La reislamizzazione del diritto penale in Pakistan e Malesia
La reislamizzazione del diritto penale è recentemente salita alla ribalta della cronaca in seguito alle condanne alla lapidazione emesse da tribunali nigeriani. Il caso della Nigeria è solo l’ultimo, in ordine cronologico, dei tentativi di re-islamizzazione del diritto e del diritto penale in particolare, intrapresi nel mondo musulmano.
In questa tesi si cerca di analizzare due esperimenti analoghi che hanno avuto luogo in Pakistan e in Malesia. In Pakistan, stato musulmano per eccellenza, nato per dare una patria ai fedeli del subcontinente indiano e secondo alcuni per diventare una Repubblica Islamica, l’esperimento si è svolto nell’ambito di una generale politica di islamizzazione del diritto, voluta dall’allora capo di stato, Generale Zia ul Haq e poi sopravvissuta alla morte del suo ideatore. Il sistema penale pakistano ha visto così la reintroduzione completa del diritto penale sciaraitico, in un processo durato una ventina di anni.
In Malesia la re-islamizzazione penale è stata meno radicale, visto anche l’atteggiamento più moderato del governo, ma c’è stata in compenso una decisa islamizzazione del resto dell’ordinamento. Il paese del sud-est asiatico è peraltro molto complesso, con la sua molteplicità di etnie, razze, culture e religioni. Tale complessità ha prodotto un approccio molto particolare e molto articolato nei confronti dell’islamizzazione. Si tratta tra l’altro di un paese che ha vissuto una fase di fortissima espansione economica tra gli anni ottanta e gli anni novanta, proprio nello stesso periodo in cui si metteva mano alle riforme islamizzatrici. E’ di conseguenza un caso molto interessante che da un lato dimostra la volontà di riappropriazione della propria identità sentita dall’Islam anche in contesti di società pluraliste e in parte modernizzatesi, dall’altro cerca di dare un significato “moderno” alla religione musulmana e al diritto che da essa nasce.
Prima di analizzare le riforme di queste due nazioni, ho ritenuto di dover introdurre i due concetti fondamentali su cui verte questo lavoro. I primi due capitoli, che ho racchiuso in una prima sezione generale, vogliono quindi spiegare cosa siano rispettivamente la re-islamizzazione e il diritto penale musulmano.
Nel primo capitolo vengono sommariamente raccontate le vicende che hanno condotto prima alla marginalizzazione della Shari‘a, e alla trasformazione in senso europeo dei sistemi giuridici delle nazioni musulmane, poi alla riasserzione della civiltà islamica e al tentativo di far rivivere il suo diritto.
Nel secondo capitolo sono invece esposti i concetti fondamentali del sistema del diritto penale coranico.
Dal terzo capitolo si scende nel particolare con l’analisi del Pakistan. Anche in questo caso, prima di occuparmi della re-islamizzazione ho ritenuto necessario ripercorrere gli avvenimenti che ad essa hanno portato. Nel quarto capitolo il sistema penale sciaraitico, oggi in vigore in Pakistan viene analizzato nella sua completezza, e sarà eventualmente possibile fare un confronto con il capitolo secondo nel quale quel sistema viene delineato.
Infine l’ultimo capitolo riguarda la Malesia e le sue riforme. Lo spazio per la materia penalistica è qui inferiore, anche perché, come detto, i malesi hanno operato nel penale con minore radicalità. Il capitolo risente anche delle maggiori difficoltà di reperimento del materiale relativo a questo paese, ma cerca comunque di dare un acconto sufficientemente completo delle riforme attuate.
Nelle valutazioni conclusive il tentativo è di fornire la risposta ad alcune domande che stanno alla base di questa tesi. Ci si chiede se questa ondata di riforme stia effettivamente producendo delle modifiche incisive e durevoli negli ordinamento giuridici analizzati. In sostanza la Shari’a sta effettivamente acquisendo spazio nel diritto delle nazioni musulmane? La ricerca di leggi che siano sentite come più autentiche dai popoli interessati sta effettivamente avendo successo? Le mie risposte ai quesiti sono parzialmente negative: l’analisi compiuta mi sembra dimostrare che il diritto musulmano riesca a guadagnare meno terreno di quanto si potrebbe pensare. D’altra parte però, la rappresentazione della realtà potrebbe essere molto diversa dalla realtà stessa. Cioè, un sistema non molto più islamico, potrebbe invece apparire ai suoi soggetti ed essere da loro sentito come molto più rispettoso dei dettami del diritto religioso, e molto più rappresentativo della loro identità di fedeli. Un’identità che per i discendenti dei seguaci di Maometto è fondamentale, come del resto di questi tempi, si capisce facilmente anche solo aprendo un quotidiano e dando una rapida occhiata ai titoli.
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Informazioni tesi
Autore: | Claudio Robol |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2001-02 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Massimo Papa |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 200 |
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