Neurofisiologia della Performance - Dai Neuroni Specchio all'Anti-Relativismo di Peter Brook
Il seguente elaborato vuole essere innanzi tutto una analisi accorpante tra due campi di studio apparentemente molto lontani: la Neuroscienza e la Performance. Nella sua prima parte questa tesi tenta infatti di analizzare quali fattori riguardo la scoperta dei Neuroni Specchio da parte di Giacomo Rizzolatti, Vittorio Gallese e altri studiosi dell’università di Parma, abbiano avuto maggiori ripercussioni inter-disciplinari all’interno dello studio della Performance Teatrale. Ogni aspetto del funzionamento di questi particolari neuroni risulta essere per l’appunto implicito nella comunicazione inter-individuale, e quindi risulta oltremodo significativo per quanto riguarda l’empatia e l’imitazione. In particolar modo, da alcuni degli esperimenti compiuti sull’attività del Sistema dei Neuroni Specchio risulta chiara la descrizione di un Repertorio Comportamentale, ovvero la sintesi e lo schema di ogni nostro movimento, di ogni atto motorio o espressione corporea: i Neuroni Specchio giocano un ruolo fondamentale nell’identificare questo Repertorio Motorio nell’individuo che stiamo osservando, trasportando la semplice visione, la semplice ricezione sensoriale ad un livello molto più articolato della comunicazione che comprende allo stesso tempo la condivisione e la simulazione a livello viscerale di ciò che viene osservato.
In base a questi presupposti lo studio continua attraverso un’ attenta analisi di quella che è l’Antropologia della Performance di Eugenio Barba, in particolare il concetto di Extra-quotidianità applicato da Barba al contesto performativo permette di confrontare il Repertorio Comportamentale descritto dallo studio dei Neuroni Specchio e gli Schemi Rappresentazionali motori della performance teatrale. Attraverso questo percorso è possibile delineare per quali aspetti il processo di Simulazione Incarnata messo in atto da Neuroni Specchio rientri effettivamente nella comunicazione teatrale.
Nell’ultima parte di questo elaborato, lo studio fin qui delineato mi ha condotto verso una rilettura del lavoro di Peter Brook sulla sua visione poli-culturale e poli-etnica della struttura della compagnia teatrale, sul concetto di performer e sulla sua visione anti-relativistica di un linguaggio performativo universalmente comprensibile.
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This essay firstly wants to be a unifying analysis between two research fields apparently very far: the Neuroscience and the Performance. In its first part, this essay tries to analyze which factors of the Mirror Neuron’s discovery by Giacomo Rizzolatti, Vittorio Gallese and other researchers of Università di Parma, have had more inter-disciplinary impacts in the performance’s study. Every part of the functioning of these particular neurons is indeed implicit in the inter-individual communication, and therefore it results significant regarding the empathy and the imitation. Particularly, from many experiments about the Mirror-Neuron-System’s activity, it results clear the description of a Behavioral Repertoire, or rather the synthesis and the scheme of every movement of us, of every motor act or body expression: the Mirror Neurons play a fundamental role identifying this Behavioral Repertoire in the individual we are observing, transporting the simply vision, the simply sensorial reception on a more articulated level than the communication that includes at the same time sharing and simulation in visceral level of what is being observed.
In base of these presuppose, the study continues through a careful analysis of what the Performance’s Antrophology wrote by Eugenio Barba is, particularly, the Extra-Daily concept applied by Barba on the performing contest permits to compare the Behavioral Repertoire descripted to Mirror Neuron’s study and the Representational Schemes of the theatrical Performance. In this way it is possible to outline which aspects of the Incarnate Simulation process activated by Mirror Neurons are effectively part of the theatrical communication.
In the last part of this essay, the study sketched so far led me to a revaluation of Peter Brook’s labor, about his poly-cultural and poly-ethnical vision of the theatrical company structure, the performer’s stereotype and his anti-relativistic vision of an universally understood language.
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Informazioni tesi
Autore: | Davide Pachera |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università IUAV di Venezia |
Facoltà: | Design e Arti |
Corso: | Scienze e Tecniche del Teatro |
Relatore: | Rosaria Ruffini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 64 |
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