Disturbo Borderline di Personalità: Un mare di mostri. Emozioni e Terapie.
L'intento che mi sono posta nell'affrontare questo elaborato è stato quello di dare rilievo al disturbo Borderline di personalità facendo particolare attenzione al modo in cui questo disturbo affligge la vita di colui che ne soffre e le persone a lui vicine, siano essi i famigliari o le persone care, dando particolare rilievo anche alla figura del terapeuta e dell'approccio terapeutico nel trattamento di questi pazienti.
Per fare ciò ho ricreato un excursus storico, partendo dall'analisi del disturbo attraverso le diverse teorie e i diversi modelli utilizzati per la sua comprensione e cura.
Più in particolare, nel primo capitolo mi sono concentrata sulle metodologie di definizione del disturbo attraverso i diversi criteri diagnostici ponendo particolare attenzione a quelli elencati all'interno del DSM – V, ma anche concentrandomi sulle riflessioni di molti terapeuti, in particolare il Dottor. Maffei, che mettono in dubbio la validità di questi criteri come soli strumenti per poter diagnosticare la patologia.
Nel secondo capitolo, avvalendomi della spiegazione restituita da Marsha Linehan, il disturbo borderline viene definito come un disturbo pervasivo delle emozioni, poiché rappresenta l'inabilità di regolarle e di controllarle delle persone che ne soffrono.
Quindi, riagganciandomi a questa definizione del disturbo, in questo capitolo ho analizzato le emozioni sia spiegate dai pazienti grazie alle testimonianze dirette e commentate dai terapeuti sia grazie la metafora del giocoliere di Valerie Porr utilizzata per spiegare il cervello in disregolazione.
Inoltre, ho ritenuto importante dare rilievo al lavoro che la studiosa ha fatto attraverso la creazione dell'associazione TARA per il supporto emotivo alle famiglie del malato e alle tecniche di psicoeducazione che l'associazione insegna ai famigliari all'interno di gruppi di supporto, aiutandoli e sostenendoli con il fine di insegnare a diventare alleati terapeuti nel percorso di cura della persona amata.
Ho concluso il secondo capitolo introducendo la figura del terapeuta in merito allo stigma del DBP, che porta molti terapeuti a non credere alle parole del malato o a rifiutare di trattare il paziente poiché considerato un caso troppo difficile e senza possibilità di guarigione.
Facendo riferimento a ciò nel terzo capitolo dimostro come queste credenze siano sbagliate, grazie all'elenco e all'analisi delle terapie risultate funzionali con evidenze scientifiche per il trattamento del disturbo come la Mentalizzazione, la terapia del transfert, lo schema focused therapy, la dbt e il metodo get (gruppi esperenziali terapeutici) in italia.
In particolare, mi sono soffermata sullo studio della DBT, la teoria dialettico comportamentale della Linehan, e la sua applicazione anche nelle comunità terapeutiche con racconti diretti di due terapisti, il dottor Fabio Rancati e la dottoressa Carrillo, i quali spiegano le procedure, i trattamenti e la realtà di questi centri.
In conclusione l'intero lavoro ha lo scopo di sensibilizzare le esperienze emotive delle persone sia che soffrono del disturbo sia quelle di chi è vicina a loro e cerca di prendersene cura. Spesso sembra che nel momento in cui un disturbo venga diagnosticato e il seguente trattamento non si tenga conto della sua entità e dell'impatto effettivo che ha sulle persone come uno tsunami.
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Informazioni tesi
Autore: | Elisa Jone Giuliani |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | UniCusano - Università degli Studi Niccolò Cusano |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Scienze psicologiche |
Relatore: | Nicoletta Vegni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 174 |
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FAQ
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