Il modello neocorporativo nel sistema politico italiano (1945-2005)
L’obiettivo della tesi è approfondire i condizionamenti del sistema politico sulle strutture della concertazione. Per far ciò si prende il particolare caso dell’Italia analizzando in prospettiva diacronica l’evoluzione delle pratiche neocorporative in esso riscontrabili, gli attori coinvolti, rapporti di forza e condizionamenti vicendevoli. A partire da tale andamento storico, si cercano i punti di contatto ed influenza con il sistema politico, che determinano in gran parte l’evoluzione peculiare della concertazione all’italiana. Dopo aver delineato quali siano i presupposti storici, economici e politici che portarono all’affermarsi del neocorporativismo, si tracciano le differenze col pluralismo, si analizza il ruolo di sindacati, governi e imprenditori a seconda di variabili storiche, organizzative e ideologiche, si indica l’andamento storico delle politiche concertative in prospettiva comparata, guardando alle differenti risposte nazionali alle comuni sfide poste dall’economia nei tre periodi: momento d’oro degli anni 70, crisi degli anni 80, riscoperta degli anni 90. La seconda parte considererà l’evoluzione delle strutture della concertazione in Italia. Utilizzando una prospettiva diacronica, si dà un resoconto degli eventi per far risaltare i legami che questi hanno con le vicende politiche ad essi contemporanee, nei periodi: dopoguerra e ricostruzione in cui si delinearono i caratteri politici e organizzativi che avrebbero influito in seguito sull’andamento delle relazioni industriali; 1960-1992 dove gli scarsi tentativi di concertazione presero la forma di politica dei redditi; 1992-2001 in cui si sviluppò la vera età dei patti sociali in concomitanza con l’avvento della Seconda Repubblica. All’interno di tali intervalli si individuano ulteriori sotto-cesure riconducibili ai condizionamenti provenienti dal sistema politico, in particolare: politicizzazione delle parti sociali e come il loro collateralismo nei confronti dei partiti abbia influito sugli accordi; il singolare sistema partitico della Prima Repubblica con l’esclusione dal potere del principale partito della classe operaia; la mancanza di stabilità degli esecutivi e l’incidenza delle regole elettorali sulla continuità della domanda di concertazione e sul grado di fiducia dei sindacati nei confronti del governo. Ci si chiede poi se le differenze fra Prima e Seconda Repubblica possano essersi riversate nella sfera delle intese di stampo neocorporativo, col primo periodo favorevole ad un intervento dei gruppi funzionali in direzione di un’attività di lobbying pluralistico, e il secondo terreno più fertile per il dispiegarsi della concertazione. Le periodizzazioni in cui si può suddividere la storia dei patti governo-parti sociali risultano quindi scandite dal mercato politico più che da quello economico.
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Informazioni tesi
Autore: | Valerio Lastrico |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli studi di Genova |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Mauro Tebaldi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 136 |
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