Processo al denaro: storia e attualità di un mezzo divenuto fine
In queste lunghe riflessioni di larghe vedute, tra filosofia, teologia, economia, sociologia, ho cercato, innanzitutto, di comprendere io stesso cosa sia questo strano e accattivante oggetto chiamato denaro, domandandomi quale sia la sua effettiva funzione e quale, invece, gli viene attribuita nell’economia moderna. Per riuscire nel mio intento ho dovuto interrogarlo, interrogarmi, ed interrogare diversi filoni di pensiero.
Nella Prima Parte del lavoro, l’obiettivo è stato proprio quello di rivisitare le concezioni economico/filosofiche di diversi studiosi del calibro di Marx, Simmel, Hegel, Smith, Keynes, ecc., per cercare di ben comprendere quale sia la vera natura del denaro. Una risposta unanime ed esauriente non si è avuta. Ognuno, infatti, ha dato un’interpretazione personale e condizionata dal periodo in cui è vissuto. Ma su un punto, in particolare, gli studiosi si sono perfettamente ritrovati. Il denaro non è fondamentalmente un elemento malvagio, dato che, come afferma S. Agostino, esso esiste poiché evidentemente si tratta di un elemento voluto da Dio, ma a renderlo malvagio sono gli uomini attraverso il loro operare, continuamente indirizzato al successo, alla ricchezza, al potere e all’accumulo ingiustificato. L’uomo ama i beni materiali in genere, compreso il denaro, che da semplice mezzo di scambio, così come era nato, si trasforma in fine ultimo dell’agire di ogni singolo individuo. Ama essere superbo ed essere ammirato dai suoi simili ed è per questo che scatena un’orrida lotta per raggiungere per primo il traguardo della ricchezza, senza rendersi conto di aver raggiunto allo stesso tempo il traguardo dell’ossessione, del tormento, dello schiavismo e della dipendenza da un semplice oggetto. Gli uomini non sono altro che “fantocci che non sanno vedere, né udire, né camminare”, come afferma Giovanni nell’Apocalisse (capitolo 9, versetto 20).
Nella Seconda Parte del lavoro, il mio intento è stato quello di analizzare l’evoluzione della concezione di denaro legata all’evoluzione dell’attività bancaria, considerandone i vantaggi e svantaggi che ne sono derivati. Certo, oggi quando si parla di denaro, non si fa più riferimento alla semplice moneta metallica, ma in tale definizione vengono compresi titoli azionari ed obbligazionari, strumenti derivati, fondi d’investimento, carte di credito, fino ad arrivare alle più rivoluzionarie forme di moneta rappresentate dal borsellino elettronico (smart-card) e la moneta virtuale (e-cash). Ma l’evoluzione, se pur affascinante e necessaria da un punto di vista di competitività economica, non risolve il problema etico che poggia dietro la parola denaro. La conferma di tale ragionamento è rappresentata dal continuo verificarsi di scandali finanziari legati al conflitto di interessi, i quali danneggiano l’investitore che, demoralizzato, non avrà più fiducia nei mercati. Così, come un boomerang tali scandali finiscono per ripercuotesi negativamente sullo sviluppo dell’attività finanziaria stessa, in quanto il denaro verrà sempre meno investito e la sua velocità di circolazione rallenterà drasticamente. Si può quindi intendere che, alla base dell’agire economico è necessaria una interiorizzazione della morale che, personalmente giudico come elemento indispensabile per garantire il progresso economico. Progresso che, in tal modo, sarà caratterizzato da un maggiore livello di benessere.
In effetti, nella Terza Parte rendo evidente la possibilità, ma soprattutto la necessità, di applicare un’economia solidale capace di ridurre l’incredibile divario che si è creato tra Paesi ricchi e Paesi poveri. L’obiettivo è rappresentato da un miglioramento delle condizioni iniziali di ogni singolo individuo. La ricchezza che caratterizza lo status quo di ogni soggetto, condizionerà, allo stesso tempo, l’intero corso della sua vita. Si rende dunque necessario uno stravolgimento di tali dotazioni iniziali che, a mio parere, può essere raggiunto attraverso un’analisi ed applicazione delle famose teorie del benessere.
Purtroppo siamo coinvolti in un sistema che giorno dopo giorno inquina, minaccia, distrugge, produce ingiustizie e guerre, quasi come se fossimo complici involontari di commerci ingiusti, di deforestazioni, di violazioni dei diritti umani, di dittature.
Se ognuno di noi, e ogni operatore finanziario orientassero, le proprie scelte quotidiane, che hanno riflessi economici, in modo più consapevole, si potrebbero ottenere dei cambiamenti sociali di enorme rilievo ed efficacia. Il risparmio etico è forse la via per un progetto di vita alternativo.
Si rende necessaria, dunque, la concretizzazione di banche più solidali, più trasparenti, più democratiche, di circuiti alternativi ed affidabili che raccolgano ed investano denaro per scopi puliti, pubblici, di solidarietà.
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Informazioni tesi
Autore: | Massimo Cundari |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2002-03 |
Università: | Università degli Studi della Calabria |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia Aziendale |
Relatore: | Pierangelo Dacrema |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 393 |
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