Il romanzo secentesco e i suoi generi testuali: analisi del "Cordimarte" di G. Artale
Il presente lavoro propone lo studio e l’analisi di uno dei generi letterari più diffusi del Seicento: il romanzo. In particolare la ricerca di carattere tipologico-testuale è stata condotta su Il Cordimarte di Giuseppe Artale con il fine di individuare all’interno dell’opera artaliana tutti i tipi e sottotipi testuali in essa contenuti. Il presupposto di tale studio è la consapevolezza ormai assodata che il romanzo secentesco possa essere considerato un ipertesto di cui gli scrittori del secolo si servirono per manifestare al massimo la propria libertà d’espressione. Il romanzo barocco si configura pertanto come genere assolutamente aperto a tutte le altre forme letterarie narrative e poetiche e di sicuro interesse per gli studi critici letterari e linguistici.
Nel primo capitolo – dopo un breve quadro riassuntivo del panorama letterario e linguistico del Seicento che tocca tutti gli ambiti letterari: dal narrativo al poetico al teatrale al saggistico – tale peculiarità verrà descritta e analizzata. Il capitolo presenta inoltre un breve profilo biografico dell’autore.
Nel secondo capitolo si affronta l’analisi del Cordimarte, mentre nel terzo capitolo vengono esposti i risultati dell’analisi condotta in prima istanza sui livelli linguistici di grafia, morfologia, sintassi e lessico, mettendo in evidenza correzioni e cambiamenti che l’autore apporta al testo nel corso della revisione della prima stampa del romanzo che viene ripubblicato circa un ventennio dopo. Infine è stata condotta anche un’analisi stilistica e tipologica sul testo come contenitore di generi testuali. Il lavoro di analisi è stato svolto su un campione di 150 pagine corrispondenti al Libro I e al Libro V della prima edizione del romanzo (1660).
I risultati della ricerca dimostrano che Artale non può essere annoverato tra gli autori linguisticamente più originali e innovatori della lingua, come i toscani, ma che, come è plausibile, nelle sue posizioni si possa riscontrare l’atteggiamento linguisticamente conservatore tipico degli autori non toscani. Questo si evidenzia in particolare nella struttura sintattica del romanzo, ancora fortemente latineggiante e complessa, composta da un periodare ampio e articolato, in contrasto con la tendenza di fine secolo alla brevità e alla linearità sintattica. Allo stesso modo, sono arcaizzanti la grafia e, sebbene in minor misura, la morfologia che saranno oggetto di revisione in direzione più attuale e moderna nella quinta impressione dell’opera, datata 1679. Il lessico è prevalentemente aulico e ricco di latinismi; sono attestati anche molti arcaismi, a cui però si affiancano anche diversi colloquialismi.
Va rilevata la presenza ridottissima, su tutti i piani linguistici di sicilianismi, che saranno ulteriormente ridotti nell’edizione del 1679.
Andrà infine ricordato che il genere romanzesco eroico-cavalleresco a cui il romanzo Il Cordimarte appartiene era certamente molto praticato e di gran voga nella prima metà del Seicento e che si esaurisce proprio con Artale che ne esaspera lo stile e la struttura narrativa. L’analisi stilistica infatti ha messo in rilievo un ampio ricorso a diversi istituti retorici quali metafore iperboli, iperbati e anastrofi e a numerosi paragoni mitologici. Non mancano infatti giochi di parole, antitesi, metonimie e sineddochi di una certa originalità.
Infine, i risultati dell’analisi tipologico-testuale mettono in evidenza i diversi sottotipi testuali che si possono rinvenire nel romanzo: quello epistolare, quello profetico-oracolare e quello erotico-avventuroso, mentre alcuni brani rimandano all’oratoria forense, alla letteratura di viaggio, e sono presenti anche inserti lirici in versi. Interessante risulta la struttura “a scatola cinese” delle sequenze: le più lunghe (anche decine di pagine) sono prevalentemente diegetiche ma in forma narrativa e in quanto tali contengono al proprio interno altre sequenze diegetiche, sequenze descrittive e persino epistole e sequenze riflessive nella forma del monologo o del soliloquio.
L’Artale dunque merita attenzione, al contrario di chi ritiene l’autore uno dei peggiori scrittori secenteschi privo di qualsiasi valore artistico.
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Informazioni tesi
Autore: | Sonia Baglieri |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Filologia moderna |
Relatore: | Gabriella Alfieri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 284 |
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