Disabilità e lavoro: un rapporto difficile, una realtà da affrontare, un diritto da garantire
L’idea di questo progetto nasce dalla volontà di avvicinare il mio interesse e la mia sensibilità ad una realtà, quella del disabile, che aspetta ancora di essere corrisposta pienamente nelle aspettative, da parte di una società, quella odierna, abbastanza attenta ma non concretamente attiva e rispondente, in modo adeguato, nei confronti di alcune esigenze espresse in modo preponderante da parte di soggetti disabili.
Le analisi e gli studi portate avanti dalle tante discipline che, nel tempo, si sono occupate della disabilità, (dalla medicina alla psicologia, dalla sociologia all’ergonomia), hanno reso possibile il conseguimento di conoscenze indispensabili per raggiungere obiettivi di elevata importanza, ma LA PROMOZIONE DI UNA CULTURA DELL’INTEGRAZIONE DELLE DISABILITA’ rappresenta, sicuramente, una “conditio sine qua non” per realizzare il progetto di UNA SOCIETA’ CAPACE DI GARANTIRE LE CONDIZIONI ESSENZIALI DI UGUAGLIANZA DI TUTTI I SOGGETTI, IN TUTTI GLI AMBITI SOCIO-CULTURALI.
Molte sono le associazioni di promozione sociale che operano nell’ambito della disabilità con gli obiettivi di stimolare la ricerca, fornire spazi di ascolto, sostegno e orientamento ai soggetti disabili, attivare corsi di formazione- istruzione- avviamento al lavoro: tutte attività di fondamentale rilevanza, ma che devono essere integrate da azioni di sensibilizzazione e formazione rivolte ai soggetti normodotati, i quali devono essere opportunamente istruite al confronto e all’interazione con soggettività complesse quali sono le persone diversamente abili.
Quanto detto assume particolare rilievo nei contesti lavorativi, nei quali si innescano relazioni particolari che chiamano in causa conoscenze e competenze specifiche, spesso acquisibili solo attraverso training e corsi di formazione ad hoc, e soprattutto entrano in gioco fattori fortemente contribuenti al processo di “costruzione” e rafforzamento della personalità, quale, ad esempio, l’autostima (ma non solo).
Sicuramente centrale nei diversi ambiti di interazione, e nello specifico in quello lavorativo, è il processo di socializzazione che si viene a innescare a partire dal primo approccio tra il disabile e i colleghi (oltre che la struttura).
Rendere possibile il collocamento sul posto di lavoro di un disabile “è semplice”, basta pensarlo e attuarlo; ma pianificare, (attraverso modalità sempre in divenire e flessibili), un percorso di inserimento e integrazione di un disabile in un ambiente lavorativo è ben altra cosa: significa dedicare attenzione alle sue esigenze, dare ascolto alla sua “voce”, prevedere momenti frequenti e costanti di confronto; significa mettere in atto un percorso sempre “aperto” di concertazione tra più soggetti con diverse competenze, utili per affrontare tutte le problematiche che emergono nel corso, da quelle psicologiche e relazionali a quelle più pratiche come il rendimento nello svolgimento di un’attività.
Da ciò possiamo individuare alcuni elementi determinanti per una buona riuscita dell’inserimento:
1) tenere sempre in considerazione la componente psicologica- che rappresenta il primo tassello del nostro puzzle-
2) monitorare l’ambiente fisico e animato-
3) ricorrere a momenti di formazione della persona disabile, da un lato, e dei colleghi, dall’altro- in due fasi cruciali a) pre- contatto b) durante il primo contatto; oltre che nei periodi successivi.
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Informazioni tesi
Autore: | Francesca Pedullà |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Scienze della Comunicazione |
Relatore: | Ivetta Ivaldi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 254 |
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