Il giudice del registro ed il giudizio di omologazione: differenze ed affinità
Il provvedimento legislativo n. 580/93 e il successivo regolamento di attuazione n. 581/95, hanno provveduto ad istituire il tanto atteso registro delle imprese, realizzando un sistema pubblicitario nuovo.
Il detto libro pubblico è stato trasferito dalle cancellerie agli uffici presso le camere di commercio (Legge n. 580 art. 8, co. 1); ha una struttura organica che permette l’iscrizione di soggetti che prima ne erano esclusi (Legge n. 580 art. 8, co. 4 e art. 7 co. 1, 2, 3 del reg.att.); l’esecuzione dell’iscrizione produce anche degli effetti differenti da quelli previsti dagli artt. 2193 e 2331 c.c. (Legge n. 580 art. 8, co. 5) e ciò permette di soddisfare, oltre agli interessi privati degli imprenditori e di chi entra in relazione con loro, anche l’interesse pubblico alla trasparenza del mercato; a tal fine, al registro principale è anche stato affiancato un repertorio che raccoglie le informazioni economiche ed amministrative e che sostituisce il registro delle ditte rimasto in vigore fino ad oggi (art. 8, co. 8, lett. d) e art 9 del reg.att.); l’istituto è gestito con tecniche informatiche che garantiscono una maggiore diffusione delle informazioni (Legge n. 580 art. 8, co.6 e reg.att. n. 581, art. 2 co. 1, lett. a) e d) e art. 23, co. 2); infine, la nuova legge precisa l’iter procedimentale da dover rispettare per adempiere all’obbligo della registrazione (art. 11, 13 e 18 del reg.att.).
L’istituzione del registro delle imprese presso le Camere di Commercio però ha sollevato un problema, a causa del venir meno della naturale coincidenza tra ufficio del registro delle imprese e giudice dell’omologazione. E’ sorto il dubbio di quale sia il tribunale territorialmente competente ad omologare l’atto della società di capitali, da dover successivamente iscrivere presso la camera di commercio sita nel capoluogo di provincia. A tale proposito vi sono diverse contrastanti prese di posizioni.
E’ stata inoltre fortemente criticata, la decisione di attribuire al moderno registro delle imprese una struttura organizzativa complessa.
Tale organicità permette l’estensione dell’obbligo di registrazione a qualsiasi imprenditore, compresi quelli piccoli, agricoli, individuali, le società semplici e gli enti pubblici. In seguito alla legge n. 310/93 è stato introdotto addirittura l’obbligo d’iscrivere sul registro delle imprese, il contratto avente per oggetto il trasferimento d’azienda. Dunque l’istituto oggi, investe tutti gli imprenditori, ed altresì i meri complessi aziendali.
La problematica riguarda il fatto che è posto a carico degli stessi imprenditori il compito di autoqualificarsi, a rischio di commettere degli errori e presentare la domanda d’iscrizione nella sezione sbagliata.
Un’importante novità riguarda la previsione di una forma di pubblicità-notizia, avente carattere meramente informativo, che investe i soggetti fino ad oggi esonerati dall’obbligo della registrazione.
A queste innovazioni introdotte nel sistema pubblicitario, la maggior parte della dottrina e della giurisprudenza avrebbe preferito una revisione dell’intera disciplina codicistica. Adattare il sistema preesistente, alle nuove caratteristiche del registro delle imprese moderno, non è assolutamente agevole e rischia di creare parecchia confusione.
Primo tra tutti comunque, rimane il problema inerente alla definizione dei confini del potere di controllo del giudice del registro. La questione è particolarmente delicata, perché ha una forte influenza sull’intero sistema giuridico ed economico.
A secondo di come viene risolto, infatti, si avranno persone giuridiche più o meno controllate e quindi sicure. Allo stesso tempo, gli imprenditori saranno più o meno pressati e quindi liberi di agire sul mercato .
In caso di controllo penetrante, le società di persone subirebbero lo stesso tipo di esame, a cui sono sottoposte le società di capitali in sede di omologazione. Un sindacato di tale portata però, sembra non essere opportuno per questo tipo di soggetto, avente una struttura limitata ed una incidenza minima sull’andamento dell’intero mercato nazionale.
Le società di capitali, a loro volta, rischiano di rimanere sottoposte ad un duplice controllo.
L’alternativa, consiste nel limitare il potere di controllo del giudice del registro. Tale soluzione però, assicura in misura minore la legittimità degli atti iscritti sul registro delle imprese. Rimane il dubbio dunque, di quale sia la soluzione migliore, se attribuire all’Autorità del registro il potere di eseguire un controllo formale e sostanziale, o esclusivamente formale.
Ed ancora, non è chiaro come il giudice del registro si debba concretamente comportare, nell’esercizio della sua funzione di vigilanza.
Nella tesi sono indicate le diverse soluzioni, non ancora definitive, prospettate dalla dottrina e la giurisprudenza. Anche la comparazione agli ordinamenti giuridici stranieri può aiutare ad analizzare meglio l'intera problematica.
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Informazioni tesi
Autore: | Elena Fugiglando |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Francesco Denozza |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 341 |
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