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Adipochine e progressione del carcinoma prostatico

L’obesità, definita clinicamente come un aumento eccessivo del peso corporeo ed in particolare del tessuto adiposo, è sufficiente a produrre conseguenze negative per la salute. I fattori che determinano l’insorgenza di tali condizioni sono molteplici, in particolare si ritiene che l’obesità sia determinata dall’interazione tra fattori genetici, fisiologici ed ambientali. Diversi eventi cellulari, influenzando la regolazione dell’omeostasi energetica dell’individuo, possono causare o prevenire l’insorgenza dell’obesità. Si potrebbe pensare, ad esempio, che l’insorgenza dell’obesità e delle sue complicanze possa essere prevenuta limitando lo sviluppo del tessuto adiposo. Modelli sperimentali, nei quali è stata ridotta la differenziazione, lo sviluppo e la sopravvivenza delle cellule adipose, hanno dimostrato che gli animali sembrano soffrire della mancanza di un adeguato deposito energetico con conseguente perdita di importanti ormoni prodotti dagli adipociti. Negli ultimi anni, nei Paesi maggiormente sviluppati, è stato osservato un notevole incremento del numero di individui obesi, di diverse età ed estrazione sociale e tale incremento ha indotto gli studiosi a considerare l’obesità come una vera e propria “epidemia”. L’obesità e la sua regolazione sono, da diverso tempo, oggetto di studio anche perché è stato ampiamente documentato che la sua presenza è associata ad un aumento del rischio di insorgenza di tumori di origine diversa. In particolare l’obesità è considerata, come un notevole fattore di rischio nell’insorgenza del cancro alla mammella e alle ovaie, nelle donne in post-menopausa e del cancro alla prostata negli uomini. I possibili meccanismi attraverso i quali l’obesità può influenzare l’insorgenza del cancro includono la non corretta distribuzione del grasso corporeo e l’alterazione dei sistemi ormonali, inclusi gli ormoni sessuali e l’insulina. Tuttavia, nonostante la relazione esistente tra obesità e sviluppo di alcuni tumori sia ormai accertata i meccanismi non sono stati del tutto chiariti. Recenti scoperte, nella biologia dell’adipocita, hanno dimostrato come il tessuto adiposo bianco abbia funzioni autocrine, paracrine ed endocrine. Si sa, infatti, che l’adipocita è più di un semplice deposito di lipidi; esso secerne numerosi importanti fattori circolanti, tra i quali il TNF-α, l’IL-6, l’angiotensina, il PAI-1, la leptina, l’adiponectina e la resistina oltre ai grassi non esterificati (i NEFA) tramite lipolisi. Alcuni di questi fattori sembrerebbero svolgere un ruolo cruciale nell’insorgenza di vari tipi di tumori e/o nelle altre complicanze dell’obesità. Numerosi modelli sperimentali suggeriscono come la leptina, l’ormone principale prodotto dal tessuto adiposo, possa essere coinvolto nella patogenesi e nella progressione di alcune forme tumorali, fra cui il cancro alla mammella, alle ovaie e alla prostata. Negli ultimi anni sono stati pubblicati numerosi lavori riportanti i diversi, talvolta anche controversi, effetti svolti dalla leptina nel regolare la crescita e la progressione di linee cellulari ottenute da tumori umani. È quindi di notevole rilevanza capire il ruolo svolto dalla leptina nel regolare i meccanismi di trasmissione del messaggio in modo da poter individuare, eventualmente, delle strategie che potrebbero bloccarne l’azione pro-tumorale.

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3 grassi non esterificati (i NEFA) tramite lipolisi. Alcuni di questi fattori sembrerebbero svolgere un ruolo cruciale nell‟insorgenza di vari tipi di tumori e/o nelle altre complicanze dell‟obesità. Numerosi modelli sperimentali suggeriscono come la leptina, l‟ormone principale prodotto dal tessuto adiposo, possa essere coinvolto nella patogenesi e nella progressione di alcune forme tumorali, fra cui il cancro alla mammella, alle ovaie e alla prostata. Negli ultimi anni sono stati pubblicati numerosi lavori che illustrano i diversi, talvolta anche controversi, effetti svolti dalla leptina nel regolare la crescita e la progressione di linee cellulari ottenute da tumori umani. È quindi di notevole rilevanza capire il ruolo svolto dalla leptina nel regolare i meccanismi di trasmissione del messaggio in modo da poter individuare, eventualmente, delle strategie che potrebbero bloccarne l‟azione pro-tumorale. L‟obesità è una patologia cronica ad eziologia multifattoriale (culturale, ambientale, socioeconomica, psicologica e genetica) in cui si rileva un eccesso del grasso corporeo che compromette la qualità e la durata della vita. Normalmente, la quantità di grasso non dovrebbe superare il 9% della massa corporea negli uomini ed il 22% nelle donne; quindi al di sopra di questi limiti, si dovrebbe già poter parlare di obesità. In realtà, l‟obesità deve essere distinta da ciò che viene definito come sovrappeso, il quale si riferisce al peso in eccesso rispetto alcuni standard assunti in modo più o meno arbitrario. Tuttavia, i confini tra i due termini sono alquanto sfumati: di conseguenza, spesso il termine sovrappeso è usato come sinonimo di obesità. I primi tentativi di classificare l‟obesità risalgono agli inizi del „900, quando questa venne distinta in esogena, dovuta cioè a fattori esterni all‟individuo, ed endogena, causata da anomalie nel funzionamento fisiologico della persona. Nel corso degli anni sono stati proposti numerosi sistemi di classificazione, ognuno dei quali si basa su criteri distintivi specifici. Elemento comune di questi criteri classificatori è il riconoscimento che l‟obesità è una condizione eterogenea, con eziologia multipla e con diverse conseguenze fisiche e psicologiche. Sebbene l‟obesità sembri una manifestazione evidente, non è facile trovare criteri scientifici che consentano di definire quantitativamente i suoi limiti. Alcuni ricercatori hanno accettato come criterio distintivo per poter parlare di obesità quello del rischio per la vita: i dati mostrano, infatti, che una persona obesa corre un maggior rischio di contrarre malattie e quindi di abbreviare la propria esistenza. In base a questi criteri, l‟obesità può essere definita come quella condizione in cui il peso di un individuo supera di almeno il 20% il limite superiore atteso.

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Informazioni tesi

  Autore: Caterina Di Palo
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Scienze Biologiche
  Relatore: Adriano Angelucci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 86

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Parole chiave

obesità
carcinoma prostatico
leptina
adipochine
adiponectina
modificazioni epigenetiche

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