Sicilia e Catalogna: due statuti d'autonomia a confronto
Dopo aver analizzato i percorsi storico-costituzionali che attraverso due secoli hanno portato al riconoscimento istituzionale delle peculiarità siciliane e catalane, posso in conclusione dire che i punti di partenza delle due erano notevolmente diversi, e nonostante ciò si arrivò ad un risultato in parte simile. Nel XIX secolo le realtà siciliana e catalana apparivano ad un attento osservatore piuttosto diverse per ciò che concerne le dinamiche sociali ed economiche, cosa che influì sicuramente anche nel modo di porsi nei confronti dei Governi Nazionali di riferimento. Le prime Costituzioni siciliane erano quindi espressione di questa realtà aristocratica, arretrata economicamente, con bisogni diversi rispetto al resto della penisola Italiana. I primi progetti di Statuti catalani invece erano molto più progressisti, legati allo sviluppo delle teorie federaliste e regionaliste dell’epoca, e molto attenti anche alla crescente forza sociale della classe operaia. All’inizio del XX secolo le criticità della situazione siciliana divennero sempre più evidenti tanto da far parlare di “questione meridionale”, e si moltiplicarono le teorie di politici e letterati dell’epoca sulle cause e possibili soluzioni. In Catalogna le spinte autonomiste diventavano sempre più concrete, tanto da arrivare ad una rara convergenza d’intenti tra governo centrale e Catalogna che portò all’elaborazione ed approvazione del progetto della Mancomunitat catalana nel 1914, che permetteva una base regionale per la futura autonomia, e che portò ad un’integrazione tra le differenti aspirazioni autonomiste che volevano l’autogoverno catalano all’interno del sistema statale. .
Dopo la fine della prima guerra mondiale, si moltiplicavano le richieste da parte dei partiti catalani per l’elaborazione di uno Statuto d’autonomia. Il progetto non fu mai votato. Dopo la prima guerra mondiale entrambe le regioni furono oppresse da dittature che ne condizionarono i progetti. In Italia il ventennio fascista mise a tacere ogni forma di dissenso e di decentramento politico, tanto che alla fine della dittatura le istanze separatiste siciliane, sopite dal 1848, presero forza e vigore e furono infine riconosciute dalla nuova classe politica con lo Statuto d’autonomia Speciale del 1946. La Catalogna visse due regimi dittatoriali. Il primo di Primo de Rivera, fino al 1932, che comportò la perdita delle prerogative assegnate alla Mancomunitat. Successivamente, fino al 1939, la Catalogna fu in grado di governarsi da sè, arrivando all’elaborazione ed approvazione del suo primo Statuto d’autonomia entrato in vigore, quello del 1932. Poi la guerra civile portò alla dittatura di Franco, che oppresse la regione fino al 1978, pur non frenando mai le dissidenze che continuarono anche dall’estero, con la creazioni di veri e proprio governi della Generalitat. Nel 1978 anche la Catalogna ottenne lo Statuto d’autonomia, molto avanzato e recentemente modificato. Entrambe hanno subito il tentativo di ingerenza da parte dello Stato, e fino ad ora solo la Catalogna è riuscita a dotarsi di uno Statuto d’autonomia più vicino alle esigenze odierne, mentre quello Siciliano è stato superficialmente modificato nel 2001, e si attende ancora una sua modifica consistente, tanto da prevedere anche la regolazione dei rapporti con l’Unione Europea, già regolati da quello catalano del 2006.
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Informazioni tesi
Autore: | Bianca Favaloro |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Messina |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Maria Antonella Cocchiara |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 387 |
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