Made in Med: Antefatti e Prospettive del Partenariato Euro-Mediterraneo
La varietà dei termini impiegati per denominare la regione mediterranea, ci introduce sin da subito le difficoltà che si riscontrano nel delineare i confini di una area così complessa all’interno della quale coesistono differenti sistemi culturali e politico economici. Nell’affrontare lo studio di questo territorio non è possibile fondere queste molteplici realtà in un’unica analisi, poiché ciascuna di esse è portatrice di singolari peculiarità nonché specchio del proprio luogo di appartenenza. Per una definizione corretta di ciò che ha rappresentato, e rappresenta ancora oggi la regione del Mediterraneo, occorre non soltanto rifarsi alle copiose ricerche in campo storiografico - politico, ma rivolgere l’attenzione anche verso quegli aspetti e fenomeni leggibili in chiave antropologica, folkloristica e religiosa. Questo è l’obiettivo al quale aspira il primo dei quattro capitoli contenuti in questo lavoro che contiene un’analisi dei tratti denotativi della suddetta area, intesa come luogo millenario di scambi culturali e punto d’incontro/scontro tra visioni del mondo anche molto differenti. Alla sintetica descrizione dei tratti geografici che accomunano i paesi della regione mediterranea, segue infatti sempre all’interno di questa prima parte introduttiva, l’analisi dei tratti antropologici tipici dei popoli rivieraschi, con particolare riferimento alle tipologie di raggruppamento familiare e alle rispettive dinamiche all’interno della vita comunitaria.Il secondo capitolo del presente elaborato ripercorre invece brevemente la storia delle maggiori dominazioni susseguitesi all’interno del nostro bacino ed i relativi contributi che questi popoli hanno apportato alla costruzione di quella che noi oggi chiamiamo identità mediterranea. La tesi si propone in seguito di illustrare il ruolo fondamentale che hanno rivestito Giudaismo, Cristianesimo ed Islam all’interno della cultura mediterranea. Le tre fedi abramitiche sono infatti descritte, seppure per grandi linee, nei loro aspetti comuni e non, in modo da fornire un quadro generale su come questi grandi monoteismi abbiano condizionato le sorti del mare nostrum.Nel terzo capitolo fa seguito questa volta la presentazione del partenariato Euro-Mediterraneo, avviato dall’Unione Europea in seguito alla Dichiarazione di Barcellona del 24 novembre 1995 e rivelatosi un promettente processo politico-istituzionale di cooperazione mediterranea. Quel che maggiormente interessa la presente trattazione è l’illustrazione dei meccanismi e degli strumenti a disposizione del partenariato e la successiva valutazione dei risultati conseguiti dalle iniziative da esso intraprese. In fase conclusiva, la riflessione si sposta infatti sull’analisi dei punti di forza e di debolezza della rete euro mediterranea, mettendo in evidenza le possibili ripercussioni che la globalizzazione e le politiche di dialogo interculturale inadeguate possono avere sui concetti di cultura e identità. L’ultimo capitolo affronta infine la nascita della nuova Unione per il Mediterraneo avvenuta a Parigi il 13 luglio 2008 e siglata dai Capi di Stato e di Governo delle 43 nazioni aderenti. In seguito all’articolata descrizione della sua rinnovata veste istituzionale, la tesi si propone di analizzare gli scopi di questa nuova organizzazione internazionale, senza però tralasciare le sfide ancora aperte e le scoraggianti eredità lasciate dal precedente partenariato. Un’attenta riflessione è inoltre dedicata agli scetticismi internazionali riguardanti la sua creazione e ai provvedimenti che sarebbe opportuno prendere per portare a termine gli ambiziosi obiettivi prefissati nella sua agenda. Questi riguardano principalmente la promozione della cooperazione tra le due sponde del mare interno, la risoluzione delle problematiche relative all'immigrazione e al terrorismo, il supporto ai processi di pace in Medio - Oriente e la tutela del patrimonio ecologico mediterraneo.
La scelta del partenariato euro-mediterraneo come oggetto d’indagine vorrebbe essere un’esortazione ad una concreta rivalutazione dell’importanza del dialogo interculturale. Le motivazioni che hanno spinto la stesura del presente lavoro derivano sia dalla crescente attenzione internazionale riversata su tale tematica, sia dall’intenzione di rivalutare le iniziative intraprese in ambito comunitario, non più da una prospettiva esterna e passiva, ma da un punto di vista critico e oggettivo. L’elaborato ha dunque una natura a tratti ambivalente poiché mosso al contempo dall’entusiasmo e dall’ottimismo, figli della neonata globalizzazione, e da un forte scetticismo, derivante dagli sconfortanti esiti che questa politica ha portato con sé. La prospettiva di beneficiare d’importanti aiuti dall’Europa, unita alla minaccia di un possibile scontro di civiltà, ha guidato dunque questa ricerca, la quale si riproponeva in ultimo di risvegliare una coscienza mediterranea che oggi più che mai appare del tutto sopita
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Informazioni tesi
Autore: | Lidia Antioco |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Lingue straniere per la comunicazione internazionale |
Corso: | Lingue straniere per la comunicazione internazionale |
Relatore: | Nunzio Famoso |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 195 |
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