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Donne lontano dal Fronte: la Grande guerra attraverso il «Corriere Meridionale» (1915-1918)

Lo studio affrontato si propone di osservare il ruolo delle donne salentine durante gli anni della Grande Guerra. La ricerca è divisa in due parti: la prima parte, più generale, riassume gli avvenimenti storico-sociali del primo conflitto mondiale, con particolare riferimento al panorama italiano. La seconda parte restringe il campo d’analisi in una realtà geografica ancora poco esplorata, il territorio salentino.
Nel dettaglio, il primo capitolo osserva i mutamenti intercorsi negli anni della prima guerra mondiale, considerati decisivi per stabilire un punto di rottura con il mondo precedente, al punto che importanti storici come Hobsbawm, fanno coincidere l’inizio del Novecento proprio con lo scoppio della guerra nel 1914, attribuendo dunque un carattere periodizzante all’evento bellico, per la storia del Novecento e della nostra contemporaneità.
Tale ponte di passaggio coinvolge anche le relazioni di genere e i modelli di comportamento femminili, che rivelano un carattere più libero e più consapevole, in forza del ruolo centrale assunto nel primo conflitto. Le donne, infatti, sono chiamate a sostituire gli uomini nei più vasti settori dell’attività economica, si provano in ruoli mai assunti come spazzine, tramviere, operaie in fabbriche di munizioni e si offrono come volontarie in associazioni assistenziali come la Croce Rossa. Tutto ciò ha contribuito alla creazione di un “homefront” quasi esclusivamente femminile in supporto al “battlefront” costituito dai soldati combattenti al fronte.
Il secondo capitolo ricostruisce, quindi, la situazione femminile nel territorio salentino, poiché lo spirito di solidarietà si stava diffondendo da Nord a Sud e focalizza l’attenzione su campi di analisi specifici: istruzione, propaganda patriottica e assistenza. Lo strumento di indagine di cui ci si è serviti è la stampa locale e, nello specifico, un periodico settimanale consultato in relazione ai numeri apparsi dal maggio 1915 alla fine dell’anno 1918. La testata giornalistica scelta è il «Corriere Meridionale», un settimanale edito a Lecce, consultabile presso la Biblioteca Provinciale «N. Bernardini». Questo tipo di fonte si è rivelata particolarmente fruttuosa nel tracciare un profilo regionale delle trasformazioni avvenute in questo lasso di tempo, perché l’interesse verso la storia sociale è recente e gli studi fin qui condotti si soffermano principalmente nel Nord del Paese.
Il lavoro si conclude con i risultati dello spoglio sistematico del «Corriere meridionale». La sua utilità sta nel mettere a disposizione e rendere fruibile in vista di ulteriori sviluppi di ricerca, una rete a maglie strette di eventi minuti che si sono prodotti sul territorio negli anni della guerra. Giova ricordare che questo è il passaggio primario per accrescere la conoscenza e per aprire nuove piste esplorative, tanto più produttive perché relative ad una realtà geografica ancora troppo sottovalutata.

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2 Introduzione Il presente lavoro si propone di studiare il ruolo delle donne salentine durante gli anni della Grande Guerra. La ricerca è divisa in due parti: la prima parte, più generale, riassume gli avvenimenti storico-sociali del primo conflitto mondiale, con particolare riferimento al panorama italiano. La se- conda parte restringe il campo d’analisi in una realtà geografica ancora poco esplorata, il territorio salentino. Nel dettaglio, il primo capitolo osserva i mutamenti intercorsi negli anni della prima guerra mondiale, considerati decisivi per stabilire un punto di rottura con il mondo precedente, al punto che importanti storici come Hobsbawm, fanno coincidere l’inizio del Novecento proprio con lo scoppio della guerra nel 1914, attribuendo dunque un carattere periodizzante all’evento bellico, per la storia del Novecento e della nostra contemporanei- tà. Tale ponte di passaggio coinvolge anche le relazioni di genere e i modelli di comportamento femminili, che rivelano un carattere più libero e più consapevole, in forza del ruolo centrale assunto nel primo conflitto. Le donne, infatti, sono chiamate a sostituire gli uomini nei più vasti settori dell’attività economica, si provano in ruoli mai assunti come spazzine, tramviere, operaie in fabbriche di munizioni e si offrono come volontarie in associazioni assistenziali come la Croce Rossa. Tutto ciò ha contribuito alla creazione di un “homefront” quasi esclusivamente femminile in supporto al “battlefront” costituito dai soldati combattenti al fronte. Con la mobilitazione civile, il popolo italiano affrontava la prima ve- ra esperienza collettiva e nell’aspettativa di uno scontro di breve durata, ne sposò la causa interventista. Ma non tutti nutrivano gli stessi sentimenti: le

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