epoca è caratterizzata da un moto evolutivo che stabilisce particolari modelli di rappresentazione del sistema sociale e distintivi modi d’essere della soggettività. Interpretare, le dinamiche che concorrono a delineare la struttura latente che influenza e determina la natura identitaria dei fenomeni sociali e la mappa concettuale, attraverso la quale, codificare le modalità espressive degli attori coinvolti; diviene sempre più arduo, in una fase, come quella attuale, caratterizzata da un immaginario socioculturale, dai contenuti e dai valori sfuggevoli e contraddittori. La crisi economica ha decretato un calo dei consumi generalizzato. Il settore della moda e in particolare la moda made in Italy, ha visto contrarre gradualmente i suoi fatturati, colpiti anche dalla massiccia competitività internazionale. Congiuntamente, alla sfavorevole congiuntura economica è in atto, una profonda trasformazione culturale del sistema dei consumi. Se il consumo diviene specchio, nel quale scorgere riflessa la turbolenza dei fenomeni sociali; il consumo di moda è ciò che meglio può esprimere del tutto, la polisemia della realtà contemporanea.
Il clima di new austerity che aleggia nella società contemporanea, ha costretto la collettività, a mettere in discussione e ripensare le proprie già aleatorie certezze. La confusione sistemica che governa la quotidianità, esplicitata dalle molteplici e instabili identità individuali, estremizza, confrontandosi con un periodo congiunturale negativo, l’incertezza e la labilità dei processi cognitivi ed emotivi degli individui.
II consumo è il nuovo termometro, con il quale misurare la propria condizione esistenziale; acquistare, diviene, paradossalmente, modalità effimera grazie alla quale relazionarsi con i propri bisogni e desideri. Lo stile di consumo, dunque, si sovrappone allo stile di vita, perché ne rappresenta il fenomeno più evidente Il debole potere d’acquisto attuale, non è per il consumatore, soltanto una concreta difficoltà materiale ma anche una difficile empasse emotiva, da affrontare e gestire. Il consumatore, scisso tra ciò che desidera e ciò che può permettersi, investe il consumo di moda, di una funzione terapeutica, in un certo senso, salvifica, mediante la quale, salvaguardare la propria auto-gratificazione e nutrire la propria sensibilità edonistica. Il consumo di moda è traccia, inequivocabile, del tormentato percorso che il corpo sociale ha intrapreso, alla disperata ricerca di un benessere materiale ed emotivo. Esso assume un’importanza cruciale per comprendere le logiche sociali e culturali che delineano i percorsi ondivaghi che gli individui- consumatori intraprendono, alla ricerca di un’utopica dimensione, grazie alla quale, rappresentare sé stessi e la propria storia personale.
Anche se il prezzo diviene il parametro, su cui i consumatori modellano, necessariamente, le proprie scelte d’acquisto, la propensione al consumo rimane alta e ben radicata. Continuare a soddisfare le proprie esigenze, convivendo, con una realtà economica alquanto depressa, rappresenta una missione esistenziale per i depauperati attuali consumatori che, divenuti autonomamente creativi nel costruirsi i propri progetti di consumo, avvertono però, la necessità di confrontarsi economicamente e simbolicamente, con un’offerta, il più possibile vicina alle proprie contingenti sensibilità consumeristiche.
Il sistema moda, quindi, mette in discussione e rielabora le proprie tradizionali logiche strategiche, divenute gradualmente insufficiente, per rispondere ad una domanda di consumo, dal deficitario potere contrattuale ma allo stesso tempo, sempre più esigente. In tale scenario, la distribuzione acquisisce una posizione di grande rilievo, poiché è negli spazi fisici, nei quali si svolgono le dinamiche d’acquisto che avviene il contatto diretto tra domanda e offerta e si esplicita il conflittuale rapporto tra queste differenti e complementari realtà. I luoghi di consumo si trasformano in palcoscenici, sui quali, si dipana lo schizofrenico rapporto comunicazionale tra brand e consumatori. Le dinamiche d’acquisto dei prodotti moda, dunque, si ascrivono a categoria significante, dei modelli culturali che guidano le nuove tendenze di consumo.
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Informazioni tesi
Autore: | Manuela Remo |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Scienze della Comunicazione |
Relatore: | Alberto Prof. Abruzzese |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 298 |
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