Il sito paleolitico ''La Pineta'' nel quadro del popolamento antico in Italia: Lo studio dell'industria litica
Il Molise, solo chi non conosce questa piccola regione ignora le sue grandi risorse. Qui il passato e il presente testimoniano una qualità della vita a misura d’uomo e rappresenta certamente un libro aperto per le sue radici culturali e storiche.
Isernia è città particolare perché alle parti storiche, antica e moderna, aggiunge quella preistorica fatta di ritrovamenti di grande interesse.
Il mio lavoro ha lo scopo di indagare le radici preistoriche qui rappresentate e di ripercorrere le tappe della scoperta del sito di Isernia La Pineta, attraverso l’analisi delle caratteristiche del materiale archeologico rinvenuto ed in particolare dell’industria litica, quale elemento per la comprensione delle strategie comportamentali dei gruppi umani preistorici.
Con le ricerche sistematiche condotte dall’Università di Ferrara e l’ausilio delle diverse discipline applicate allo studio degli aspetti geologici, paleo-ambientali, cronologici, si è potuto tracciare un quadro completo sull’evoluzione del territorio e sul suo più antico popolamento.
Gli scavi del giacimento di Isernia La Pineta, iniziati nel 1979 e in corso tutt’oggi, hanno consentito la raccolta di migliaia di reperti litici e di resti paleontologici provenienti da quattro distinte archeosuperfici. L’opera di salvaguardia, esplorazione e restauro dei materiali è stata sempre accompagnata dallo studio sistematico e interdisciplinare delle evidenze portate alla luce, sia per quanto riguarda i suoli d’abitato che i reperti che li compongono.
Le indagini interdisciplinari hanno già permesso di chiarire molti aspetti che riguardano l’ambiente di allora, la fauna, la flora e l’uomo. Il giacimento fornisce risoluzione a diversi problemi del Quaternario continentale, non solo in sede locale, ma anche per correlazioni di più ampia portata (data la sua posizione geografica ) nell’ambito del bacino mediterraneo.
Inoltre, la complessa serie stratigrafica ha permesso di approfondire lo studio sull'evoluzione tettonica del bacino di Isernia, sul vulcanismo ad esso collegato e infine sui rapporti tra pedogenesi, clima, tempo e roccia madre. Ulteriori approfondimenti hanno permesso di chiarire le caratteristiche di alcuni animali del passato quali i bisonti, i rinoceronti e gli elefanti euroasiatici, data la loro altissima frequenza nel giacimento. Le analisi polliniche e lo studio delle faune hanno permesso inoltre, col contributo anche delle discipline geologiche, una ricostruzione particolareggiata dell'ambiente di 700.000 anni fa.
Nel quadro complesso ed articolato definito dal sito di Isernia il mio lavoro di ricerca è stato strutturato in modo da analizzare in maniera particolareggiata i manufatti in selce utilizzati dall’Uomo preistorico del sito, sia dal punto di vista tipologico (morfologia dei manufatti) che dal punto di vista tecnologico (studio della selezione dei materiali grezzi utilizzati e dalle catene operative di fabbricazione di utensili).
Sono stati presi in esame tutti i differenti livelli antropici già individuati e parzialmente esplorati, anche se la mia attenzione si è rivolta in particolare all’analisi dell’archeosuperficie 3a del I settore di scavo, quello maggiormente scavato ed esplorato sistematicamente e comunque anche il più ricco in termini di quantità e qualità di reperti raccolti.
Nel I capitolo ho descritto nelle linee generali l’industria litica come elemento di evoluzione culturale con le sue caratteristiche distintive facendo riferimento anche alle specie ominidi che l’avrebbero prodotte nel corso del tempo. Nel II capitolo, invece, ho accentuato la mia attenzione sulla presentazione del sito di Isernia descrivendone l’ambiente, la fauna, la stratigrafia, le archeosuperfici e la relativa distribuzione spaziale del materiale ivi rinvenuto.
Nel III capitolo sono entrata nel vivo del mio lavoro trattando dei caratteri generali dell’industria litica in cui si inseriscono le indagini volte alla ricostruzione delle strategie di sussistenza degli antichi uomini, sulla base di ogni possibile evidenza desunta dalle attività di esplorazione e di ricerca condotte sul sito preistorico, le metodologie di raccolta dei materiali e lo schema di classificazione utilizzato per lo studio dei manufatti litici.
Nel IV capitolo particolare significato hanno i risultati relativi alla identificazione e caratterizzazione della materia prima utilizzata: alla scheggiatura ed ai suoi prodotti, all’utilizzo e alla funzionalità degli strumenti e alla loro distribuzione areale sulle quattro archeosuperfici del I e del II settore di scavo.
Nel V capitolo vengono nello specifico esposti i risultati della mia ricerca sui reperti litici provenienti dall’unità stratigrafica 3E (Colluvio) con la descrizione del loro stato di conservazione, lo stato del débitage delle schegge, le caratteristiche tipologiche dei reperti (schegge, talloni e nuclei) e l’analisi dimensionale degli stessi.
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Informazioni tesi
Autore: | Savina Bartolomeo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi del Molise |
Facoltà: | Scienze Umane e Sociali |
Corso: | Scienze dei beni culturali |
Relatore: | Antonella Prof.ssa Minelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 205 |
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