Stato dell'ambiente del bacino del fiume Misa (Marche)
Questa tesi sperimentale in Conservazione della natura e delle sue risorse ha come oggetto di studio il bacino del fiume Misa e del suo affluente Nevola, situato nelle Marche centrali.
La storia del Misa, simile a quella di molti fiumi italiani, racconta di cementificazioni, captazioni, arginature artificiali, modificazioni dell’alveo, disboscamenti e speculazioni edilizie. Ma, fortunatamente, il lento ed inesorabile scorrere delle acque ci narra anche di maestosi aironi cenerini, di veloci e colorati martin pescatori, di elusivi istrici, di bellissimi pioppi bianchi e di roverelle centenarie. Presenze a volte isolate, nascoste e poco conosciute, in ambienti che la natura ha modellato e conservato nel corso dei secoli e che l’uomo ha dimenticato o lasciato in pace.
Questa, in sintesi, la struttura del lavoro di ricerca: dopo aver inquadrato geograficamente, climaticamente e geologicamente l’area oggetto di studio, si è passati allo studio della qualità delle acque fluviali (analisi chimiche, chimico/fisiche, microbiologiche e mediante l’utilizzo di bioindicatori), all’analisi della vegetazione (metodo floristico/statistico del Braun Blanquet, con analisi fitosociologica che ha portato all’individuazione di due associazioni vegetali importanti, anche se piuttosto impoverite nella qualità delle specie caratteristiche) e alla redazione di una check-list della fauna presente nelle vallate del Misa e del Nevola (mediante uscite con osservazioni dirette sul campo, utilizzando i metodi più semplici di censimento di popolazioni come, ad esempio, il metodo del richiamo tramite supporto magnetico e del riconoscimento del canto nei punti d’ascolto per l’avifauna presente). Infine è stato valutato lo stato generale dell’ambiente delle vallate del Misa e del Nevola, con alcuni approfondimenti tematici (come quello sulla moria e sul deperimento delle querce campagnole - Quercus pubescens - e quello sull’area della ex cava di San Gaudenzio, oggi nuova Oasi di protezione faunistica inserita nel Piano Faunistico Venatorio provinciale).
Ricca e nutrita la serie di appendici finali: dalle caratteristiche idrologiche dei due corsi d’acqua, si passa alla rassegna delle più comuni tecniche di ingegneria naturalistica (con esempi pratici e concreti su come recuperare e rinaturalizzare le sponde fluviali cementificate o soggette ad erosione), al resoconto sintetico sulle norme giuridiche della legislazione vigente in tema di tutela ambientale (con particolare riferimento agli ecosistemi fluviali), per finire con un rapido e schematico riassunto delle piene “storiche” e più o meno disastrose del fiume Misa, e con alcune schede pratiche per ricerche naturalistiche e per redigere esposti/denunce in caso di inquinamento da rifiuti e scarichi illeciti.
Corredano questo lavoro di ricerca naturalistica una discreta appendice fotografica ed alcune cartine tematiche elaborate per meglio comprendere quanto descritto nel teso: tra le altre citiamo la carta geologica, la carta del bacino, la carta dello stato della vegetazione e la carta faunistica.
In definitiva si tratta di un lavoro ricco di spunti interessanti, debitamente critico e altrettanto propositivo nei confronti degli Enti competenti (fino ad oggi assolutamente latitanti) e sufficientemente esaustivo nell’analisi naturalistica del bacino fluviale. In esso anche un lettore occasionale, con formazione tutt’altro che naturalistica e con scarsa o nulla conoscenza sugli ambienti fluviali, può trovarvi curiosità, riflessioni, passione e azioni concrete per la salvaguardia del nostro ambiente.
(David Fiacchini)
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Informazioni tesi
Autore: | David Fiacchini |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1996-97 |
Università: | Università degli Studi di Camerino |
Facoltà: | Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali |
Corso: | Scienze Biologiche |
Relatore: | Franco Pedrotti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 127 |
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