Tesi in Infrastrutture Idrauliche
- Una procedura metodologica per la valutazione dello stato di qualità ambientale dei corsi d’acqua -
Relatore: Ch.mo Prof. Ing. Maurizio Giugni Candidato: Davide Portolano
II
Si noti che i diversi approcci citati differiscono non solo per le tecniche utilizzate,
ma, innanzitutto, per il livello gerarchico dei comparti ambientali oggetto di studio: i
metodi fisico-chimici e microbiologici limitano il loro campo di indagine all'acqua
fluente, gli indici biotici lo estendono all'alveo bagnato e l’IFF all’intero sistema
fluviale. Man mano che si restringe il campo di indagine, ai livelli gerarchici inferiori
si utilizzano strumenti di indagine più sofisticati e si ottengono informazioni più
precise e dettagliate, ma su una componente ambientale più ristretta. Ai livelli
superiori si riducono, invece, la precisione ed il dettaglio, mentre aumenta
l’informazione di sintesi.
Nella tesi, in particolare, dopo un ampio excursus delle principali caratteristiche e
delle problematiche del “sistema fiume”, è stato discusso un approccio operativo per
la valutazione dello stato di qualità ambientale dei corsi d’acqua: tale operazione
va inquadrata tra le attività fondamentali per la redazione del Piano di Tutela delle
Acque che, nella sua elaborazione definitiva, dovrà essere adottato dalle Regioni e
dalle Province entro il 31 dicembre 2003, come previsto dal D.L. 152/99 e dal D.L.
258/00. La normativa impone, infatti, preliminarmente l’adozione di programmi mirati
all’acquisizione di informazioni sulle caratteristiche fisiche, naturali e socio-
economiche dei bacini idrografici, al fine di valutare le pressioni e gli impatti antropici
da essi subiti, ed alla conoscenza dello stato qualitativo e quantitativo dei corpi idrici.
L’approccio metodologico suddetto, descritto in dettaglio nella tesi, prevede:
• la definizione del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM), sulla
scorta di adeguate indagini di carattere chimico-fisico e batteriologico;
• il mappaggio biologico del corso d’acqua e la valutazione dell’Indice Biotico
Esteso (IBE);
• la valutazione dello Stato Ecologico del Corso d’Acqua (SECA);
• la valutazione dello Stato Ambientale del Corso d’Acqua (SACA);
• la valutazione – sulla scorta di sopralluoghi ad hoc e della compilazione
dell’apposita scheda predisposta dall’ANPA – dell’Indice di Funzionalità
Fluviale (IFF) e del corrispondente Giudizio di Funzionalità;
• la determinazione – sulla scorta dell’applicazione del metodo dei
Microhabitats – del deflusso minimo vitale (DMV).
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III
Con riferimento al territorio di competenza dell’Autorità di Bacino in Destra
Sele, l’approccio operativo proposto è stato applicato al bacino pilota del fiume
Tusciano. In particolare, lungo l’asta principale del fiume Tusciano e su due dei
principali affluenti (Cornea e Lama), sono stati presi in esame 8 tronchi sperimentali
per l’esecuzione dei necessari rilievi fisico-chimici, batteriologici, biologici, ed
idraulici, ritenendo che l’esame dei suddetti tratti potesse consentire la definizione di
un quadro completo dello stato di qualità ambientale del “sistema fiume” Tusciano.
Per ciascun tronco di campionamento sono state effettuate n. 6 misure di portata (con
cadenza all’incirca mensile) nel periodo novembre 2002÷marzo 2003 e (nel
medesimo periodo) n. 4 rilievi dei parametri fisico-chimici, microbiologici e biologici.
In particolare, per i rilievi fisico-chimici e microbiologici, così come imposto dal D.L.
152/99, sono stati presi in considerazione i seguenti parametri (tabella 1):
Tabella 1: Parametri di base o macrodescrittori (allegato 1 D.L. 152/99)
(con (o) sono indicati i parametri macrodescrittori utilizzati per la classificazione)
I valori dei macrodescrittori rilevati consentono, attraverso l’elaborazione di un
punteggio, l’assegnazione, al tratto del corso d’acqua in esame, di un Livello
d’Inquinamento (LIM).
Gli aspetti biologici sono stati affrontati – come già precisato – mediante la
determinazione dell’indice Biotico esteso (IBE), basato da una parte sulla diversa
sensibilità agli inquinanti di alcuni gruppi faunistici e dall’altra sulla diversità
biologica presente nella comunità dei macroinvertebrati bentonici. Esso consente di
Portata (m³/s) Ossigeno disciolto (mg/L) **(o)
pH BOD
5
(O
2
mg/L) **(o)
Solidi sospesi (mg/L) COD (O
2
mg/L) **(o)
Temperatura (°C) Ortofosfato (P mg/L) *
Conducibilità (µS/cm (20°C))** Fosforo totale (P mg/L) ** (o)
Durezza (mg/L di CaCO3) Cloruri (Cl mg/L) *
Azoto totale (N mg/L) ** Solfati (SO
4
mg/L) *
Azoto ammoniacale (N mg/L) *(o) Escherichia coli (UFC/100 ml) (o)
Azoto nitrico (N mg/L) *(o) -
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IV
classificare le acque secondo una scala di valori numerici compresi tra 1 (indice di
estremo inquinamento) e 12 (indice di acque non inquinate). Questi valori sono
suddivisi in 5 classi di qualità delle acque, alle quali corrispondono diversi giudizi sul
grado di inquinamento dell’ambiente fluviale.
L’analisi comparata dei livelli di qualità ambientale definiti tramite i parametri
macrodescrittori, altri parametri chimici addizionali e l’Indice Biotico Esteso, consente
l’attribuzione di uno Stato Ecologico (SECA) e di una classe di qualità ambientale al
tronco fluviale in esame (SACA – Stato Ambientale del Corso d’Acqua); a ciascuna
classe corrisponde un colore di attribuzione che consente la “mappatura ambientale”
del corso d’acqua in esame (fig. 1).
Fig. 1: Mappa di qualità ambientale del fiume Tusciano
Con riferimento all’intero sistema fluviale si è poi redatta, per ciascun tronco
sperimentale, la scheda per la determinazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale
(IFF), che si compone di 14 domande che riguardano le principali caratteristiche
ecologiche di un corso d’acqua. Alle risposte sono assegnati pesi numerici raggruppati
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V
in 4 classi (con peso minimo 1 e massimo 30) che esprimono le differenze funzionali tra
le singole risposte. L’attribuzione degli specifici pesi numerici alle singole risposte non
ha giustificazioni matematiche, ma deriva da valutazioni sull’insieme dei processi
funzionali influenzati dalle caratteristiche oggetto di ciascuna risposta. Il punteggio
complessivo dell’ IFF, ottenuto sommando i punteggi parziali relativi ad ogni
domanda, può assumere un valore minimo di 14 ed un massimo di 300.
Il punteggio finale viene tradotto in 5 Livelli di Funzionalità (L.F.), espressi con
numeri romani (dal I che indica la situazione migliore al V che indica quella peggiore),
ai quali corrispondono i relativi Giudizi di Funzionalità; sono inoltre previsti livelli
intermedi, al fine di meglio graduare il passaggio da una classe all’altra. Ad ogni Livello
di Funzionalità viene associato un colore convenzionale per la rappresentazione
cartografica.
Per la valutazione del DMV, o meglio della portata ottimale del corso d’acqua, è
stato utilizzato il metodo dei Microhabitats, codificato nelle procedure IFIM (Instream
Flow Incremental Methodology) e PHABSIM (Physical HABitat SIMulation System),
sviluppato presso il Fish and Wildlife Service degli USA (fig. 2).
Fig. 2: Sintesi concettuale del PHABSIM (Bovee et al., 1995)
A. Misura dei parametri e simulazioni idrauliche
B. Calcolo del “suitability index” e misura dell’A.D.P. per ogni cella
C. Iterazione del procedimento per diverse portate
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VI
Il metodo consente un approccio biologicamente basato, correlando i parametri
idraulici della corrente (portata, tirante idrico, velocità) e le caratteristiche del fondo
alveo alle esigenze biologiche della specie di riferimento (bioindicatore ittico),
mediante le cosiddette “curve di idoneità” (suitability curves).
I risultati ottenuti per il bacino pilota del Tusciano hanno nel complesso
confermato la validità della procedura metodologica proposta, consentendo – sulla
scorta della valutazione dei macrodescrittori, dell’IBE, dell’IFF e dell’applicazione del
metodo dei Microhabitats – di pervenire, sia pure in forma preliminare, ad un giudizio
integrato sullo stato di qualità ambientale del corso d’acqua e ad una stima del DMV.
La conoscenza di tali elementi potrà consentire, in futuro, di procedere anzitutto
ad un’accorta programmazione di interventi opportunamente calibrati per la
salvaguardia e/o l’adeguamento dello stato di qualità ambientale del corso d’acqua.
Più in generale, essa potrà risultare di prezioso supporto al fine di delineare una
procedura di gestione della qualità-quantità dei corsi d’acqua (ad esempio, per le
concessioni di prelievi idrici e le concessioni allo scarico di reflui) basata sull’analisi
delle variazioni dell’habitat del bioindicatore di riferimento, valutandone la
sostenibilità in funzione delle utilizzazioni idriche previste e della valenza naturalistica
dell’asta fluviale in esame.