La misurazione della qualità della vita nei comuni rurali
La pubblicazione del report Stiglitz (2009) ha ribadito l’importanza degli indici complementari al Pil per misurare il reale progresso della società.
Questi indici solitamente confrontano province, regioni o nazioni, e pochi sono specifici per il confronto tra i comuni e le micro-aree urbane e rurali.
In questa ricerca sono stati considerate le metodiche più utilizzate per il calcolo delle graduatorie come ad esempio quelle utilizzate nell’Indice di sostenibilità del Report Stigliz(IS) , l’Indice di sviluppo umano (ISU) e il report del Sole24ore e confrontate con il metodo delle graduatorie ricavate con l’analisi delle componenti principali (ACP).
Nell’ambito delle Politiche agricole comunitarie (Pac) e nelle Politiche di sviluppo rurale (Psr), dove il miglioramento della qualità della vita (Qdv) è uno degli obbiettivi prioritari, la ricerca di misure complementari al Pil sta acquistando interesse crescente per migliorare la pianificazione delle politiche rurali.
In questa ricerca, considerando che nell’ambito della Pac e dei Psr non esiste una metodologia ufficiale per la valutazione in termini di Qdv delle aree rurali, è stato preso come caso studio la Regione Piemonte e sono state confrontate tre metodologie per classificare i comuni rurali ed individuare le aree con maggiori problemi di sviluppo, in quanto l’attuale classificazione utilizzata nei Psr, elaborata dal Ministero dell’agricoltura, basandosi principalmente sull’altimetria come indicatore discriminante, risulta funzionale a livello nazionale ma migliorabile a livello regionale ed inferiore.
Le tre graduatorie ottenute sono state confrontate statisticamente (Attansio, Capursi 1994) e mappate per evidenziare le differenze, i punti di forza e i limiti tra le diverse tecniche e apportare un contributo per la scelta di una metodologia ufficiale da utilizzare nelle politiche di sviluppo rurale e nei Psr.
Il database di riferimento è stato l’atlante statistico dei comuni italiani Istat (Asc) che rende fruibili oltre 700 indicatori e permette di creare le mappe cartografiche. Il database Istat è risultato di facile utilizzo ma carente per quanto riguarda i dati sulla sostenibilità.
Definito il dataset di riferimento, costruito su tre dimensioni (economia, società, ambiente e sviluppo) e nove indicatori, sono state confrontate le diverse metodologie.
La tecnica proposta utilizzando l’ACP ha permesso di definire meglio le aree sub-provinciali migliarando la localizzazione delle aree problematiche in funzione degli indicatori scelti.
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Informazioni tesi
Autore: | Fabrizio Manca |
Tipo: | Tesi di Dottorato |
Dottorato in | DOTTORATO IN SCIENZE AGRARIE, FORESTALI ED AGROALIMENTARI |
Anno: | 2013 |
Docente/Relatore: | Giau Bruno |
Istituito da: | Università degli Studi di Torino |
Dipartimento: | DEIAFA |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 203 |
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