La devianza minorile. L'istituto di osservazione maschile per i minorenni di Firenze negli anni 1955-77
L'adolescenza rappresenta una fase della vita molto difficile da vivere e da comprendere, per le molteplici contraddizioni che la caratterizzano. La devianza giovanile, in particolare, costituisce quella faccia del fenomeno in cui i contrasti si fanno più dirompenti. Come persona e come assistente sociale, che si occupa degli adolescenti che entrano in contatto con il sistema penale, ho avvertito l'esigenza di acquisire ulteriori strumenti di comprensione, ho attinto, pertanto, a studi sociologici, psicologici e giuridici, che il più delle volte portano avanti ipotesi fra loro contrastanti. Ho creduto importante, a questo punto, focalizzare l'attenzione sui protagonisti di questo complesso fenomeno: gli adolescenti e gli operatori delle strutture penali minorili. Per vedere, al di là degli studi teorici, chi sono, come vivono, quali sono le loro difficoltà, le loro speranze. come cambia la loro vita dopo il contatto con il circuito penale. Avrei potuto esaminare il rapporto tra adolescenti e strutture penali al momento attuale, ma mi sentivo troppo coinvolta ed influenzabile da quella che è la prassi operativa. Ho deciso, allora, di rivolgermi al passato, ad un passato abbastanza recente, che in quanto passato può essere affrontato con maggior distacco, ma non essendo troppo lontano nel tempo conserva ancora elementi di contatto con la realtà attuale. La scelta di questo ambito temporale è stata determinata dal tipo di istituzione penale che ho esaminato, cioè l'Istituto di Osservazione, creato dalla Legge n° 1404 del 1934 successivamente modificata dalla Legge n° 888 del 1956 e abrogato dal DPR n° 616 del 1977, istituto che a Firenze fu attivo dal 1955 al 1977.
La decisione di studiare questa struttura penale è stata determinata dalla specificità delle funzioni che le erano state attribuite cioè quelle di indagare il comportamento «dei minori degli anni 18 abbandonati, fermati per motivi di sicurezza, in stato di detenzione preventiva o, comunque, in attesa di un provvedimento dell'autorità giudiziaria.» al fine di assicurare loro un trattamento idoneo per un adeguato reinserimento sociale. Tali funzioni, prettamente diagnostiche, presupponevano l'esistenza di un ricco materiale conoscitivo sulla realtà dei ragazzi che vi erano inseriti, depositato in voluminosi fascicoli personali. Questo ha permesso di disporre di molte informazioni che attraverso un'elaborazione statistica hanno reso possibile la descrizione dei minori inseriti nella struttura e del loro rapporto con l'istituzione penale. I compiti attribuiti dalla legge all'IO, mettono in luce i contrasti che hanno caratterizzato, fin dalla sua origine, il sistema penale minorile, ad esempio la compenetrazione fra funzione di controllo e di aiuto, il reale effetto stigmatizzante di una struttura nata per contribuire al reinserimento.
Lo scopo che mi sono prefissa, nel fare questo lavoro, è stato di dare un volto ai giovani che hanno vissuto l'esperienza dell'IOM, agli operatori che se ne sono occupati, tramite la ricostruzione delle loro storie, in modo da arricchire le ipotesi interpretative con volti, dati reali che ci facciano recuperare emozioni con cui stemperare quel distacco troppo spesso considerato elemento essenziale per studiare fenomeni sociali.
Le strutture della Giustizia minorile sono nate per fronteggiare i problemi di devianza dei giovani, esaminando i fascicoli personali dei ragazzi, che sono passati dall'IOM di Firenze, è emerso chiaramente l'esiguità delle storie riconducibili a criminalità organizzata e ad una reale pericolosità sociale rispetto all'alto numero di giovani con difficoltà di socializzazione, o con vicende di povertà e con problemi familiari.
Mi sono chiesta perciò che cosa realmente differenziasse i ragazzi che il Tribunale per i Minorenni decideva di inviare in una struttura penale, quale l'IOM, da quelli che invece inseriva in un collegio, in un qualsiasi istituto assistenziale. Questo interrogativo ne ha suscitato conseguentemente un altro e cioè se l'IOM, ed in genere le istituzioni penali previste per i minorenni, svolgano realmente, insieme con un ruolo di controllo, funzioni di recupero sociale.
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
L'unico servizio antiplagio competitivo nel prezzo che garantisce l'aiuto della nostra redazione nel controllo dei risultati.
Analisi sicura e anonima al 100%!
Ottieni un Certificato Antiplagio dopo la valutazione.
Informazioni tesi
Autore: | Simonetta Pieralli |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1994-95 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Magistero |
Corso: | Magistero |
Relatore: | Andrea Pizzitola |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 218 |
Forse potrebbe interessarti la tesi:
Criminalità minorile: aspetti medico-legali e nuovi orientamenti normativi e giurisprudenziali
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi