Presenza e attività degli italiani a Canton dalla prima guerra dell'Oppio al trattato di commercio e navigazione del 1866
Capoluogo della provincia sud orientale del Guangdong, Canton ha sempre attirato opportunisti: dai commercianti arabi durante la dinastia Tang, ai mercanti Occidentali del XVI secolo, ai cinesi di Hong Kong in tempi recenti,tutti giunti in città per far soldi. Punto strategico tra la ex colonia britannica di Hong Kong e quella portoghese di Macao, Canton ospitò le delegazioni di mercanti stranieri nel periodo estivo, unico durante il quale erano permesse le attività commerciali, nel suo solo porto, al termine del quale gli stranieri erano costretti a ridiscendere il Fiume delle Perle e stabilirsi nel piccolo angolo d’Europa in Asia, Macao, appunto.
Dal 1839 al 1860 Canton fu purtroppo anche teatro di due gravissimi conflitti bellici, definiti la prima e la seconda Guerra dell'Oppio,che videro i cinesi soccombere alla superiorità tecnologica e militare degli stranieri - in particolare dei Britannici - e che cambiarono per sempre l'atteggiamento e le politiche del Paese nei confronti del resto del mondo.
Infatti la ratifica dei Trattati denominati "ineguali" ,che conclusero la seconda Guerra dell’Oppio (1856 - 1860) impose l’apertura all’Occidente di aree sempre più vaste del Paese a partire proprio dal porto di Canton. La Cina veniva così messa nella condizione di non poter più reggersi solo sul sistema autarchico che l' aveva caratterizzata nei secoli e sulla politica degli stati tributari nei confronti dei Paesi circostanti ed il risultato fu un radicale cambiamento politico e sociale in un sistema che esisteva da millenni.
Intanto a Canton le comunità occidentali, composte principalmente da mercanti e missionari, cercavano di riadattare le loro esistenze agli stravolgimenti storico - politici in cui erano state coinvolte, iniziando però a godere di condizioni di vita sempre più elevate, grazie appunto alle concessioni ottenute da Paesi come l'Inghilterra, la Francia e gli Stati Uniti nei confronti dell'Impero Qing. La situazione degli Italiani, invece, è storia a parte. Le prime iniziative diplomatiche degli Stati Italiani pre-unitari furono caratterizzate sempre da una marcia in meno rispetto alle altre potenze europee: tra il 1748 e la Rivoluzione francese, infatti, i neonati Regno di Sardegna e Regno di Napoli (successivamente Regno delle due Sicilie), furono costretti ad impegnare le loro energie nell’attuazione di una serie di riforme interne e a tenersi lontani dalle grandi manovre mercantili e coloniali che interessavano gli altri Paesi. Tuttavia la presenza di questi due Stati nei punti commercialmente più sviluppati del territorio cinese, Macao e Canton appunto, pur essendo attestata a partire dal 1816, non era ancora regolata da nessun accordo ufficiale con le autorità cinesi. La formalizzazione ufficiale delle relazioni diplomatiche e commerciali tra la Cina ed il neonato Regno d’Italia infatti arrivò con la firma del Trattato di commercio e navigazione del 26 ottobre 1866.
L'obiettivo di questa indagine è stato quindi quello di esaminare quali fossero le attività in cui erano coinvolti e le problematiche più comuni che si trovarono ad affrontare i nostri concittadini, in un momento storico in cui, a differenza di tanti altri europei, non avevano alle spalle uno Stato che li tutelasse o li proteggesse. Nonostante le difficoltà e le tante vicende purtroppo non a lieto fine, l'apporto degli italiani allo sviluppo delle relazioni culturali con la Cina e alla sinologia sarà comunque di grandissima importanza.
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Informazioni tesi
Autore: | Giulia Falato |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Studi Orientali |
Corso: | Lingue e letteratura afroasiatiche |
Relatore: | Federico Masini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 91 |
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