11
INTRODUZIONE
“Nessuno è chiamato a scegliere tra l’essere in Europa e
essere nel Mediterraneo, poiché l’Europa intera è nel
Mediterraneo.”
(Aldo Moro).
Già dalle dichiarazioni finali della Conferenza di Helsinki del 1975,
pronunciate dall’allora presidente del consiglio Aldo Moro, si
evinceva l’interesse verso una cooperazione nell'area del
Mediterraneo, rilevando l’urgenza di una nuova politica di dialogo e di
sicurezza. Oggi, a distanza di anni da quell’affermazione, ci
ritroviamo ancora in una fase transitoria.
La varietà dei termini impiegati per denominare la regione
mediterranea, dal più generico “Mediterraneo” al più sofisticato
neologismo “spazio euro mediterraneo”, ci introduce sin da subito le
difficoltà che si riscontrano nel delineare i confini di una area così
complessa all’interno della quale si muovono, dialogano e coesistono,
in maniera pacifica e non, differenti sistemi culturali e politico
economici.
Nell’affrontare lo studio di questo territorio non è possibile fondere
queste molteplici realtà in un’unica analisi, poiché ciascuna di esse è
portatrice di singolari peculiarità nonché specchio del proprio luogo di
appartenenza. Non è attraverso la storia dei suoi porti, delle sue
12
stanche coste, delle città marittime, della pesca e dell’agricoltura, che
possiamo coglierne pienamente l’essenza.
Per una definizione corretta di ciò che ha rappresentato, e
rappresenta ancora oggi la regione del Mediterraneo, occorre non
soltanto rifarsi alle copiose ricerche in campo storiografico - politico,
ma rivolgere l’attenzione anche verso quegli aspetti e fenomeni
leggibili in chiave antropologica, folkloristica e religiosa.
Questo è l’obiettivo al quale aspira il primo dei quattro capitoli
contenuti in questo lavoro che, dopo una definizione iniziale di ciò che
s’intende per bacino del Mediterraneo, contiene un’analisi dei tratti
denotativi della suddetta area, intesa come luogo millenario di scambi
culturali e punto d’incontro/scontro tra visioni del mondo anche molto
differenti. Alla sintetica descrizione dei tratti geografici che
accomunano i paesi della regione mediterranea, segue infatti sempre
all’interno di questa prima parte introduttiva, l’analisi dei tratti
antropologici tipici dei popoli rivieraschi, con particolare riferimento
alle tipologie di raggruppamento familiare e alle rispettive dinamiche
all’interno della vita comunitaria.
Il secondo capitolo del presente elaborato ripercorre invece
brevemente la storia delle maggiori dominazioni susseguitesi
all’interno del nostro bacino ed i relativi contributi che questi popoli
hanno apportato alla costruzione di quella che noi oggi chiamiamo
identità mediterranea. La tesi si propone in seguito di illustrare il ruolo
fondamentale che hanno rivestito Giudaismo, Cristianesimo ed Islam
all’interno della cultura mediterranea. Le tre fedi abramitiche sono
infatti descritte, seppure per grandi linee, nei loro aspetti comuni e
13
non, in modo da fornire un quadro generale su come questi grandi
monoteismi abbiano condizionato le sorti del mare nostrum.
Nel terzo capitolo fa seguito questa volta la presentazione del
partenariato Euro-Mediterraneo, avviato dall’Unione Europea in
seguito alla Dichiarazione di Barcellona del 24 novembre 1995 e
rivelatosi un promettente processo politico-istituzionale di
cooperazione mediterranea. Quel che maggiormente interessa la
presente trattazione è l’illustrazione dei meccanismi e degli strumenti
a disposizione del partenariato e la successiva valutazione dei risultati
conseguiti dalle iniziative da esso intraprese. In fase conclusiva, la
riflessione si sposta infatti sull’analisi dei punti di forza e di debolezza
della rete euro mediterranea, mettendo in evidenza le possibili
ripercussioni che la globalizzazione e le politiche di dialogo
interculturale inadeguate possono avere sui concetti di cultura e
identità.
L’ultimo capitolo affronta infine la nascita della nuova Unione per il
Mediterraneo avvenuta a Parigi il 13 luglio 2008 e siglata dai Capi di
Stato e di Governo delle 43 nazioni aderenti. In seguito all’articolata
descrizione della sua rinnovata veste istituzionale, la tesi si propone di
analizzare gli scopi di questa nuova organizzazione internazionale,
senza però tralasciare le sfide ancora aperte e le scoraggianti eredità
lasciate dal precedente partenariato. Un’attenta riflessione è inoltre
dedicata agli scetticismi internazionali riguardanti la sua creazione e ai
provvedimenti che sarebbe opportuno prendere per portare a termine
gli ambiziosi obiettivi prefissati nella sua agenda. Questi riguardano
principalmente la promozione della cooperazione tra le due sponde del
mare interno, la risoluzione delle problematiche relative
14
all'immigrazione e al terrorismo, il supporto ai processi di pace in
Medio - Oriente e la tutela del patrimonio ecologico mediterraneo.
La scelta del partenariato euro-mediterraneo come oggetto
d’indagine vorrebbe essere un’esortazione ad una concreta
rivalutazione dell’importanza del dialogo interculturale. Le
motivazioni che hanno spinto la stesura del presente lavoro derivano
sia dalla crescente attenzione internazionale riversata su tale tematica,
sia dall’intenzione di rivalutare le iniziative intraprese in ambito
comunitario, non più da una prospettiva esterna e passiva, ma da un
punto di vista critico e oggettivo. L’elaborato ha dunque una natura a
tratti ambivalente poiché mosso al contempo dall’entusiasmo e
dall’ottimismo, figli della neonata globalizzazione, e da un forte
scetticismo, derivante dagli sconfortanti esiti che questa politica ha
portato con sé. La prospettiva di beneficiare d’importanti aiuti
dall’Europa, unita alla minaccia di un possibile scontro di civiltà, ha
guidato dunque questa ricerca, la quale si riproponeva in ultimo di
risvegliare una coscienza mediterranea che oggi più che mai appare
del tutto sopita.
15
Capitolo 1
Il Mediterraneo
Un’identità scolpita sull’acqua
La storia non è altro che una continua serie di interrogativi rivolti al passato
in nome dei problemi e delle curiosità- nonché delle inquietudini e delle angosce
– del presente che ci circonda e che ci assedia. Più di ogni altro universo umano
ne è prova il Mediterraneo, che ancora si racconta e si rivive senza posa. Per
gusto, certo, ma anche per necessità.
Essere stati è una condizione per essere.
(F. Braudel, 1994, p. 8)
Così come un camaleonte affetto da mimetismo muta il suo colore
adattandosi a quello dell’ambiente circostante, anche il Mediterraneo
ridefinisce i suoi confini all’alternarsi del contesto in cui esso è
inserito. I diversi approcci analitici, siano essi economici, geopolitici,
culturali, ambientali o meramente geografici, non sono giunti a
stabilire delimitazioni universalmente accettate, inspessendo quel velo
di indeterminatezza che sin dalle origini ha avvolto questa realtà
territoriale.
1.1 Introduzione Al Mediterraneo
Prima di procedere alla definizione di quella che è ormai nota come
regione mediterranea, occorre stabilire quali siano i tratti caratteristici
di quel mare senza il quale essa oggi non esisterebbe.
Visto come fonte di disgregazione fra gli uomini dai più svariati
autori della classicità del calibro di Orazio, Ovidio e Seneca, il
16
Mediterraneo continuava ad essere associato all’interno della
tradizione antica cristiana ad immagini violente e di frattura risalenti
alla originaria separazione dei continenti.
La rinomata dinamicità di questa immensa distesa d’acqua deriva
sia dalla sua natura intercontinentale, essendo questo luogo di
intersezione di tre continenti, sia dal suo essere facilmente connessa
tramite una serie di snodi, naturali e non, ai territori collocati al di
fuori del suo perimetro. Il Mediterraneo è infatti collegato all’oceano
Atlantico per mezzo dello stretto di Gibilterra, si espande sino al mar
Nero tramite lo stretto dei Dardanelli e quello del Bosforo, per
giungere poi sino al mar Rosso attraverso il canale artificiale di Suez.
http://highsea.cz/map/INT301.JPG
http://highsea.cz/map/INT302.JPG
17
Il suo fondale è costituito da due bacini principali contrapposti: il
primo è quello occidentale, sul quale si affacciano Marocco, Spagna,
Algeria, Francia, Italia e Tunisia; il secondo è quello orientale,
composto dal mare Adriatico, dal mar Ionio, dal mar Egeo e in ultimo
dal mar di Levante. I mari bagnano, oltre ai territori già citati, le coste
dell’Albania, della Libia, della Grecia, nonché le isole di Rodi e di
Creta. Unico fattore di discontinuità nella parte orientale della costa
mediterranea risulta dunque essere la regione del Sahara, con i suoi
paesaggi desertici e il suo clima secco ed arido.
La parola latina Mediterraneus, dalla quale deriva il suo nome
attuale, significa appunto in mezzo alle terre, indizio che ci suggerisce
sin da subito l’importanza rivestita dalla sua particolare posizione
geografica. Sempre da un punto di vista etimologico appare utile
sottolineare come esso nel corso dei secoli abbia assunto le più
svariate denominazioni, da quella romana di Mare Nostrum, a quella
araba di mare bianco di mezzo, testimonianza ulteriore dell'incessante
susseguirsi di molteplici dominazioni lungo le sue coste.
1.2 Geografia della regione Mediterranea
Da un punto di vista strettamente geografico potremmo etichettare
come mediterranee tutte quelle regioni o isole che si affacciano su di
esso, indipendentemente dalla brevità o dalla lunghezza del tratto
lungo il quale queste si estendono. In base a tale criterio di selezione
le tabelle che seguono mostrano l’insieme delle regioni mediterranee:
18
Principali isole mediterranee
Sicilia
25.460 km²
Chio
904 km²
Cherso
406 km²
Sardegna
23.813 km²
Cefalonia
904 km²
Veglia
405 km²
Cipro
9.251 km²
Corfù
592 km²
Brazza
395 km²
Corsica 8.681
km²
Ibiza
577 km²
Andro
380 km²
Creta
8.261 km²
Gerba
523 km²
Taso
378 km²
Eubea
3.655 km²
Lemno
476 km²
Leucade
303 km²
Maiorca
3.640 km²
Samo
476 km²
Scarpanto
301 km²
Lesbo
1.630 km²
Nasso
428 km²
Rodi
1.398 km²
Zante
406 km²
http://it.wikipedia.org/wiki/Mar_Mediterraneo
19
Stati che si affacciano sul Mediterraneo
Costa settentrionale Costa est Costa Meridionale
Gibilterra
(Regno Unito)
Turchia
Egitto
Spagna Libano
Libia
Francia
Territori
Autonomi
Palestinesi
(Territorio conteso)
Tunisia
Italia Siria Algeria
Principato di
Monaco
Israele Marocco
Slovenia
Croazia
Bosnia-
Erzegovina
Albania
Cipro
Malta
Grecia
Montenegro
http://it.wikipedia.org/wiki/Mar_Mediterraneo
20
Stando ai dati sopra elencati, tra le zone d’influenza del bacino
mediterraneo si annoverano le tre diverse penisole appartenenti
all'Europa meridionale note come penisola iberica, balcanica e
italiana. La prima composta da Spagna, Portogallo, Gibilterra,
Andorra e per un breve tratto dalla nazione francese, la seconda, dai
trascorsi più burrascosi, comprendente una grande varietà di popoli,
etnie, lingue e religioni. Il suo odierno territorio include infatti una
folta schiera di stati quali la Bosnia Erzegovina, Montenegro, la
Bulgaria, il Kosovo, l’Albania, la Macedonia, la Grecia, la Turchia
europea, la Slovenia, la Romania, la Moldavia e l’Ucraina.
La lista dei paesi mediterranei si allunga se ci si sposta sul versante
dell'Asia sud-Occidentale, meglio nota come Medio Oriente. Questa
regione dell'Asia, delimitata ad ovest dal Mar Mediterraneo e dal Mar
Rosso e a nord dal Mar Nero e dalla catena del Caucaso, era un tempo
denominata come Levante, dalla direzione in cui sorgeva il sole visto
dalla prospettiva del mar Mediterraneo. Essa include gran parte della
penisola turca ma esclude l’Anatolia, il Caucaso e la penisola arabica.
Caratteri tipicamente mediterranei, soprattutto da un punto di vista
climatico, sono inoltre riscontrabili nella parte meridionale del
Maghreb, chiamata anche Africa mediterranea, comprendente l'area
più a ovest del Nord Africa che si affaccia direttamente sul mare. In
origine questo crogiolo di terre inglobava solamente il nord della
Tunisia, dell’Algeria e del Marocco, mentre oggi annette anche la
parte maggiormente sviluppata del continente africano. Il clima in
queste zone è infatti sufficientemente temperato, fattore che conferisce
alle terre fertilità ed un alto tasso di redditività.
21
L'unicità del clima mediterraneo è per la maggior parte dovuto alle
temperature delle sue acque, che variano in base alle zone prese in
esame sfiorando delle massime stagionali comprese tra i 10°C
invernali e i 32°C estivi. Questo fattore, come precedentemente
accennato, influenza ovviamente la flora ed il clima, generalmente
caratterizzato da inverni umidi ed estati calde e secche.
http://www.ipalmo.com/it/category/area-mediterranea/
La regione climatica delimitata da questo immenso bacino, infatti,
si estende da ovest ad est lungo il 35º parallelo, collocazione che le
22
permette di usufruire di un clima che accomuna tre continenti e oltre
20 stati, divisi tra la parte centromeridionale della Penisola Iberica, le
isole Canarie, le isole Baleari, la costa meridionale della Francia, la
Corsica, l’Italia, ( eccezione fatta per la regione appenninica), Malta,
la parte meridionale della penisola balcanica, le isole Ioniche, Creta,
Cipro, le isole minori del Mar Egeo, gran parte della penisola
Anatolica, i territori della Siria, del Libano, di Israele nonché le
regioni costiere del Nord-Africa.
Passando all’indagine della successione degli eventi fisici, chimici e
biologici riscontrati su tutta la sua estensione e responsabili della sua
conformazione attuale, emergono ripetuti e sparsi fenomeni sismici ed
eruzioni vulcaniche che in passato hanno causato la scomparsa di
intere civiltà, e che ancora oggi rappresentano una minaccia per i
popoli mediterranei. Questa turbolenta attività geologica ha
comportato la formazione di un altro tratto che accomuna i paesi
ripuari: si tratta della massiccia presenza di rilievi e di catene
montuose, dalle forme scoscese e frastagliate situate a ridosso del
mare, ai piedi delle quali possiamo di volta in volta trovare ampie
pianure un tempo adibite alla transumanza.
Alla molteplicità dei territori che lo compongono, corrisponde
dunque un'altrettanto variegata alternanza di massicci e rilievi. Tra le
sue catene montuose ritroviamo infatti le Alpi Dinariche, che
attraversano aree comprese fra l'Italia, la Slovenia, la Croazia, la
Bosnia Erzegovina, la Serbia, il Kosovo, il Montenegro e l'Albania; i
Pirenei, posti lungo il confine fra la Francia e la Spagna; i Monti
Balcani, situati nella parte centrale della Penisola Balcanica tra
23
Bulgaria e Serbia ed infine i Monti Rodopi, collocati nell'area della
Bulgaria meridionale ed in Grecia.
Ciò che si rivela purtroppo essere un’altra costante nella storia
passata e presente di tali agglomerati è l’irregolarità nell’occupazione
del suolo e le oscillazioni dello sfruttamento dei terreni agricoli gestiti
secondo una logica dell’interesse. Le catastrofiche distruzioni
ambientali, un tempo scaturite dal sovrasfruttamento del manto
boschivo ed oggi causate dall’inquinamento industriale e dal
depauperamento delle risorse mondiali, rivelano un rapporto da
sempre irrazionale con il paesaggio che ci circonda.
Sempre restando in tema di ecosistemi mediterranei, questi sono
strettamente dipendenti dall’influenza dell’oceano, dalla cui azione
mitigatrice risulta un’alternanza stagionale ed una non omogenea
distribuzione delle precipitazioni, rintracciabile nelle fasce temperate
calde.
La macchia mediterranea, sia essa bassa o alta, ne è un classico
esempio, essendo essa tipica delle zone caldo-aride, dagli inverni miti
e dalle rare precipitazioni estive. Oltre ad essa troviamo la foresta
mediterranea sempre verde, che si estende sugli stessi territori della
foresta mediterranea decidua e più in generale nelle ampie aree
marocchine, algerine, tunisine, libiche ed egiziane; la prateria
mediterranea, comunemente nota come steppa, ed infine i territori
desertici.
Come appare evidente gli ecosistemi mediterranei rivelano un alto
grado di biodiversità poiché inglobano un numero elevato di specie
24
presenti solo in questi ambienti, spesso di difficile introduzione in
regioni climatiche differenti.
La biogeografia ci consente inoltre di rintracciare una flora ed una
fauna, nonché un regime climatico talmente particolareggiati da fare
della regione mediterranea una realtà a sé all’interno dello scenario
mondiale. Vegetazione, paesaggio e clima divengono stendardi
dell’unicità di cui vanta il popolo mediterraneo. La coltura dell’olivo,
del grano, dei legumi, delle verdure, della vite, dei fichi, degli alberi
da frutta e del pistacchio, insieme alla diffusissima pratica
dell'allevamento sono tutti elementi strettamente dipendenti dal nostro
clima e possono dunque assurgere a carattere distintivo e divenire
anch’essi parametri di appartenenza alla regione.
Una prima visione unitaria del Mediterraneo deriva dunque da
osservazioni di tipo geografico, sebbene la stessa prossimità al Mare
nostrum appaia talvolta un parametro sin troppo semplicistico e
contraddittorio se si guarda con maggiore attenzione al caso dei
singoli stati. Italia e Spagna, rinomate per la loro mediterraneità,
presentano all’interno dei confini nazionali regioni e climi
rispettivamente alpini ed atlantici, così come il Portogallo, pur
essendo culturalmente e storicamente legato al Mediterraneo, non ha
alcuno sbocco su di esso, essendo totalmente rivolto verso l’oceano
Atlantico. Si nutrono anche dei forti dubbi circa l’ambigua posizione
geografica della Francia, appartenente sia alla suddetta area, che
all’Europa nord-occidentale, così come appaiono fra la schiera dei
paesi dalla difficile definizione quelli della ex Jugoslavia , dei quali
solo la Croazia si affaccia per un lungo tratto sull’Adriatico.
25
La classificazione dell’area mediterranea maggiormente in uso è
invece quella diffusa dall’Unione Europea, che divide i vari territori
del bacino in tre diverse regioni, rispettivamente collocate a nord, a
sud e nella fascia centrale del Mediterraneo.(Amoroso, 2000, p.215).
Alla prima categoria appartengono le aree costiere della Spagna, della
Francia, dell’Italia nord-occidentale, le isole Baleari, la Corsica e la
Sardegna. Nella seconda rientrano la Libia, la Tunisia, l’Algeria ed il
Marocco nonché i paesi del Medio Oriente quali l’Egitto, la Giordania
la Siria, il Libano, Israele, l’Iraq, la Turchia, Cipro e Malta. Infine, al
terzo gruppo vengono associate le regioni meridionali italiane e la
Grecia.
Un’ultima constatazione circa l'inappropriata assunzione del criterio
geografico come metro di giudizio per stabilire l’appartenenza o meno
di un paese alla regione mediterranea, potrebbe riguardare la possibile
discriminazione condotta ai danni di taluni territori che non
potrebbero in questo modo prendere parte ai negoziati con l’Unione
Europea. Esempio di una simile dinamica potrebbe essere quello del
rifiuto posto alla candidatura del Marocco, al quale è stato preferito il
territorio turco.
Contrariamente a ciò, delimitazioni meno restrittive estendono
l’influenza di questo mare sino al Mar Nero e al Golfo Persico, in
conformità ai legami geopolitici, culturali ed economici in paesi come
la Siria, il Libano, la Giordania e l’Iraq. Quest’alternativa ha sollevato
forti dubbi, soprattutto circa la possibilità che l’allora Mare Maggiore
possa essere considerato come indipendente o facente parte della fitta
rete di collegamenti con il mare nostrum.