Interpretare la schiavitù: quattro penne di scrittrici anglofone a confronto
Il commercio degli schiavi fu un’odiosa pratica il cui inizio può essere fatta risalire al XV secolo. All’epoca, Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, i cattolicissimi sovrani di Spagna, diedero il loro assenso alla tratta degli africani, convinti dai loro consiglieri che per alcune popolazioni la cattività fosse l’unica alternativa per fuggire l’idolatria che minacciava le loro anime. Ben presto l’esempio dei re spagnoli fu seguito dai monarchi di tutta Europa, così, nel volgere di qualche decennio, Inghilterra, Francia e Olanda entrarono nell’ignobile, ma certamente lucrosa, tratta degli schiavi. Dall’Angola alle coste settentrionali del Brasile, dal Golfo della Guinea alle isole dei Caraibi, ovunque ci fossero popolazioni indigene, queste si trasformarono in merce preziosa: manodopera. La scoperta dell’America, in particolare, e gli interessi economici che iniziarono a gravitare dopo i primi arrivi dei coloni europei nel Nuovo Continente, accelerarono il fenomeno della tratta. Servirono, infatti, sempre più mani per le piantagioni di cotone e di zucchero, come pure incrementò l’esigenza di domestici a servizio dei coloni “bianchi”.
Sarebbe errato, tuttavia, pensare che fossero solo degli uomini ad attivarsi nella difesa degli schiavi, fiorì, infatti, anche una letteratura femminile la quale, seppure larvatamente – e questo non certo per la minore qualità degli scritti ma per il ruolo marginale nel quale venivano relegate in genere le donne – contribuì in modo significativo alla causa abolizionista. Si tratta, di fatto, di una letteratura meno nota, che soffrì di tutte le limitazioni imposte al genere, che riuscì, tuttavia, a farsi parte attiva nella lotta contro la schiavitù. In alcuni casi, come vedremo, autrici come Aphra Behn, anticiparono di molto, da un punto di vista temporale, il secolo delle grandi diatribe schiaviste e antischiaviste, facendosi portavoci ante litteram di quel pensiero abolizionista che avrebbe trovato conferme più di un secolo dopo.
Obiettivo di questo lavoro, dunque, l’analisi di quattro scrittrici anglofone che hanno dedicato parte della loro produzione a sostenere l’antischiavismo, alternando, spesso, la scrittura all’impegno civile, mettendosi in prima linea nella battaglia abolizionista; a tale scopo si è scelto di analizzare le opere di Aphra Behn (16401689), Phillis Wheatley (1753-1784), Hannah More (1745-1883) e Harriet Beecher Stowe (1811-1896). Tuttavia, prima di entrare nel vivo della loro scrittura si è reso necessario contestualizzare periodo e problematiche all’interno delle quali queste quattro scrittrice espressero la propria creatività e la propria ideologia.
Nel primo capitolo, dal titolo La schiavitù, una storia antica e moderna, ripercorreremo la storia della schiavitù dalle origini fino alla conquista dell’America e fino alla su avvenuta abolizione; nel secondo capitolo, Donne, scrittura e problematiche sociali, approfondiremo le caratteristiche della letteratura anglo-americana, ci soffermeremo sul rapporto tra scrittura femminile e questioni sociali e dedicheremo l’ultimo paragrafo all’analisi di quelle azioni che fecero di molte donne impegnate nella lotta abolizionista non solo delle scrittrici ma anche delle attiviste. Il terzo capitolo sarà dedicato all’analisi di Phillis Wheatley, e al suo Poems on Various Subjects, Religious and Moral (1773), e a Harriet Beecher Stowe, e al suo Uncle Tom’s Cabin or Life Among the Lowly (1852); il quarto capitolo, infine, sarà dedicato a due antesignane della scrittura antischiavista, Aphra Behn, autrice di Oroonoko (1688) e Hannah More, con il suo Slavery (1795) e The Sorrows of Yamba; or the Negro Woman’s Lamentation (1797). Pur nei loro limiti, l’analisi di queste opere getteranno luce su autrici spesso sottovalutate se non addirittura dimenticate, il cui impegno, tuttavia, contribuì all’evoluzione della civiltà.
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
L'unico servizio antiplagio competitivo nel prezzo che garantisce l'aiuto della nostra redazione nel controllo dei risultati.
Analisi sicura e anonima al 100%!
Ottieni un Certificato Antiplagio dopo la valutazione.
Informazioni tesi
Autore: | Vanessa Meriggi |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Roma Tor Vergata |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e Letterature Straniere |
Relatore: | Elisabetta Marino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 143 |
Forse potrebbe interessarti la tesi:
"Our Nig" di Harriet Wilson
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi