nostro Paese che, se da un lato hanno impedito una libertà culturale pari a quella
delle corti europee, non ha impedito che intellettuali e letterati vi si ribellassero con
veemenza (basti pensare alla vita sregolata di Sforza Pallavicino), né ha impedito che
la scienza e la tecnica facessero il loro dovuto corso (basti pensare a Galileo).
Soprattutto non ha ostacolat
Seicento uno dei secoli più ricchi e colmi di ardite sperimentazioni letterarie.
Certo non si può parlare di cambiamento improvviso e inatteso, ma i germi
della rottura erano già insiti nel secolo precedente, a partire dalla seconda metà del
Cinquecento: dalla fedeltà alla mimesis e alla katharsis e alle prescrizioni delle
Poetica aristotelica lentamente si passa alla poetica della finzione emotiva. Tale
p percorso di uno stesso letterato come
Minturno che se in una prima fase è rispettoso della tradizione classica, nella seconda
cambia completamente visione per mettere al centro delle sue opere il fine
2
scopertamente edonistico. In realtà, questa poetica della meraviglia e del piacere non
ha il suo fondamento esclusivo nel barocco, ma già in età greco-romana era praticata
dagli artisti, ben consapevoli che il diletto era il mezzo più efficace per attirare
ordina a perpetrarsi nei secoli
attraversando Medioevo, Umanesimo e Rinascimento, fino al Tasso
è anticipatore del barocco, ritenendo
3
meraviglia». ecento su questo concetto
insisteranno molti altri autori quali il già citato Minturno, Bernardo Tasso, Giraldi,
Castelvetro:
conseguenza quasi necessaria della tesi didasc
pressoché universalmente sostenuta: filosofia insegna mediante precetti, la poesia si vale allo
4
arrivarvi deve destare l
quella barocca. Questa
infatti sarà principalmente frutto di una psicologia sensualistica e punterà più a
provocare i sensi, e non -
cinquecenteschi. È solo con Giambattista Marino che si arriverà alla vera e propria
2
Cap M., Jan C., Il S in a a , Val, Mi, 1966 , p. 27;
3
Iv, . 30 -‐31;
4
Ib ;
2
medippioanlidarlaaniltaiirarteetlirotStonecieaconcciu
svolta: egli sostituisce alla «dilettazione immaginosa e fantastica» il sensualismo
come «facoltà essenziale della vita e fattore determinante della poesia». Con lui
iniziano le prime prove ardite, le prime ribellioni alla tradizione aristotelica e il
primo vero adeguamento al gusto del pubblico, alla moda contemporanea (si pensi
Adone). Egli scompone tutti i generi: «il teatro del mondo diviene per lui il teatro
delle forme letterarie, dagli idilli mitologici alla pastorale, sino al limite
5
. Ed è grazie a lui e alla sua scuola che arrivano, sebbene dopo
molto tempo, le prime vere teorizzazioni poetiche e stilistiche: il Cannocchiale
aristotelico del Tesauro (1670) non è che il simbolo teorico della pratica
sperimentale di un intero secolo. Con il Tesauro si giunge finalmente alla
teorizzazione del concetti rgutezza ma soprattutto della metafora. In ogni
caso il trattato stesso si pone agli occhi dei critici in una condizione bipolare: da un
il e
dunque assolutamente ribelle e innovativa. Questo bipolarismo è dovuto alla stessa
struttura
o spazio alla metafora che ne rappresenta
la metafora oppositiva vale a dire , cui si riconoscono grandi potenzialità
entro sé i due mezzi
elocutio e la dispositio. Non per nulla questa, insieme alla metafora in senso lato,
6
sarà una delle figure retoriche più diffuse tra gli scrittori del secolo.
Per enterà di dare spazio
alla descrizione della vastissima gamma di generi testuali ai quali il romanzo
barocco, centro della nostra indagine, attingerà, immettendo al suo interno un
repertorio testuale-tipologico molto vario e diversificato. In certi casi risulta davvero
arduo il riconoscere il tipo testuale del romanzo, che spesso si confonde con la
5
Vares C., , l ia S a , d r l a
Me , Bu, Roma, 1985, . 22 ;
6
Frare P., Il C : , in
Stu Se, O, Fize, 1991, . XXXII, p. 33 -‐64;
3
plovnrekichsl»ichstenceid«acirtoeralledartuarteetlaartuarteetlalledacirtoerad»ociltetosiraealihcconna«pinzoloistastalontirebizonamolatonecteteSltonecieladigoloedeoiggaugnianecSe
novella, o con la storiografia, o con il teatro e così via. Per questo tema si rimanda
nel paragrafo 1.3.
1.1.1 La lirica
La lirica marinista e i marinisti: come già più volte accennato, è con Marino
che iniziano le sperimentazioni letterarie attenzione su oggetti e figure
insolite e su diverse tematiche, come dimostrano alcuni titoli quali La bella frustata;
La bella zoppa; Bella donna presente a spettacolo atrocissimo. Lo stile che
caratterizza i contenuti è fondamentalmente basato sul gioco concettoso di metafore,
7
similitudini, antitesi, . I suoi
seguaci non sono da meno e si cimentano in componimenti ripartiti per argomenti
dominanti: rime amorose, encomiastiche (abbondantissime), rime sacre. Viene posta
attenzione al movimento, , al tema amoroso, della morte e della fugacità
della vita resa con le immagini orologio e della clessidra. Anche la natura entra a
far parte degli argomenti più trattati dai lirici: la varietà della natura, degli animali e
del paesaggio viene risolta in enumerazioni, accumuli e catalogazioni da cui si
8
genera una fantasia metaforica. È nel lessico che i poeti esprimono al massimo la
fanno uso persino del linguaggio scientifico, anatomico,
zoologico, producendo un vocabolario
di parti didascaliche funzionali allo sbalordimento del lettore per la costruzioni di
particolari simbologie. Il Marino introduce anche molti forestierismi e parole
provenienti dalla tradizione comica come ne Adone, in cui sono
presenti tutti gli stili con invenzioni inusuali, aperture lessicali e iconografiche;
metafore e neologismi favola mitica:
mantiene infatti il metro classico dei poemi ep ma
mitologica viene arricchita con la moltiplicazione di episodi, con poemi nel poema,
racconti, favole ecc. I meccanismi narrativi sono disintegrati dal
avventure narrate, nonostante la struttura del poema sia comunque simmetrica.
eroismo caro ai poemi cinquecenteschi viene rovesciato: sono le armi che cedono
. Marino sfrutta molti generi tra cui epitalamio, la materia sacra, idillio
7
Ea Ard, Il , Ana Bat, (a ), a /3, Il
Mu, Boa, 2005, pp . 80-‐83 ;
8
Iv , p . 83 -‐87;
4
piognlnoilaanilatiartuarteetlalledirtoSidracuintistirednitonecieSonissiinirm
(senza pastori e senza greggi), la lirica erotica. Insomma, la sua materia è
enciclopedica e serve a sviluppare il tema della conoscenza
Nonostante tutto questo, sia il Marino che i suoi seguaci si muovono nel solco
della tradizione e delle convenzioni: i loro schemi metrici e le cadenze ritmiche sono
9
ad esempio ancora petrarchesche (mediate dalle lezioni del Tasso e del Guarini) e la
rottura totale avverrà solo con i poeti barocchi estremi (come ad esempio G. Artale o
Lubrano).
10
: consiste nella combinazione tra il poemetto mitologico
superamento delle
mescolanza tra modi lirici e bucolici; tra
endecasillabi e settenari sciolti. Molto sfruttati sono i vezzeggiativi e gli artifici
retorici. La trama ha tende al favoloso e non più alla mera ambientazione pastorale.
11
La lirica erotica: Amori, della
. La metafora erotica
viene scambiata continuamente con quella gn
conoscenza e la ricerca della conoscenza conducono al pessimismo quando ci si
.
La poesia giocosa e satirica: anche qui vi è ampia sperimentazione grazie
impiego di latino, dialetto e macaronico. Vengono sfruttate soprattutto
12
l ironia bonaria. Di questa tipologia fanno parte anche gli epigrammi giocosi e la
poesia ditirambica nella quale la sperimentazione è ancor più forte che altrove: è una
lirica di soggetto bacchico che impiega il metro classico i
13
sensi.
14
Gli epitaffi: di questi si ricorda soprattutto Il Cimiterio di Loredan in cui
anticlericalismo
9
Ma C., Il C , Bru F. (a ), a a ,
Il M, Boa, 1993 , p. 134-‐135;
10
Iv , p . 98-‐99;
11
Pao G, Da p a g , Fraco An, Mi, 1986, . 188;
12
Iv , p . 99-‐100;
13
Ib;
14
Pao G, Da p a g , Fraco An, Mi, 1986, p.137 -‐139;
5
poanlilgenomoultineloracilivtreelomedipipoanlilgenomoultineloracilivtreelopipognlnoiluaaniltaiaungillledirotSidracuinnitonecieSlietoneceunqiodnocesinizzra
la materia trattata sfiora la pornografia
tornò in auge durante il secolo.
15
Poema epico: in piena crisi dei valor epica
secentesca è un genere decadente in cui subentra il patetico e il romanzesco e il cui
riconoscimenti. Si amplia lo spettro delle tematiche: conversione al cattolicesimo;
conquista di città infedeli; liberazione della Spagna dai mori; classicismo
rinascimentale e umanistico; tradizione greco-romana. Come si vede avviene un
riaggancio alla realtà con contenuti storico-religiosi e storico-morali, ma questa allo
: storia e romanzo si confondono.
A dispetto della poetica prevalente nella maggior parte della lirica barocca, qui
prevale una poetica della ragione incentrata appunto su un razionalismo
antisensualistico (la ragione ha la meg La fede
decantata nei poemi è sì fede nel Dio cristiano, ma è un Dio non misericordioso,
mento caratterizzante tale genere come il
meraviglioso sia cristiano che pagano. La lingua in cui queste opere sono scritte è in
uno stentato petrarchismo che risente di suggestioni concettistiche. Molte sono le
digressioni, le dilatazioni, le variazioni. Il parlare è ardito. Viene ancora rispettata
unità di luogo e di tempo, ma il modello tassiano è ormai infranto soprattutto per
quel che concerne gli argomenti, anche se risulta efficace nelle scelte metriche.
Poema eroicomico: esemplare in tal senso è La secchia rapita di Tassoni. In
essa sono presenti tutti gli elementi dell ia indegna della
gravità degli argomenti del genere illustre.
evince anche dalla mescolanza tra livelli alti e bassi da cui si ricava la polemica e la
satira e il contatto col mondo contemporaneo. ironia verso gli ideali passati,
come dimostrano la satira letteraria che si scaglia contro il toscano arcaicizzante, le
poetiche aristoteliche, la politica, il mondo comunale dai limitati orizzonti e la classe
16
nobiliare.
15
Ana Maa Peduà, r b a sc , L, N, 2004;
16
Iv , p . 96-‐97;
6
piiloapriguoiittiritrleoccorazonamolillrin
La lirica del classicismo romano: si presenta come valida alternativa al
marinismo. Il suo fine è la ricerca di una valenza etica per la poesia; il suo stile è
grave e si richiama ai classici; il linguaggio è biblico e ciò che viene trasmesso
amore per la virtù, i valori civili e la conoscenza, vista come unico
17
oggetto poetabile. Tra i rappresentati di questa tendenza vi è il Chiabrera.
La poesia arcadica: più ancora del classicismo romano, la poesia arcadica si
semplicità e la
18
tradizione classica; il distacco da impegno civile e sociale e purezza della lingua.
La poesia filosofica: massimo esponente di questo genere letterario è
Tommaso Campanella il quale riesce ad attuare un ottimo connubio tra filosofia e
poesia. Questa è canto di verità e conoscenza attraverso la magia del ritmo e della
voce. In Campanella prevale invece il plurilinguismo simile a quello dantesco:
impasto di forme dialettali, voci latine, termini letterari, stile secco asciutto e
19
vigoroso; unità di parola pensiero e cose è garanzia di verità.
20
Poema sacro: come si evince dal nome dato al genere, la materia prevalente
è biblica (creazione e caduta edenica, figure femminili come la Vergine, Maddalena,
Giuditta e Ester) agiografica e spirituale. Il sacro vie
modello tassiano è quello imitato maggiormente. In queste opere il fine è dato
unione tra edificazione e diletto. La sperimentazione induce i poeti a scrivere
poemi sacri in diverse forme: dal poema narrativo in ottave al poema meditativo in
endecasillabi sciolti.
21
Poesia dialettale: in questi secoli nasce anche la coscienza di una letteratura
dialettale contrapposta a quella toscana. Essa
fra tutti Napoli con Giulio Cesare Cortese
(Vaiasseide); poi Roma, con G.C. Peresio e Berneri che scrisse un poema giocoso.
17
Ea Ard, Il , Ana Bat, (a ), a a /3, Il
Mu, Boa, 2005, . 88 -‐89;
18
Iv, . 100 -‐101 ;
19
Iv, . 89 -‐90;
20
Iv, . 91 -‐92;
21
Ma C., Il se Ci i , Bru F. (a d), a a i ,
Il M, Boa, 1993, . 149 -‐168; p. 145147 ;
7
pppognlnoiluaanilataungillledirtoSiracuinnitonecieSletoneceunqodnocinizzrappippippippognlnoilaaniltaiartuaretetllledirtoSidracuintistirednitonecieSonissiinirm
Fasano, altro esponente, pubblicò la parodia della Gerusalemme liberata. La maggior
irica giocosa e satirica piena di
comicità e di accostamenti stilistici, metrici e tematici più disparati.
1.1.2 La prosa scientifica:
La prosa galileiana:
che scientifica, di Galileo. Fu il primo ad usare metodi scientifici basati
fica applicata ai corpi celesti, e ad avvalersi
della tecnica come sostegno, anzi come complemento alla teorica scientifica. Mise in
discussione le verità date della Chiesa e dei filosofi greci e, con grande spirito
innovativo scrisse i trattati (primo fra tutti Il Saggiatore) più importanti non in latino
solo nel cambiamento della lingua, ma anche nella forma in cui questa è impiegata:
lo scienziato adopera metafore, similitudini, paradossi, apologhi, ma allo stesso
tempo dota il suo scritto di precisione, chiarezza, sobrietà, semplicità, e stile asciutto;
frequenti sono gli idiotismi, il tono è colloquiale espressioni
quotidiane e domestiche. Non mancano nemmeno il sarcasmo, la boutade scherzosa
antitesi e le forme
alterate. Le sue opere sono trascritte in vari generi: dialoghi (dimostrazioni fatte con
linguaggio matematico e geometrico, ma anche discorso pedagogico); lettere (vera e
propria biografia umana e intellettuale, linguaggio non esoterico, scrittura
controllata, perizia retorica, digressioni letterarie con interventi stilistici quali
22
iperboli, concetti, similitudini).
Scrittori e scienziati fiorentini: sono i galileiani di seconda generazione, se
così è possibile definirli. Provenienti dalla scuola di Galileo (metodologica e
linguistica) diedero una nuova forma alla lingua dei trattati scientifici: è la forma del
scrittura più elaborata, più ricca, ma non meno logica; in cui
frequenti sono gli accumuli di parole e gli elenchi funzionali alla dimostrazione delle
tesi e dunque lontane dagli accumuli barocchi. Un esempio è la prosa di Francesco
22
Cap M., Jan C., Il S in a a , Val, Mi, 1966 , p . 37 -‐50;
Ma C., Il se Ci i , Bru F. (a d), a a i , I
Mu, Boa, 1993 , p. 245-‐248;
8
pognlnoillaanilataungillledirtoSiracuinnitonecieSletoneceunqodnocinizzrapoanlidarlaaniltaiirarteetlirotStonecieaconcciu