L'internazionalizzazione e le pmi salentine: analisi della loro propensione verso il mercato cinese
Nel corso della primavera del 2004, mi accingevo ad analizzare il materiale giornalistico raccolto nei due anni precedenti per discutere quanto il mercato cinese fosse maturo per un contatto diretto con le aziende europee ed in particolare italiane .
Era, al momento, un argomento molto discusso ed è stato molto stimolante descrivere quell’evoluzione che avveniva giorno per giorno.
In autunno 2007, mi ritrovo ad osservare gli stessi giornali, gli stessi siti internet ed a partecipare ad incontri il cui tema onnipresente è l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
È interessante notare come sia avvenuto uno shift di focus, in altre parole, è più che rilevante a mio parere, osservare che, negli ultimi tre anni, la Cina ha raggiunto una sua stabilità e una sua posizione economica mondiale a cui si guarda con lo spirito del confronto e non più con paura, anche se ancora con troppa criticità.
I risultati della precedente ricerca hanno chiarito che la Cina è un mercato fatto di infinite opportunità che bisogna cogliere ma, oggi, a distanza di tre anni, il problema non è più la Cina e la sua infinita potenza ma la competitività delle imprese italiane, quelle stesse che promuovevano i dazi all’importazione per paura della Cina.
Oggi, tempo in cui la parola d’ordine è internazionalizzazione, le stesse aziende si accorgono di non avere le basi per confrontarsi adeguatamente con il resto dell’economia mondiale.
Il tempo che ci si è ricavati attraverso l’uso di barriere non tariffarie come i meccanismi di salvaguardia o l’imposizione di quote restrittive all’importazione, sembra essere andato sprecato per la maggior parte delle PMI italiane che versano ora in una situazione di crisi ben delineata dalle recenti statistiche sull’import e l’export. Le quote dell’Italia sulle esportazioni mondiali e su quelle dell’area dell’euro sono ulteriormente diminuite, a prezzi correnti e costanti, prolungando la tendenza negativa in corso da moli anni .
È poco utile in questa prima introduzione discutere di numeri e statistiche che verranno esaminate in seguito, ma un dato è certo e palpabile: le imprese italiane hanno ora la priorità di internazionalizzarsi.
Alcune lo fanno in modo organico e premeditato, altre “all’italiana” e cioè senza una vera propria strategia, ma il risultato o meglio, l’intento è quello di trovare nuove strade.
Questo studio nasce dall’analisi di testi, saggi, presentazioni, riviste, articoli di giornale e casi concreti e vuole interrogarsi sull’attuale scenario delle imprese italiane, in particolare, di quelle del territorio salentino.
L’internazionalizzazione è spesso presentata agli imprenditori come la chiave per la soluzione di tutte le problematiche attuali di molte aziende italiane in difficoltà, proprio come quando tre anni fa si riteneva che la causa dell’indebolimento di tali imprese fosse l’arrivo della Cina nei mercati occidentali.
Il problema reale è qui ben evidente: nel tempo, risulta sempre più facile rintracciare cause esogene che endogene, ed è questo il primo scoglio che molte imprese, e soprattutto quelle del Mezzogiorno e del mio amato Salento dovrebbero imparare a superare da sole, prima ancora di approcciare nuovi mercati, specialmente stranieri.
La ricerca, prova ad analizzare principalmente la tendenza di alcune realtà imprenditoriali a dirigersi verso l’Area Asiatica ma l’intento non è quello di osservare solo l’internazionalizzazione diretta esclusivamente verso quell’area. Nel IV capitolo in particolare, si osserva dove le potenzialità dei successi dati da un processo di internazionalizzazione intelligente possono portare e, in vista di un futuro nella gestione di tale processo, date la componente linguistica e la crescente conoscenza personale del mercato, mi chiedo e chiedo alle imprese cosa vedono nella Cina ora che posseggono le basi per approcciarla.
Pertanto, lo studio parte dalla definizione di internazionalizzazione e cerca di identificarne le caratteristiche e le potenzialità per le imprese, in seguito, si cerca di descrivere il contesto nazionale in cui tale processo aziendale prende piede, con riferimento alle iniziative e agli strumenti di sostegno dell’internazionalizzazione.
Successivamente, si scende a livello micro, e cioè si osserva il territorio pugliese ed in particolare quello del Salento attraverso la descrizione del lavoro svolto dall’ente Provincia per poi concludere con uno o più esempi di virtuosa imprenditorialità salentina.
L’ultimo capitolo, come precedentemente detto, è dedicato ai nuovi scenari che il mercato cinese ci offre grazie anche ad esempi di altre imprese (per lo più del Nord Italia) dedite all’ internazionalizzazione o rinate grazie all’acuta gestione di tale processo.
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Informazioni tesi
Autore: | Chiara Conte |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia |
Facoltà: | Studi Orientali |
Corso: | Lingue straniere per la comunicazione internazionale |
Relatore: | Laura De Giorgi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 156 |
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