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''Nati due volte'' di Giuseppe Pontiggia: pedagogia della narrazione

In questa tesi abbiamo cercato di aggiungere ad una critica letteraria integrale e fedele al romanzo "Nati due volte" di Pontiggia (scelto in quanto rappresentativo della categoria dei romanzi di formazione a carattere pedagogico) un'analisi psico-pedagogica e comportamentale dei personaggi. Laddove la critica letteraria, da sola, non è riuscita ad essere completamente esauriente nello spiegare i significati nascosti ed evidenti dell'opera ci siamo avvalsi della linguistica: quest'intersezione tra diversi campi del sapere si può giustificare con il fatto che alcuni significati del romanzo dipendono molto di più da fattori linguistici, rispetto a quelli critico-letterari.

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57 Il primo brano di quelli sopra riportati conferma la strategia di cui abbiamo già scritto. Ciò in quanto, il monologo interiore successivo alla risposta del docente dimostrerebbe l'ingenuità finta dello stesso, nell'interpretazione della frase pronunciata dal suo capo. (Il docente ha già dimostrato più volte, durante le varie fasi del romanzo, di saper riflettere con una profondità da raisonneur: quindi non è credibile che non abbia colto il messaggio nascosto dietro la metafora del timoniere). La conferma della comprensione del discorso figurato da parte del docente, e l'implicita smentita della sua ingenuità, è rappresentata dalla prima parte del terzo passaggio, in cui il docente risponde affermativamente. Il problema è che la comprensione della metafora, da parte del docente, è scollegata dalla situazione specifica che rappresenta: questo fatto è confermato dalla domanda del docente «[...]a che cosa ti riferisci?» e dalle risposte e i rinfacciamenti agitati del direttore. 85 Successivamente, il docente dimostra gratitudine al direttore, ma quest'ultimo risponde con un tono di disprezzo, o comunque lasciando intendere di essere alla ricerca di ben altro, dal loro rapporto. Il disinteresse del direttore nei confronti della gratitudine del docente, e il fatto che il primo stia cercando altri riconoscimenti, può essere confermato dal passo sottostante 86 . «Già, grato» mormora, come se l'aggettivo non gli bastasse. «Tu sai come vanno le cose nella scuola. Devo aggirare io» si punta il dito sul petto «le leggi»!. 87 Nel suo discorso diretto, il direttore sottolinea lo sforzo che deve produrre per fare in modo che il figlio malato del docente venga integrato in classe. La sensazione di sforzo, e il peso (falso) del problema di cui si fa carico il direttore, viene indicata dallo spostamento rispetto alla posizione normale del pronome soggetto, che viene collocato in enfasi, e dal corsivo usato nell'opera originale. Sostanzialmente, il direttore agisce in questo modo per tenere in pugno il docente: infatti, l'integrazione del figlio malato del coprotagonista del romanzo, dipende dall'impegno nei confronti della pubblicazione della raccolta di poesie. In sé e per sé, il problema dell'integrazione del disabile nella scuola elementare, se non ci fosse un direttore cinico e opportunista, non esisterebbe: infatti ci 85 Ibidem. 86 Ibidem. 87 Ibidem. Il corsivo del pronome soggetto, usato per motivi enfatici insieme all'iperbato del discorso diretto, è originale dell'opera, come il successivo della stessa pagina.

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Informazioni tesi

  Autore: Antonio Nieddu
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Sassari
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filologia, industria culturale e comunicazione LM/14
  Relatore: Filippo Sani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 389

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