Le misure cautelari personali: la compatibilità delle condizioni di salute del ristretto
Oggetto del presente lavoro è un tema sempre ricorrente nelle cronache giudiziarie ovvero quello delle misure cautelari personali, guardate sotto una peculiare angolazione: l’applicazione della custodia cautelare nei delitti contro la pubblica amministrazione e la problematica degli eventi suicidiari in carcere. Pertanto si è voluto partire dal principio del minimo sacrificio, principio elaborato dalla dottrina giuridica per cui s’intende il rapporto intercorrente tra le libertà dell'individuo in rapporto alla natura e all'intensità degli interventi cautelari e alla natura e all'intensità delle esigenze che devono giustificarli.
Pertanto in particolare nella prima parte si è voluto trattare in maniera generale le misure cautelari personali, evidenziano però, alcune questioni risolte dalle Sezioni unite della Corte di Cassazione. Una prima questione concerne l’esecuzione delle misure e l’utilizzazione di elementi nuovi nell’appello cautelare. Nodo cruciale è se nel procedimento di appello contro le ordinanze in materia di misure cautelari personali, sia consentita l'acquisizione e l'utilizzazione di elementi probatori sopravvenuti all'adozione del provvedimento impugnato e addotti dalle parti: questione che ha suscitato un forte contrasto interpretativo in seno alla giurisprudenza di legittimità e per cui si sono pronunciate le Sezioni Unite della Corte di Cassazione con la sentenza del 31 marzo 2004 n. 18339.
Una seconda questione riguarda invece la problematica relativa all’art. 27 c.p.p. relativamente all’interrogatorio (c.d. di garanzia) della persona sottoposta a misura cautelare personale. Infatti secondo tale norme “le misure cautelari disposte dal giudice che, contestualmente o successivamente, si dichiara incompetente per qualsiasi causa cessano di avere effetto se, entro venti giorni dalla ordinanza di trasmissione degli atti, il giudice competente non provvede a norma degli art. 292, 317 e 321”. La questione è se il giudice competente che deve preoccuparsi in merito alle misure cautelari personali disposte da giudice incompetente per qualsiasi causa, sia tenuto anche ad effettuare un proprio interrogatorio di garanzia. Tale quesito è stato oggetto di diverse pronunce delle singole sezioni della Suprema Corte alquanto discordanti che hanno comportato la pronuncia della Corte di Cassazione a Sezioni Unite del 26 Settembre 2001 n. 29.
Questa tesi essendo a carattere interdisciplinare si occupa nella seconda parte dei delitti contro la pubblica amministrazione con un particolare evidenza ai reati di corruzione, concussione ed abuso di atti di ufficio. Reati si ricorderà oggetto di un periodo che sicuramente “cruciale” per il nostro Paese, ovvero dell’avvento dell’inchiesta “mani pulite” che ha portato alla demolizione dell’apparato corruttivo di tangentopoli agli inizi degli anni 90. Questo periodo è stato però anche caratterizzato da alcuni eventi “traumatici” legati a tale inchiesta (anche di riflesso) ovvero i suicidi di alcuni soggetti destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Argomento, questo, oggetto della parte finale di questo lavoro, che sicuramente è tanto interessante, quanto , però, problematico. Infatti si è voluto mettere in evidenza i rapporti fra le condizioni di salute del detenuto e la sua compatibilità con la custodia cautelare in carcere tenendo presente degli effetti della carcerazione preventiva nella psiche del detenuto.
Si precisa però che non si è voluto (e neanche potuto) dare delle certezze in una materia quale è la psicologia ove si può dire tutto e il contrario di tutto.
A maggior ragione se si ci addentra nei meandri della mente umana rapportata ad un evento tragico quale è il suicidio. Pertanto in questo lavoro non si troverà un perché assoluto del suicidio in sè, ma alcuni dei possibili motivi che possono variare dalla individualità del detenuto (che comprende anche il carattere, il ceto sociale, il livello culturale etc.) incompatibile con il sistema carcerario, a vere e proprie patologie quali possono essere la depressione e il disturbo bipolare della personalità
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Informazioni tesi
Autore: | Luigi Patti |
Tipo: | Tesi di Specializzazione/Perfezionamento |
Specializzazione in | diritto processuale penale/diritto penale |
Anno: | 2005 |
Docente/Relatore: | Giuseppe Scozzari |
Istituito da: | Università degli Studi di Palermo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 68 |
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