Il diritto al silenzio dell'imputato
La tematica del diritto al silenzio rappresenta un aspetto fondamentale della procedura penale, in grado di dispiegare i propri effetti tanto sul piano strettamente processuale, quanto su quello sistematico, indicando le scelte di fondo operate da un ordinamento in determinate epoche storiche. L’istituto qui in esame costituisce una garanzia imprescindibile del processo penale, dalla natura polivalente, che si articola tanto nel diritto a non essere interrogati, quanto nel diritto di tacere in senso stretto, così come nel principio di non autoincriminazione. Ciascuna di queste tre componenti contribuisce a creare e definire i diritti spettanti ad una persona imputata e sottoposta a procedimento penale.
La disciplina del contributo informativo dell’imputato alla ricostruzione dei fatti contribuisce a delineare gli aspetti di fondo di un impianto processuale: la storia mostra come nel rito penale si sia sempre registrata l’irrefrenabile propensione ad estrarre la verità di cui l’imputato è depositario, nel tentativo di colmare la distanza tra verità storica, assoluta ed oggettiva e verità giuridica, ineluttabilmente condizionata dal contesto in cui è resa e dai soggetti che conducono la ricerca. Il principio in base al quale nessuno è tenuto ad accusare se stesso o a fornire prove in tal senso rappresenta un’importante conquista operata attraverso i secoli, nel passaggio da un processo penale teso a carpire, ad ogni costo, il sapere dell’imputato ad un approccio, al contrario, ispirato dal rispetto della libertà di autodeterminazione del soggetto contro cui si procede.
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Informazioni tesi
Autore: | Marta Bussolino |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Rosanna Gambini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 246 |
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