Una procedura metodologica per la valutazione dello stato di qualità ambientale dei corsi d'acqua
Nella storia dell’idrobiologia i criteri di valutazione dello stato di qualità ambientale di un corso d’acqua sono stati spesso elaborati focalizzando di volta in volta l’attenzione su singoli aspetti dell'ecosistema acquatico, mirando ad una sua caratterizzazione sulla base di un ristretto ambito di variabili.
Le più recenti – ma già consolidate – tendenze nel settore, invece, mettono in evidenza come la “lettura” di un fiume non possa limitarsi ad una sola delle sue componenti significative (ad es. l'acqua), ma debba, invece, estendersi all'intero “sistema fluviale”, del quale costituiscono parte integrante anche le fasce perifluviali e le aree di territorio circostante che con esso interagiscono più strettamente.
Accanto ai consolidati indici di valutazione dello stato di qualità dell'ambiente acquatico, come il Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM) e l’Indice Biotico Esteso (IBE; Ghetti, 1997), si rende, quindi, necessaria la messa a punto di metodi di valutazione sintetici che, allargando l'orizzonte dell'indagine, tengano conto di un più ampio ventaglio di elementi ecosistemici e indaghino sull’insieme dei processi coinvolti nelle dinamiche fisiche e biologiche del corso d’acqua. Di notevole interesse, a questo riguardo, appare l’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF), recentemente proposto dall’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (ANPA).
L'obiettivo principale di tale indice consiste nella valutazione dello stato complessivo dell'ambiente fluviale e della sua funzionalità, intesa come risultato della sinergia e dell’integrazione di una serie di fattori biotici ed abiotici presenti nell'ecosistema acquatico ed in quello terrestre ad esso collegato.
Nella tesi, in particolare, dopo un ampio excursus delle principali caratteristiche e delle problematiche del “sistema fiume”, è stato discusso un approccio operativo per la valutazione dello stato di qualità ambientale dei corsi d’acqua.
L’approccio metodologico suddetto, descritto in dettaglio nella tesi, prevede:
• la definizione del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM), sulla scorta di adeguate indagini di carattere chimico-fisico e batteriologico;
• il mappaggio biologico del corso d’acqua e la valutazione dell’Indice Biotico Esteso (IBE);
• la valutazione dello Stato Ecologico del Corso d’Acqua (SECA);
• la valutazione dello Stato Ambientale del Corso d’Acqua (SACA);
• la valutazione – sulla scorta di sopralluoghi ad hoc e della compilazione dell’apposita scheda predisposta dall’ANPA – dell’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) e del corrispondente Giudizio di Funzionalità;
• la determinazione – sulla scorta dell’applicazione del metodo dei Microhabitats – del deflusso minimo vitale (DMV).
Con riferimento al territorio di competenza dell’Autorità di Bacino in Destra Sele, l’approccio operativo proposto è stato applicato al bacino pilota del fiume Tusciano.
In particolare, per la valutazione del DMV, o meglio della portata ottimale del corso d’acqua, è stato utilizzato il metodo dei Microhabitats, codificato nelle procedure IFIM (Instream Flow Incremental Methodology) e PHABSIM (Physical HABitat SIMulation System), sviluppato presso il Fish and Wildlife Service degli USA.
Il metodo consente un approccio biologicamente basato, correlando i parametri idraulici della corrente (portata, tirante idrico, velocità) e le caratteristiche del fondo alveo alle esigenze biologiche della specie di riferimento (bioindicatore ittico), mediante le cosiddette “curve di idoneità” (suitability curves).
I risultati ottenuti per il bacino pilota del Tusciano hanno nel complesso confermato la validità della procedura metodologica proposta, consentendo – sulla scorta della valutazione dei macrodescrittori, dell’IBE, dell’IFF e dell’applicazione del metodo dei Microhabitats – di pervenire, sia pure in forma preliminare, ad un giudizio integrato sullo stato di qualità ambientale del corso d’acqua e ad una stima del DMV.
La conoscenza di tali elementi potrà consentire, in futuro, di procedere anzitutto ad un’accorta programmazione di interventi opportunamente calibrati per la salvaguardia e/o l’adeguamento dello stato di qualità ambientale del corso d’acqua.
Più in generale, essa potrà risultare di prezioso supporto al fine di delineare una procedura di gestione della qualità-quantità dei corsi d’acqua (ad esempio, per le concessioni di prelievi idrici e le concessioni allo scarico di reflui) basata sull’analisi delle variazioni dell’habitat del bioindicatore di riferimento, valutandone la sostenibilità in funzione delle utilizzazioni idriche previste e della valenza naturalistica dell’asta fluviale in esame.
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Informazioni tesi
Autore: | Davide Portolano |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2002-03 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Ingegneria |
Corso: | Ingegneria per l'Ambiente e il Territorio |
Relatore: | Maurizio Giugni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 215 |
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