La Disciplina in materia di Consenso Informato e Disposizioni Anticipate di Trattamento
Nell’antichità la malattia era considerata una punizione divina, ma con Ippocrate si sviluppa la concezione del triangolo delle 3 M (malattia, medico, malato), secondo la quale il malato aiuta il medico a curare la malattia, sebbene il rapporto sia asimmetrico, in quanto il medico con la sua competenza professionale e l’esperienza guida il paziente nella scelta del trattamento terapeutico più idoneo. In epoca medioevale il medico è considerato alla stregua di un sacerdote e l’arte medica è concepita come una vera e propria missione. Ma con l’illuminismo ed i nuovi sistemi d’indagine e di sperimentazione, il paziente viene considerato un caso clinico e la relazione medico-paziente diventa più formale. Il concetto di consenso informato si sviluppa nel XIX secolo nel campo della sperimentazione e successivamente nella diagnosi e terapia. Ricordiamo nel 1947 il Codice di Norimberga, un decalogo etico, secondo il quale il consenso è volontario, ma essenziale per delimitare la linea di confine fra una sperimentazione lecita ed una illecita. Dal Codice di Norimberga alla Dichiarazione di Helsinky del 1964 il consenso diventa informato da “informed consent” utilizzata per la prima volta nel 1954 negli Stati Uniti ed erroneamente tradotta in italiano “consenso informato”: l’attenzione va posta infatti sulla corretta informazione medica per acquisire il consenso ad un trattamento sanitario, quindi sarebbe stato più corretto tradurre “informazione per il consenso”. I presupposti giuridici del consenso informato sono gli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione e gli articoli 1,2,3 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, che mirano a tutelare i diritti alla vita, alla salute, alla dignità ed all’autodeterminazione della persona.
In giurisprudenza, il primo caso di mancata acquisizione di consenso informato e di sentenza di colpevolezza per reato di omicidio preterintenzionale risale al 1992, con il caso Massimo, a seguito di un intervento chirurgico eseguito senza il consenso della paziente e con esito infausto. Un passo avanti nel 2015 con la Corte di Cassazione Penale che decreta l’irrilevanza penale della mancata acquisizione del consenso informato, che configura invece il risarcimento del danno in sede civile, anche se l’intervento è stato eseguito lex artis. La nuova legge n. 219 del 22 dicembre 2017 entrata in vigore il 31/01/2018 si sviluppa in 8 articoli, dei quali i principali trattano l’alleanza terapeutica (articolo 1), ossia una relazione equilibrata tra la competenza professionale del medico ed il diritto di autodeterminazione del paziente, l’alleanza assistenziale nell’articolo 2 con il divieto di ostinazione alle cure e dignità nella fase finale della vita, nell’acquisizione del consenso informato anche nei minori ed incapaci (articolo 3), le disposizioni anticipate di trattamento nell’articolo 4 con la nomina del fiduciario. Infatti oltre al consenso ed il dissenso, possiamo trovarci di fronte anche al rifiuto del paziente di essere informato sulle proprie condizioni di salute. In tal caso un altro soggetto può essere delegato a ricevere informazioni e prendere decisioni, appunto il fiduciario. Le disposizioni anticipate di trattamento sono vincolanti per il medico, che può disattenderle in tutto od in parte in accordo con il fiduciario. In caso di dissenso tra medico e fiduciario, la decisione è rimessa la giudice tutelare. Inoltre la pianificazione condivisa delle cure nell’articolo 5 in caso di prognosi cronica ed esito infausto e le tematiche della terapia del dolore e le cure palliative. Le regioni che adottano modalità telematiche di iscrizione degli assistiti al SSN possono regolamentare la raccolta ed inserimento delle disposizioni anticipate di trattamento nella banca dati istituita dal Ministero della Salute, che ogni anno trasmette alle Camere una relazione. La Regione Toscana, capofila nell’attuazione di questa nuova legge tramite l’Assessorato al Diritto alla Salute, al Welfare, all’Integrazione Socio-Sanitaria e Sport ha dato indicazione alle Aziende Sanitarie ed Aziende Ospedaliere sulle modalità di raccolta e registrazione delle disposizioni anticipate di trattamento, la cui procedura prevede l’inserimento nel Fascicolo Sanitario Elettronico e nella Cartella Clinica Elettronica, per facilitarne la consultazione ai Medici di Medicina Generale, ai Medici Ospedalieri e Strutture Sanitarie. Il cittadino può rivolgersi al proprio medico di medicina generale per avere tutte le informazioni e delucidazioni e presentare il modulo debitamente compilato e sottoscritto agli sportelli di front office del CUP abilitati al servizio. Stessa procedura presso gli Uffici di Stato Civile del Comune di residenza del soggetto. Proprio per rendere omogenee le procedure la Regione ha stilato Protocolli d’Intesa ed incontri con i diversi ordini professionali, oltre all’organizzazione di percorsi formativi del personale sanitario, amministrativo e campagne di informazione ai cittadini.
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Informazioni tesi
Autore: | Anna Salvini |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli" |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze e Tecniche delle Amministrazioni Pubbliche |
Relatore: | Laura Lamberti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 115 |
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